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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09132013-122135


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LANDI, SIMONE
URN
etd-09132013-122135
Titolo
Georadar Survey on Punta Linke (Central Alps) for geoarchaeological purposes: data capture, processing and interpretation.
Dipartimento
FISICA
Corso di studi
GEOFISICA DI ESPLORAZIONE ED APPLICATA
Relatori
relatore Prof. Baroni, Carlo
correlatore Dott. Francese, Roberto
Parole chiave
  • georadar
  • geoarcheologia
  • geofisica
  • Punta Linke
  • Ortles-Cevedale
  • Guerra Bianca
Data inizio appello
30/09/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro consiste nell’elaborazione di dati georadar (GPR) acquisiti nell’area compresa tra il Monte Vioz (3645 m slm) e Punta Linke (3625 m slm), nel gruppo dell’Ortles Cevedale (Alpi Centrali), allo scopo di caratterizzare il contesto glaciologico e geoarcheologico di un’area interessata da strutture antropiche realizzate nel corso della Prima Guerra Mondiale (“Guerra Bianca”, 1915-1918). L’area si colloca alla testata di uno dei sottobacini orientali che alimentano il Ghiacciao dei Forni, il più esteso ghiacciaio vallivo delle Alpi Italiane.
Un primo obiettivo consisteva nella definizione dell’andamento del substrato roccioso che sorregge il ghiacciaio, al fine di valutarne lo spessore in questa zona di testata. Un secondo obiettivo, di più marcato interesse geoarcheologico, era rivolto alla ricerca di evidenze associabili a strutture antropiche sepolte. Sulla base di indizi storici, infatti, si ipotizzava l’esistenza di installazioni militari dell’esercito Austro-Ungarico correlabili con le costruzioni portate alla luce nel corso di uno scavo archeologico condotto presso Punta Linke. Le ricerche, avviate nel 2006 dal Museo della Guerra di Pejo e condotte dalla Sorpintendenza Archeologica della Provincia Autonoma di Trento, hanno permesso di recuperare e preservare sia costruzioni sia reperti risalenti alla Grande Guerra. Questo lavoro di tesi è inserito in questo progetto di recupero della memoria storica degli eventi bellici e di valorizzazione dei reperti ritrovati.
Le indagini GPR sono state condotte nelle estati del 2010 e 2011: la prima campagna, preliminare, ha portato all’acquisizione (da parte di altro personale coinvolto nel progetto) di 6 profili utilizzando antenne da 75 MHz e 200 MHz. Le linee sono state processate dal candidato in modo tale da progettare una nuova e più fitta campagna che si è svolta l’anno successivo (Agosto 2011). L’antenna da 200 MHz non è stata usata nella campagna del 2011 in quanto raggiungeva una profondità minore ricevendo un segnale molto più disturbato di quello dell’antenna a 75 MHz, anche a causa delle condizioni del manto nevoso.
Sulla base delle riflessioni più importanti osservate nei profili del 2010 e non correlabili al substrato roccioso è stata progettata anche una griglia a maglie quadrate di 3 m di lato, per un’analisi 3D della sottosuperficie.
La fase di acquisizione è stata integrata da un rilievo topografico finalizzato al posizionamento dei profili radar da acquisire.
Il settaggio dello strumento è stato fatto in modo da bilanciare la necessità di illuminare il substrato roccioso con quella di avere un buon segnale all’interno della massa glaciale per evidenziare eventuali tracce di strutture.
Il processing dei dati è stato effettuato tramite un pacchetto software implementato dal Dr. Roberto Francese (Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, TS) basato sul linguaggio Seismic Unix© e tramite software di imaging 3D per diagnostica medica.
L’interpretazione è stata condotta linea per linea evidenziando e correlando le varie riflessioni trovate.
I risultati sono discussi e interpretati criticamente, anche per affinare la metodologia Georadar in contesto glaciale e per suggerire anche altre metodologie d’indagine da affiancare ai rilievi GPR per ottimizzare l’interpretazione delle strutture individuate per fini geoarcheologici.
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