Tesi etd-09132013-104439 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
GIORDANO, ALESSANDRO
URN
etd-09132013-104439
Titolo
Dalla salute al benessere: indagine sulle conoscenze dei cittadini sull'uso e l'abuso dei farmaci
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Taliani, Sabrina
correlatore Prof. Calamusa, Andrea
correlatore Prof. Calamusa, Andrea
Parole chiave
- benessere
- farmacia
- salute
Data inizio appello
09/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’OMS definisce la salute completo stato di benessere bio-psico-sociale, e non semplice assenza di malattia. Dalla ricchezza di tale definizione si evince quanto un buono stato di salute sia importante per la vita delle persone. I farmaci rappresentano una primaria risorsa di salute e di benessere, ma se utilizzati scorrettamente possono rappresentare un serio pericolo.
Grazie anche ai farmaci, nell’ultimo secolo la speranza di vita, almeno nei paesi Occidentali, è quasi raddoppiata, cosi come sono migliorate le condizione generali di salute tra la popolazione. L’uomo si è però troppo abituato ai “miracoli della scienza”: oggigiorno si consumano enormi quantità di farmaci, assunti non solo per restaurare o mantenere la salute ma anche per migliorare il proprio aspetto, aumentare le prestazioni e per difendere gli stili di vita.
La spesa farmaceutica in Italia è aumentata del 33% dal 2005 al 2012: dal rapporto OsMed del 2011, emerge che il mercato farmaceutico è stato in quell’anno di 26,3 miliardi di euro (3/4 rimborsati dal SSN) e la spesa privata di farmaci di classe A è stata di circa un miliardo di euro. Per ogni mille abitanti sono state prescritte 963 dosi di farmaco al giorno, il 38% in più rispetto al anno 2000.
Tra i farmaci più consumati ci sono quelli con funzione preventiva degli eventi cardiovascolari, gli psicofarmaci e i gli antidolorifici. Inoltre è molto comune l’uso di integratori, anabolizzanti, dimagranti, stimolanti e dopanti. Il ricorso a tali medicinali è spesso determinato da errati stili di vita o dalla propensione culturale ad assumere sostanze “per stare bene”, influenzata dai mass media e dal modello di vita odierna.
I consumi sono destinati ad aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, della tendenza dei giovani alla salute “fai-da-te” e della maggiore accessibilità al farmaco dovuta ai nuovi luoghi di acquisto (supermercati, internet, vendita domiciliare).
I farmaci sono ora acquistabili attraverso il web, ma questo rappresenta un grande rischio per la salute perché è molto probabile incappare in prodotti contraffatti: alcune stime parlano di 100.000 morti all’anno conseguenti a ciò.
La farmacia è in momento di crisi etica ed economica: nuovi canali distributivi si propongono come alternativi ad essa, sfruttando servizi innovativi e prezzi scontati. Il farmacista deve ripensare il suo ruolo, allargando le sue competenze e rilanciando i suoi valori etici e morali: la fiducia dei cittadini non è incondizionata, ma va “guadagnata” operando nel modo migliore.
Il livello di alfabetizzazione sanitaria, cioè la capacità di prendere decisioni efficaci e consapevoli riguardanti la propria salute, è collegato all’uso o abuso dei farmaci: è compito del sistema sanitario, culturale ed educativo favorirne lo sviluppo nella popolazione.
I cittadini sono bersaglio di un'enorme quantità di informazioni che i mass media distribuiscono spesso senza i dovuti filtri, sopratutto la Tv ed internet. Tutto questo genera spesso confusione e convinzioni errate che possono portare a serie conseguenze per la salute.
Queste considerazioni e le problematiche ad esse legate hanno dato origine al presente lavoro di tesi, con lo scopo di valutare le conoscenze relative all'uso dei farmaci, gli eventuali abusi di questi prodotti e la percezione del rischio ad essi correlata.
A tal fine si è predisposto un questionario, opportunamente calibrato, che è
stata sottoposto ad un campione di cittadini di due farmacie del comune di Pisa, per valutarne il reale livello di alfabetizzazione sanitaria, e il loro rapporto con il farmaco.
Il questionario è suddiviso in cinque parti con la seguente strutturazione: brevinotizie anagrafiche dell’intervistato, domande sulle fonti di informazioni sulla salute, domande sulla percezione dello stato di salute, domande per valutare il grado di alfabetizzazione sanitaria, domande sulle “abitudini della salute”.
In totale sono state raccolte 300 interviste: 200 di cittadini italiani e 100 di cittadini provenienti da 27 differenti nazionalità, con l’intento di fare dei confronti tra questi due tipi di campioni. I dati ottenuti sono stati registrati ed elaborati con il programma Microsoft Excel.
Dai risultati del questionario è emerso che gli intervistati italiani avevano un buon grado di alfabetizzazione sanitaria, ma alcuni di essi hanno mostrato gravi lacune: ad una semplice domanda sulla posologia ha saputo rispondere bene solo il 55% del campione; il 14% ha detto di non leggere il foglietto illustrativo e il 20% di non comprenderlo; parole come rinite, glaucoma e ematuria sono ignote a molti; l’8% crede che due farmaci assunti insieme per lo stesso sintomo abbiano un miglior effetto, il 18% non conosce i rischi dell’uso dei FANS, e il 50% non ha chiaro il concetto di “controindicazioni del farmaco”.
I dati hanno anche evidenziato che il livello culturale, l’età e la provenienza geografica influenzano il grado di alfabetizzazione sanitaria: avere una buona istruzione aiuta nella gestione della salute; gli anziani sono la categoria più soggetta a sbagliare le terapie; i cittadini britannici e statunitensi sono più preparati degli italiani, mentre gli immigrati residenti in Italia hanno grosse difficoltà, dovute anche a problemi linguistici.
Alla luce di queste valutazioni emerge che cittadini necessitano di figure in grado di affiancarle nelle scelte riguardanti la salute; i farmacisti in quanto figura vicina al pubblico possono avere un ruolo cruciale di educatori: è importante che sappiano comunicare efficacemente e guidare ad una corretta informazione; il farmaco deve essere ripensato come “un prodotto che si arricchisce in farmacia di una corretta educazione sulla salute”.
Nel processo di ottenimento di un grado di alfabetizzazione sanitaria tale da
raggiungere la piena consapevolezza ed autonomia decisionale (“empowerment”) devono concorrere le istituzioni, il sistema sanitario e sociale, gli operatori sanitari e tutti gli individui stessi: essi hanno il dovere e non solo il diritto di partecipare attivamente nelle scelte sulle politiche sanitarie attraverso il voto informato, e più in generale in tutte le iniziative di promozione della salute.
Grazie anche ai farmaci, nell’ultimo secolo la speranza di vita, almeno nei paesi Occidentali, è quasi raddoppiata, cosi come sono migliorate le condizione generali di salute tra la popolazione. L’uomo si è però troppo abituato ai “miracoli della scienza”: oggigiorno si consumano enormi quantità di farmaci, assunti non solo per restaurare o mantenere la salute ma anche per migliorare il proprio aspetto, aumentare le prestazioni e per difendere gli stili di vita.
La spesa farmaceutica in Italia è aumentata del 33% dal 2005 al 2012: dal rapporto OsMed del 2011, emerge che il mercato farmaceutico è stato in quell’anno di 26,3 miliardi di euro (3/4 rimborsati dal SSN) e la spesa privata di farmaci di classe A è stata di circa un miliardo di euro. Per ogni mille abitanti sono state prescritte 963 dosi di farmaco al giorno, il 38% in più rispetto al anno 2000.
Tra i farmaci più consumati ci sono quelli con funzione preventiva degli eventi cardiovascolari, gli psicofarmaci e i gli antidolorifici. Inoltre è molto comune l’uso di integratori, anabolizzanti, dimagranti, stimolanti e dopanti. Il ricorso a tali medicinali è spesso determinato da errati stili di vita o dalla propensione culturale ad assumere sostanze “per stare bene”, influenzata dai mass media e dal modello di vita odierna.
I consumi sono destinati ad aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, della tendenza dei giovani alla salute “fai-da-te” e della maggiore accessibilità al farmaco dovuta ai nuovi luoghi di acquisto (supermercati, internet, vendita domiciliare).
I farmaci sono ora acquistabili attraverso il web, ma questo rappresenta un grande rischio per la salute perché è molto probabile incappare in prodotti contraffatti: alcune stime parlano di 100.000 morti all’anno conseguenti a ciò.
La farmacia è in momento di crisi etica ed economica: nuovi canali distributivi si propongono come alternativi ad essa, sfruttando servizi innovativi e prezzi scontati. Il farmacista deve ripensare il suo ruolo, allargando le sue competenze e rilanciando i suoi valori etici e morali: la fiducia dei cittadini non è incondizionata, ma va “guadagnata” operando nel modo migliore.
Il livello di alfabetizzazione sanitaria, cioè la capacità di prendere decisioni efficaci e consapevoli riguardanti la propria salute, è collegato all’uso o abuso dei farmaci: è compito del sistema sanitario, culturale ed educativo favorirne lo sviluppo nella popolazione.
I cittadini sono bersaglio di un'enorme quantità di informazioni che i mass media distribuiscono spesso senza i dovuti filtri, sopratutto la Tv ed internet. Tutto questo genera spesso confusione e convinzioni errate che possono portare a serie conseguenze per la salute.
Queste considerazioni e le problematiche ad esse legate hanno dato origine al presente lavoro di tesi, con lo scopo di valutare le conoscenze relative all'uso dei farmaci, gli eventuali abusi di questi prodotti e la percezione del rischio ad essi correlata.
A tal fine si è predisposto un questionario, opportunamente calibrato, che è
stata sottoposto ad un campione di cittadini di due farmacie del comune di Pisa, per valutarne il reale livello di alfabetizzazione sanitaria, e il loro rapporto con il farmaco.
Il questionario è suddiviso in cinque parti con la seguente strutturazione: brevinotizie anagrafiche dell’intervistato, domande sulle fonti di informazioni sulla salute, domande sulla percezione dello stato di salute, domande per valutare il grado di alfabetizzazione sanitaria, domande sulle “abitudini della salute”.
In totale sono state raccolte 300 interviste: 200 di cittadini italiani e 100 di cittadini provenienti da 27 differenti nazionalità, con l’intento di fare dei confronti tra questi due tipi di campioni. I dati ottenuti sono stati registrati ed elaborati con il programma Microsoft Excel.
Dai risultati del questionario è emerso che gli intervistati italiani avevano un buon grado di alfabetizzazione sanitaria, ma alcuni di essi hanno mostrato gravi lacune: ad una semplice domanda sulla posologia ha saputo rispondere bene solo il 55% del campione; il 14% ha detto di non leggere il foglietto illustrativo e il 20% di non comprenderlo; parole come rinite, glaucoma e ematuria sono ignote a molti; l’8% crede che due farmaci assunti insieme per lo stesso sintomo abbiano un miglior effetto, il 18% non conosce i rischi dell’uso dei FANS, e il 50% non ha chiaro il concetto di “controindicazioni del farmaco”.
I dati hanno anche evidenziato che il livello culturale, l’età e la provenienza geografica influenzano il grado di alfabetizzazione sanitaria: avere una buona istruzione aiuta nella gestione della salute; gli anziani sono la categoria più soggetta a sbagliare le terapie; i cittadini britannici e statunitensi sono più preparati degli italiani, mentre gli immigrati residenti in Italia hanno grosse difficoltà, dovute anche a problemi linguistici.
Alla luce di queste valutazioni emerge che cittadini necessitano di figure in grado di affiancarle nelle scelte riguardanti la salute; i farmacisti in quanto figura vicina al pubblico possono avere un ruolo cruciale di educatori: è importante che sappiano comunicare efficacemente e guidare ad una corretta informazione; il farmaco deve essere ripensato come “un prodotto che si arricchisce in farmacia di una corretta educazione sulla salute”.
Nel processo di ottenimento di un grado di alfabetizzazione sanitaria tale da
raggiungere la piena consapevolezza ed autonomia decisionale (“empowerment”) devono concorrere le istituzioni, il sistema sanitario e sociale, gli operatori sanitari e tutti gli individui stessi: essi hanno il dovere e non solo il diritto di partecipare attivamente nelle scelte sulle politiche sanitarie attraverso il voto informato, e più in generale in tutte le iniziative di promozione della salute.
File
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07._Conclusioni.pdf | 162.07 Kb |
08.__Bib...rafia.pdf | 140.62 Kb |
09.__Sitografia.pdf | 177.88 Kb |
10.__Allegato_A.pdf | 339.16 Kb |
11._Allegato_B.pdf | 29.47 Kb |
12._Ring...menti.pdf | 59.20 Kb |
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