Tesi etd-09122022-174413 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DORONI, MARTINA
URN
etd-09122022-174413
Titolo
Sclerosi multipla: successi e insuccessi delle terapie.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Dott.ssa Da Pozzo, Eleonora
Parole chiave
- ahr
- kinurenina
- laquinimod
- sclerosi multipla
- terapie sclerosi multipla
Data inizio appello
05/10/2022
Consultabilità
Completa
Riassunto
La sclerosi multipla (SM) è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, che colpisce il sistema nervoso centrale. La malattia è complessa e le cause della demielinizzazione nervosa, evento che caratterizza la malattia, sono ancora sconosciute, ma si pensa sia causata da una molteplicità di fattori concorrenti, come fattori genetici, ambientali e infettivi.
La sclerosi multipla è caratterizzata da una reazione anomala del sistema immunitario contro la mielina, componente nel sistema nervoso centrale, fondamentale per il corretto funzionamento della trasmissione delle informazioni. L’anomala reazione del sistema immunitario è dovuta a cellule T autoreattive, che attraversano la barriera emato-encefalica e riconoscono come antigene la mielina, che viene attaccata. Si viene quindi a creare un ambiente infiammatorio che comporta un cronicizzarci della malattia. In seguito al burst infiammatorio si attiva, per esempio, il pathway della kinurenina, che incrementa la trascrizione di enzima IDO-1 capace di converte il triptofano in metaboliti tossici, come l’acido chinolinico, l’acido chinurenico, l’acido 3-idrossiantranilico e l’acido picolinico. Questi metaboliti sono stati osservati in pazienti con sclerosi multipla, ma anche in modelli sperimentali di EAE (Encefalomielite autoimmune sperimentale), considerati modelli in vivo di SM.
Sono stati quindi analizzati gli approcci terapeutici tradizionali, off-label e innovativi che si trovano in letteratura per la SM.
Come terapie tradizionali relative alla malattia troviamo farmaci che agiscono andando a ridurre le cellule reattive e quindi a limitare il danno infiammatorio provocato dai linfociti T. Altri farmaci utilizzati sono quelli sintomatologici che vanno a arginare la pletora di sintomi a cui il paziente colpito dalla sclerosi multipla, come per esempio alfuzosina, topiramato, carbamazepina, bacoflene, sertralina.
Nuove terapie nate in questi anni sono farmaci che non svolgono una funzione immunosoppressiva: tra questi ritroviamo glatiramer acetato, che tramite la sua struttura riesce a mimare la struttura della mielina e in questo modo fa si che i linfociti autoreattivi invece di attaccare la mielina del paziente attacchino il glatiramer. Il fingolimoid, altro farmaco nuovo, è un analogo della sfingosina-1-fosfato e fa si che i linfociti non riescano a attraversare la barriera emato-encefalica.
Due nuovi farmaci che hanno trovato un loro utilizzo nella terapia della sclerosi multipla sono teriflunomide e laquinimod. Teriflunomide, nonostante sia un analogo della kinurenina, ha un meccanismo d’azione completamente estraneo alla via; infatti inibisce della di-idro-rotato deidrogenasi che provoca un effetto immunosoppressivo specifico sui linfociti auto-reattivi. Il laquinimod invece è un analogo dell’acido chinurenico ed è la molecola su cui si avevano molte speranze, soprattutto per le sue funzioni. Infatti era stato osservato che il laquinimod riduceva la demielinizzazione, stimolava la produzione del fattore neurotrofico BDNF e aveva anche azione anti-depressiva. Purtroppo questo farmaco ha avuto un blocco per l’immissione in commercio questo perché il Committee for Medicinal Products for Human Use ha riscontrato un elevato rischio di sviluppo di tumori.
La sclerosi multipla è caratterizzata da una reazione anomala del sistema immunitario contro la mielina, componente nel sistema nervoso centrale, fondamentale per il corretto funzionamento della trasmissione delle informazioni. L’anomala reazione del sistema immunitario è dovuta a cellule T autoreattive, che attraversano la barriera emato-encefalica e riconoscono come antigene la mielina, che viene attaccata. Si viene quindi a creare un ambiente infiammatorio che comporta un cronicizzarci della malattia. In seguito al burst infiammatorio si attiva, per esempio, il pathway della kinurenina, che incrementa la trascrizione di enzima IDO-1 capace di converte il triptofano in metaboliti tossici, come l’acido chinolinico, l’acido chinurenico, l’acido 3-idrossiantranilico e l’acido picolinico. Questi metaboliti sono stati osservati in pazienti con sclerosi multipla, ma anche in modelli sperimentali di EAE (Encefalomielite autoimmune sperimentale), considerati modelli in vivo di SM.
Sono stati quindi analizzati gli approcci terapeutici tradizionali, off-label e innovativi che si trovano in letteratura per la SM.
Come terapie tradizionali relative alla malattia troviamo farmaci che agiscono andando a ridurre le cellule reattive e quindi a limitare il danno infiammatorio provocato dai linfociti T. Altri farmaci utilizzati sono quelli sintomatologici che vanno a arginare la pletora di sintomi a cui il paziente colpito dalla sclerosi multipla, come per esempio alfuzosina, topiramato, carbamazepina, bacoflene, sertralina.
Nuove terapie nate in questi anni sono farmaci che non svolgono una funzione immunosoppressiva: tra questi ritroviamo glatiramer acetato, che tramite la sua struttura riesce a mimare la struttura della mielina e in questo modo fa si che i linfociti autoreattivi invece di attaccare la mielina del paziente attacchino il glatiramer. Il fingolimoid, altro farmaco nuovo, è un analogo della sfingosina-1-fosfato e fa si che i linfociti non riescano a attraversare la barriera emato-encefalica.
Due nuovi farmaci che hanno trovato un loro utilizzo nella terapia della sclerosi multipla sono teriflunomide e laquinimod. Teriflunomide, nonostante sia un analogo della kinurenina, ha un meccanismo d’azione completamente estraneo alla via; infatti inibisce della di-idro-rotato deidrogenasi che provoca un effetto immunosoppressivo specifico sui linfociti auto-reattivi. Il laquinimod invece è un analogo dell’acido chinurenico ed è la molecola su cui si avevano molte speranze, soprattutto per le sue funzioni. Infatti era stato osservato che il laquinimod riduceva la demielinizzazione, stimolava la produzione del fattore neurotrofico BDNF e aveva anche azione anti-depressiva. Purtroppo questo farmaco ha avuto un blocco per l’immissione in commercio questo perché il Committee for Medicinal Products for Human Use ha riscontrato un elevato rischio di sviluppo di tumori.
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