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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09122022-165157


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MANNA, MARCO
URN
etd-09122022-165157
Titolo
'Neque erit perfectus orator nisi qui honeste dicere et sciet et audebit'. Precetti quintilianei nel prisma della 'deontologia forense'.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Procchi, Federico
Parole chiave
  • Quintiliano
  • Retorica
  • Retorica antica
  • Retorica forense
  • Retorica giudiziaria
  • Deontologia forense
  • Diritto romano
  • Cicerone
  • Plinio il Giovane
  • Institutio Oratoria
  • Codice Deontologico Forense
  • doveri professionali
  • doveri deontologici
  • etica professionale
  • formazione professionale forense
Data inizio appello
26/09/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/09/2025
Riassunto
Il contributo si pone l’obiettivo di offrire una nuova chiave di lettura dei moderni principi deontologici, ponendo a fondamento della ricerca i precetti contenuti nella 'Institutio Oratoria' di Quintiliano. Questa opera, di carattere prevalentemente manualistico, ordina i principi morali e etici indicati da Cicerone per il corretto esercizio della professione forense, rifrangendoli, però, attraverso il prisma della formazione del 'perfectus orator' e ponendo, così, le basi per l’elaborazione più tecnica prodotta da uno dei più illustri suoi allievi, Plinio il Giovane. Quintiliano, pertanto, si staglia tra questi due grandi protagonisti del foro, quale chiave di volta tra una concezione di ‘deontologia’ che per il primo dei due è anzitutto prassi e buon costume e una, invece, che con il secondo inizia a prendere le forme più simili a quelle di un vero e proprio ‘codice’ di comportamento degli avvocati. L’elaborato si propone, pertanto, di ricercare e ricostruire tali profili di condotta contenuti all’interno dell’Opera di Quintiliano, seguendo la bussola del moderno Codice Deontologico Forense e costantemente oscillando tra la concezione di queste regole espressa da Cicerone e quella di Plinio, nella speranza di fornire una diversa prospettiva di lettura dei moderni canoni deontologici alla luce del modello romano del 'vir bonus dicendi peritus'.

Contribution has as its main goal to offer a new perspective on modern deontological principles, using as research foundation precepts included in Quintilian’s “Institutio Oratoria”. His work, that has mainly the character of a manual, arranges ethical and moral principles, that Cicero already indicated for the right practice of forensic profession, refracting them through “perfectus orator” formation prism, and in doing so, laying the foundations for a more technical elaboration produced by one of his most distinguished pupil: Pliny the Young.
Quintilian, in this way, stands out against these two protagonists of the ancient foro as a keystone between a notion of “deontology” which is primarily praxis and morality, and another one which is, instead, closer to a “Code” of Conduct for lawyers.
The work purpose is to research and recreate the conduct profiles that can be found inside Quintilian’s “Opera”, following the compass of the modern italian Code of Forensic Ethics and swinging between Cicero and Pliny’s idea about those rules, hoping to give a different point of view about the modern deontological regulations, in light of the “vir bonus dicendi peritus” roman model.
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