Tesi etd-09122019-171702 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PIETRINI, GIULIA
URN
etd-09122019-171702
Titolo
La questione dell'altro e il problema dell'osservatore
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Iacono, Alfonso Maurizio
correlatore Prof. Paoletti, Giovanni
correlatore Prof. Paoletti, Giovanni
Parole chiave
- autopoiesi
- capitalismo
- classificazione
- connessioni formali
- conoscenza
- cornice
- evoluzione
- falso evoluzionismo
- feticismo
- inconscio
- l'altro
- Lévi-Strauss
- Marx
- mente primitiva
- oggettività
- osservatore
- osservatore esterno
- progresso
- quattro stadi
- rapporto di dominio
- razzismo
- Robinson Crusoe
- semplificazione
- Smith
- totemismo
- universalismo
- XVIII secolo
Data inizio appello
30/09/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Ogni nostra rappresentazione del mondo è necessariamente storica, poiché fondata sul nostro peculiare sistema di valori, e parziale, in quanto non ci è possibile cogliere la totalità e l’essenza delle cose che osserviamo. Ogni forma di sapere, di conseguenza, è una costruzione dell’osservatore e, come tale, può essere sempre modificata o variamente interpretata.
Nel XVIII secolo, tuttavia, la dominante società occidentale ha posto l’accento sull’universalismo della propria visione del mondo, imponendola così ai popoli c.d. selvaggi e primitivi. All’interno di questo rapporto di dominio, viene negata all’altro la sua identità di soggetto, e il suo riconoscimento è possibile solo qualora egli si omogeneizzi all’ideologia dominante. La semplificazione dell’osservatore esterno, escludendo l’osservatore dal contesto dell’osservazione, non ci permette di mettere in discussione i nostri valori e le modalità della nostra conoscenza: l’osservazione stessa, infatti, si riduce al passivo rapporto soggetto-oggetto, nel quale l’osservato, l’altro, subisce l’attività conoscitiva dell’osservatore, senza alcuna possibilità di interazione. Questa finzione riduttiva ha come conseguenza la creazione di pregiudiziali modelli conoscitivi – ad esempio, il modello semplice di Adam Smith; il feticismo e il totemismo; il modello scientifico oggettuale –, le cui contraddizioni, tuttavia, svelano proprio la parzialità e la storicità del nostro sapere.
La libertà del nostro pensiero e delle sue espressioni, infatti, è garantita dall’opacità dell’altro, che ci rende consapevoli dei limiti della nostra conoscenza e ci svela, come una voce dal di fuori, il dispotismo di quelle rappresentazioni «semplici e trasparenti» della realtà.
Nel XVIII secolo, tuttavia, la dominante società occidentale ha posto l’accento sull’universalismo della propria visione del mondo, imponendola così ai popoli c.d. selvaggi e primitivi. All’interno di questo rapporto di dominio, viene negata all’altro la sua identità di soggetto, e il suo riconoscimento è possibile solo qualora egli si omogeneizzi all’ideologia dominante. La semplificazione dell’osservatore esterno, escludendo l’osservatore dal contesto dell’osservazione, non ci permette di mettere in discussione i nostri valori e le modalità della nostra conoscenza: l’osservazione stessa, infatti, si riduce al passivo rapporto soggetto-oggetto, nel quale l’osservato, l’altro, subisce l’attività conoscitiva dell’osservatore, senza alcuna possibilità di interazione. Questa finzione riduttiva ha come conseguenza la creazione di pregiudiziali modelli conoscitivi – ad esempio, il modello semplice di Adam Smith; il feticismo e il totemismo; il modello scientifico oggettuale –, le cui contraddizioni, tuttavia, svelano proprio la parzialità e la storicità del nostro sapere.
La libertà del nostro pensiero e delle sue espressioni, infatti, è garantita dall’opacità dell’altro, che ci rende consapevoli dei limiti della nostra conoscenza e ci svela, come una voce dal di fuori, il dispotismo di quelle rappresentazioni «semplici e trasparenti» della realtà.
File
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Tesi_definitiva_.pdf | 627.79 Kb |
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