Tesi etd-09122019-095145 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TARTARO, ALESSIO
URN
etd-09122019-095145
Titolo
Teorie della conoscenza tacita e sue implicazioni per la filosofia della scienza in M. Polanyi e H. Collins
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Barrotta, Pierluigi
Parole chiave
- conoscenza esplicita
- conoscenza tacita
- filosofia della scienza
- Harry Collins
- Michael Polanyi
- sociologia della conoscenza scientifica
- teoria della conoscenza
Data inizio appello
30/09/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/09/2089
Riassunto
In questo lavoro analizzo le due teorie della conoscenza tacita elaborate da Michael Polanyi ed Harry Collins, soffermandomi contestualmente sulle implicazioni del concetto per la filosofia della scienza nel pensiero dei due autori. Sostengo da un lato che la conoscenza tacita è un concetto rilevante per la teoria della conoscenza, e dall’altro che esso è uno degli elementi centrali per capire la svolta pratica negli studi sulla scienza che si è realizzata a partire dagli anni ‘70. La riflessione di Polanyi sulla scienza, insieme a quella di Fleck e di Kuhn, può giustamente essere posta all’origine della sociologia della conoscenza scientifica contemporanea, di cui Collins è uno dei rappresentanti più importanti ed originali. Nei capitoli 2 e 3, mostro le affinità tra il pensiero di Polanyi e quello di Collins su questo argomento, sottolineando l’importanza della conoscenza tacita per l’elaborazione di una riflessione sulla scienza incentrata sulla pratica scientifica, mettendo allo stesso tempo in evidenza differenze importanti che emergono quando spostiamo l’attenzione dalla scienza al rapporto tra scienza e società. Anche le rispettive teorie della conoscenza tacita, analizzate nei capitoli 4 e 5, presentano differenze significative. La teoria di Collins è incentrata sulla trasmissione della conoscenza e sulla conversione della conoscenza tacita in conoscenza esplicita. Collins definisce conoscenza tacita quella conoscenza che non può essere resa esplicita, e la cataloga di conseguenza sulla base dei fattori che impediscono la sua conversione. All’interno di questo contesto, Collins assegna un ruolo di primo piano alla riproduzione della conoscenza da parte di un’intelligenza artificiale. Una concezione troppo larga ed ambigua di “rendere esplicito”, tuttavia, conduce Collins a pensare la conoscenza tacita come un fatto collettivo, e questo crea una serie di difficoltà alla sua teoria, discusse alla fine del capitolo 4. La teoria di Polanyi, invece, si presenta come una spiegazione unitaria delle arti del sapere e del fare. Affrontando insieme una famiglia di casi differenti ma strutturalmente analoghi, Polanyi sostiene che tutta la conoscenza è tacita o radicata nella conoscenza tacita, un’affermazione coerente con la sua teoria e che tuttavia non può essere considerata una soluzione definitiva al problema della conoscenza, che resta così un problema aperto. Queste teorie risultano comunque importanti per la teoria della conoscenza, perché spostano l’attenzione dall’analisi delle affermazioni di conoscenza all’indagine sui modi di conoscere, modificando l’impostazione classica del problema ed aprendo così prospettive precluse a molti approcci contemporanei. Affronto separatamente sia i due problemi, le teorie della conoscenza tacita e le sue implicazioni, sia le proposte dei due autori, per mostrare come Polanyi e Collins, pur affrontando problemi simili attraverso gli stessi strumenti concettuali, approdino a proposte sostanzialmente differenti, le quali sono comunque rilevanti tanto per la teoria della conoscenza quanto per la filosofia della scienza.
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