Tesi etd-09122016-171020 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PUMO, GIOVANNI
URN
etd-09122016-171020
Titolo
Rieducazione motoria di ginocchio dopo una lesione del legamento crociato anteriore e dei menischi
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELLE ATTIVITA' MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE
Relatori
relatore Prof. Giannini, Emanuele
correlatore Dott. Nannipieri, Simone
correlatore Dott. Nannipieri, Simone
Parole chiave
- Ginocchio
- LCA
- Legamento crociato anteriore
- rieducazione motoria
Data inizio appello
28/09/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
In questo elaborato ho focalizzato, inizialmente, la mia attenzione sull’anatomia del ginocchio, dal punto di vista:
• Topografico: andando a descrivere le componenti ossee che costituiscono l’arto inferiore.
• Biomeccanico:
• Tissutale: andando a descrivere le strutture e funzioni di menischi, capsula, borse e legamenti.
• Muscolare: andando a descrivere la funzione che esercitano i muscoli anteriori e posteriori della coscia, sullo stesso arto.
Dopo aver fatto un excursus generale sull’anatomia del ginocchio ho approfondito il mio lavoro sul legamento crociato anteriore andando a descrivere il suo andamento anatomico, la sua funzione e il suo comportamento sia durante la deambulazione che con altri tipi di movimento.
Determinati tipi di movimenti effettuati dal ginocchio possono risultare molto stressanti per l’articolazione, inducendo una lesione parziale o totale del legamento crociato anteriore associato ad una lesione dei menischi. È importante, quindi, effettuare una diagnosi e una valutazione clinica.
I tipi di trattamento con cui si può intervenire in una lesione del legamento crociato anteriore sono due:
1. Conservativo: evitando cioè d’intervenire chirurgicamente, efficace soltanto in un numero ridotto di casi, circa il 36% (noyes e coll, 1983).
2. Chirurgico: con tecnica artroscopica, nel quale viene sostituito il legamento crociato anteriore rotto con l'innesto di un tendine, di solito si tratta del trapianto del tendine del muscolo semitendinoso e gracile oppure del solo tendine rotuleo.
Il tipo di trattamento effettuato in una lesione del menisco è quello chirurgico in artroscopia, una tecnica mini-invasiva che consente di asportare solo la porzione di menisco lesionato “senza aprire” l’articolazione.
La riabilitazione motoria è fondamentale per il recupero strutturale e funzionale del soggetto, sia che faccia attività agonistica che non.
In questo elaborato ho inserito dei concetti chiave per stilare un buon programma riabilitativo, ovvero, la differenza che intercorre tra gli esercizi a catena cinetica aperta e quelli a catena cinetica chiusa. In seguito ad una breve sintesi del tipo lavoro da effettuare in un soggetto con ricostruzione del legamento crociato anteriore, ho inserito dei protocolli da eseguire per lavorare al meglio al fine di avere un recupero migliore e più rapido tramite la riabilitazione in palestra e in piscina. Successivamente, ho focalizzato la mia attenzione nell’utilizzo del macchinario isocinetico, partendo dalla sua funzione e della raccolta dei dati, fondamentale per un miglior recupero del soggetto, arrivando all’utilizzo dello stesso macchinario.
Il test è ripartito in diverse fasi:
• Pianificazione del test isocinetico.
• Preparazione e familiarizzazione del macchinario al paziente.
• Esecuzione del test.
Per rendere al meglio l’idea dell’importanza del macchinario associato ad buon programma di riabilitazione motoria, ho preso come caso studio i risultati conseguiti dal soggetto di nome T.C. (17 anni) che dopo aver affrontato un operazione chirurgica, per la ricostruzione del legamento crociato anteriore e menischi, dell’arto destro, ha iniziato il percorso riabilitativo un mese dopo l’operazione. Proprio grazie al macchinario isocinetico e ai dati che è i grado di fornire si può notare il suo miglioramento durante il periodo riabilitativo.
• Topografico: andando a descrivere le componenti ossee che costituiscono l’arto inferiore.
• Biomeccanico:
• Tissutale: andando a descrivere le strutture e funzioni di menischi, capsula, borse e legamenti.
• Muscolare: andando a descrivere la funzione che esercitano i muscoli anteriori e posteriori della coscia, sullo stesso arto.
Dopo aver fatto un excursus generale sull’anatomia del ginocchio ho approfondito il mio lavoro sul legamento crociato anteriore andando a descrivere il suo andamento anatomico, la sua funzione e il suo comportamento sia durante la deambulazione che con altri tipi di movimento.
Determinati tipi di movimenti effettuati dal ginocchio possono risultare molto stressanti per l’articolazione, inducendo una lesione parziale o totale del legamento crociato anteriore associato ad una lesione dei menischi. È importante, quindi, effettuare una diagnosi e una valutazione clinica.
I tipi di trattamento con cui si può intervenire in una lesione del legamento crociato anteriore sono due:
1. Conservativo: evitando cioè d’intervenire chirurgicamente, efficace soltanto in un numero ridotto di casi, circa il 36% (noyes e coll, 1983).
2. Chirurgico: con tecnica artroscopica, nel quale viene sostituito il legamento crociato anteriore rotto con l'innesto di un tendine, di solito si tratta del trapianto del tendine del muscolo semitendinoso e gracile oppure del solo tendine rotuleo.
Il tipo di trattamento effettuato in una lesione del menisco è quello chirurgico in artroscopia, una tecnica mini-invasiva che consente di asportare solo la porzione di menisco lesionato “senza aprire” l’articolazione.
La riabilitazione motoria è fondamentale per il recupero strutturale e funzionale del soggetto, sia che faccia attività agonistica che non.
In questo elaborato ho inserito dei concetti chiave per stilare un buon programma riabilitativo, ovvero, la differenza che intercorre tra gli esercizi a catena cinetica aperta e quelli a catena cinetica chiusa. In seguito ad una breve sintesi del tipo lavoro da effettuare in un soggetto con ricostruzione del legamento crociato anteriore, ho inserito dei protocolli da eseguire per lavorare al meglio al fine di avere un recupero migliore e più rapido tramite la riabilitazione in palestra e in piscina. Successivamente, ho focalizzato la mia attenzione nell’utilizzo del macchinario isocinetico, partendo dalla sua funzione e della raccolta dei dati, fondamentale per un miglior recupero del soggetto, arrivando all’utilizzo dello stesso macchinario.
Il test è ripartito in diverse fasi:
• Pianificazione del test isocinetico.
• Preparazione e familiarizzazione del macchinario al paziente.
• Esecuzione del test.
Per rendere al meglio l’idea dell’importanza del macchinario associato ad buon programma di riabilitazione motoria, ho preso come caso studio i risultati conseguiti dal soggetto di nome T.C. (17 anni) che dopo aver affrontato un operazione chirurgica, per la ricostruzione del legamento crociato anteriore e menischi, dell’arto destro, ha iniziato il percorso riabilitativo un mese dopo l’operazione. Proprio grazie al macchinario isocinetico e ai dati che è i grado di fornire si può notare il suo miglioramento durante il periodo riabilitativo.
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