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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09112021-094040


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ACHAHBAR, ILHAM
URN
etd-09112021-094040
Titolo
Il partenariato euro-marocchino sulle politiche migratorie
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Polsi, Alessandro
Parole chiave
  • partenariato migrazioni Marocco Italia
Data inizio appello
27/09/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro di tesi intende indagare in merito alla presenza della comunità marocchina in Italia, focalizzandosi in particolare sulle evoluzioni delle politiche migratorie sia in ambito comunitario sia nel contesto marocchino: le prime, nella gestione delle frontiere esterne, nel corso degli anni hanno ampliato il loro raggio, includendo Paesi terzi in generale mediante forme di partenariato, nello specifico figura tra questi Paesi anche il Marocco.
La questione migratoria in Europa è stata oggetto di regolamentazione in seguito alla promulgazione di numerose politiche che, a partire dal trattato di Maastricht, hanno deciso di stabilire una specifica normativa per gestire al meglio la presenza di cittadini extracomunitari entro i confini dell’Unione.
In particolare, la politica comunitaria in tema di immigrazione ha da sempre rappresentato il punto di riferimento degli Stati membri che, in alcuni casi, hanno dovuto adeguarsi a questa normativa, mentre in altri hanno potuto, sulla base di direttive comunitarie specifiche, emanare norme in merito, confermando la natura “concorrente” di alcune politiche comunitarie.
Le politiche che sono emerse, nel momento in cui hanno iniziato a gestire il fenomeno, hanno dovuto anche monitorare la presenza straniera nei territori europei, predisponendo le adeguate misure per contrastare l’immigrazione irregolare ed assicurare il rispetto dei diritti fondamentali a tutti gli emigrati e rifugiati che hanno valicato le nostre frontiere.
Secondo un approccio generale e secondo un’opinione condivisa, la politica per l’immigrazione non deve limitarsi a trovare delle soluzioni temporanee alle problematiche prese in esame, generate dalla presenza di soggetti immigrati nelle società di accoglienza, ma deve considerare tale fenomeno come un tassello fondamentale per il processo di crescita e di sviluppo della società.
Per favorire una dinamica del genere, infatti, è emerso che le politiche comunitarie relative alla gestione dei flussi di migrazione devono legarsi alle politiche di cooperazione allo sviluppo, di sicurezza e di partnership che devono riguardare non solo una dimensione comunitaria ma una dimensione internazionale.
La presenza marocchina nel nostro Paese è indice dell’evoluzione delle politiche sopracitate poiché l’aumento dei flussi migratorie è stato determinato da nuove forme di regolamentazione che non solo si sono pronunciate in materia di ingressi, visti, soggiorni e asilo ma anche in merito all’occupazione, allo studio e ai ricongiungimenti familiari.
La presenza di immigrati marocchini (come di altre etnie minoritarie), ai giorni nostri, ha conosciuto un alto livello di diffusione, promuovendo i grandi cambiamenti che hanno determinato, negli ultimi anni e soprattutto in ambito economico, una nuova fisionomia demografica e culturale delle regioni interessate.
Quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno in continua trasformazione che vede l’Italia e le nostre città divenire sempre più luogo di una immigrazione di “popolamento”: la figura del migrante marocchino, da soggetto provvisorio e invisibile, inizia a consolidare il proprio status di cittadino.
Secondo una visione generale, inoltre, la stabilizzazione della popolazione immigrata in Italia, con i suoi flussi e con le diverse nazionalità, ha permesso la trasformazione dello Stato che, a partire dagli anni Settanta del Novecento, si è trasformato da Paese di emigranti a Paese di immigrazione: quest’ultima realtà è divenuta una costante, in quanto viene, contemporaneamente, alimentato dalle trasformazioni politiche, economiche, culturali e sociali.
Pertanto, il fenomeno dell’immigrazione nella società contemporanea e globalizzata ha determinato la “convivenza forzata” di nazionalità molto diverse e lontane fra loro, definendo un nuovo bagaglio culturale fatto di rischi, da un lato, e di opportunità, dall’altro .
Il Marocco, dal canto suo, per anni ha assistito alla partenza di suoi cittadini che hanno scelto di dirigersi verso mete più ricche a nord del Mediterraneo, oggi ha assunto il ruolo di “filtro” dei migranti sub-sahariani verso l’Europa, grazie anche agli stretti rapporti economici che si sono instaurati negli ultimi decenni con l’Europa.
Questo nuovo ruolo è stato favorito particolarmente dalla sua posizione geografica che lo rende come “Paese ponte” tra Africa sub-sahariana ed Europa, cosa che, al contempo, gli ha permesso anche di ottenere, nel 2008, lo status di “partner privilegiato” dell’UE, un riconoscimento che ha reso il Marocco, agli occhi delle istituzioni comunitarie, come Paese particolarmente collaborativo, in grado di rafforzare la cooperazione con l’UE mediante specifici accordi: questi ultimi hanno richiesto al Marocco di armonizzare l’ordinamento nazionale con le convenzioni internazionali di cui è firmatario, adottando dunque un approccio più rispettoso dei diritti dei migranti nonché nuove politiche contro il terrorismo, l’immigrazione illegale, la riammissione e il controllo alle frontiere.
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