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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09112017-091020


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BIONDA, ALESSANDRA EUGENIA
URN
etd-09112017-091020
Titolo
Trauma cranico lieve nei pazienti in terapia con anticoagulanti orali : gestione clinica e follow-up.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Santini, Massimo
correlatore Dott. Cipriano, Alessandro
Parole chiave
  • DOACs
  • emorragie cerebrali traumatiche
  • ICH.
  • medicina d'urgenza
  • MTBI
  • TAO
  • VKAs
Data inizio appello
17/10/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
ABSTRACT

Background: La terapia anticoagulante orale (OAT), il cui uso è in costante aumento nella popolazione geriatrica, rappresenta un importante fattore di rischio di complicanze emorragiche associate al trauma cranico. Rimane da indagare l’impatto clinico di questa terapia nel trauma cranico lieve (MTBI), in termini di emorragie immediate e tardive, e quale sia il percorso diagnostico-terapeutico ottimale nei pazienti in OAT vittime di MTBI senza complicanze acute.

Obiettivi: Valutare l’incidenza delle emorragie intracraniche (ICH) acute e tardive conseguenti a TBI lieve (MTBI, GCS 13-15) confrontando i pazienti in terapia con Antagonisti della Vitamina K (VKA) e con Anticoagulanti Orali Diretti (DOAC), avendo una stima del profilo di sicurezza di questi ultimi. Valutare l’efficacia e la sicurezza di un protocollo di gestione diagnostico-terapeutica del MTBI in Pronto Soccorso basato sull’osservazione clinica.

Metodi: In questo studio prospettico osservazionale in un periodo di 15 mesi (01/2016-03/2017) sono stati valutati 204 pz.(età media 81.65 ± 8.41 anni; M=79, F=112) che si sono presentati al Dipartimento di Emergenza-Accettazione (DEA) dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP). Sono stati reclutati 191 pazienti secondo i seguenti criteri di inclusione: MTBI in pz. in OAT con dosaggio efficace [INR ≥ 1.5] se con VKA, e assunzione del farmaco < 24h prima del TBI se con DOAC. All'accesso venivano sottoposti a TC cranio senza mezzo di contrasto (TCsmc) e, se questa risultava negativa, venivano trattenuti in regime di Osservazione Breve Intensiva (OBI) per almeno 24h, senza sospensione della TAO; infine se la clinica neurologica rimaneva stabile, dimessi con modulo informativo. A distanza di almeno 30 giorni venivano contattati e interrogati sull'eventuale comparsa di complicanze post- traumatiche tardive.

Risultati: Dei 191 pazienti considerati, 21 (11%) sono risultati positivi per ICH alla TCsmc all'accesso, perciò esclusi dal follow-up a lungo termine; solo 1 paziente (0,5%) è deceduto a causa dell’ICH, i restanti pazienti con emorragia intracranica non sono stati sottoposti ad intervento neurochirurgico e nessuno di essi ha avuto sequele permanenti. La prevalenza di emorragia intracranica acuta osservata nei pazienti con MTBI è statisticamente maggiore nei pazienti trattati con VKA (16,2%) rispetto ai pazienti trattati con DOAC (3,8%) (p<0,01).
I casi di complicanze emorragiche acute erano associati alle seguenti condizioni in maniera statisticamente significativa: trauma maggiore (28.6% vs. 7.6%; p < 0.01), evidenza di trauma sopra le clavicole (85.7% vs. 61.8%; p < 0.05) e fratture clinicamente rilevanti (57.1% vs. 24.7%; p < 0.01). Abbiamo eseguito il follow-up su 170 pazienti, di cui 5 soggetti sono stati persi, dei restanti 165, solo 2 pazienti (1,2%) sono risultati positivi per emorragia intracranica tardiva con differenza non statisticamente significativa (0% nei VKA; 2.6% nei DOAC ) e con un’incidenza di outcome sfavorevole (decesso o intervento neurochirurgico) dovuto a complicanze pari a 0,6%.

Conclusioni: I risultati di questo studio suggeriscono che nel MTBI la terapia con DOAC risulta essere più sicura rispetto a quella con VKA per rischio di eventi emorragici immediati.
Sono stati individuati alcuni fattori di rischio relativi alla dinamica del trauma che risultano associati agli eventi emorragici immediati.
Inoltre si dimostra che i pazienti in terapia anticoagulante con riscontro di una TCsmc negativa all’arrivo seguiti da uno stretto monitoraggio clinico e senza segni di deterioramento neurologico, possono essere dimessi come previsto nel nostro protocollo con un bassissimo rischio di complicanze e senza effettuare una seconda TCsmc al termine dell’osservazione.
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