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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09102020-181030


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NORFINI, ALBERTO
URN
etd-09102020-181030
Titolo
La cartolarizzazione dei crediti bancari: da fattore scatenante della crisi finanziaria a strumento di gestione dei Non-Performing Loans
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Bruno, Elena
Parole chiave
  • cartolarizzazione dei crediti bancari
  • crisi finanziaria
  • non-performing loans
  • securitization
Data inizio appello
05/10/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La grande crisi finanziaria, scoppiata nel 2007 a seguito delle innumerevoli insolvenze sui mutui subprime negli Stati Uniti, si è rapidamente trasmessa a numerosi comparti del sistema finanziario globale. La crisi, che in un primo momento aveva interessato principalmente le istituzioni finanziarie con una elevata operatività negli strumenti di finanza strutturata, ha avuto degli impatti enormi sui mercati della liquidità bancaria delle maggiori economie.
Il meccanismo della cartolarizzazione, vale a dire la trasformazione di assets bancari in titoli negoziabili sui mercati, è utile per spiegare la nascita della crisi derivante dai mutui subprime, ma è anche funzionale allo scopo di fornire una visione complessiva della crisi finanziaria e degli attori coinvolti. Diversi osservatori e studiosi della crisi finanziaria, infatti, sostengono che la finanza innovativa e le eccessive operazioni di securitization abbiano contribuito all’innesco della crisi finanziaria nel 2007 o, addirittura, ne rappresentino una delle cause maggiori.
La cartolarizzazione ha di fatto trasferito i rischi legati ad un crescente indebitamento ai piccoli risparmiatori di tutto il mondo, e ha rappresentato il meccanismo di propagazione di una crisi inizialmente circoscritta ai soli confini statunitensi e ad un singolo settore dell’economia, quello immobiliare.

Le banche italiane hanno affrontato la prima fase di emergenza post crisi potendo contare su un modello di gestione focalizzato sull’attività bancaria tradizionale, orientato prevalentemente verso gli impieghi e la raccolta al dettaglio piuttosto che sulle operazioni di finanza strutturata, e ciò ha consentito loro di reggere meglio l’urto della crisi rispetto ad altre banche di paesi europei.
Tuttavia, il protrarsi di condizioni di incertezza sui mercati e il deterioramento del quadro macroeconomico a partire dal 2008, hanno esposto le banche italiane ad un peggioramento dei risultati economici, del loro grado di patrimonializzazione, ma soprattutto delle condizioni di offerta del credito. Gli effetti dell’ulteriore crisi dei debiti sovrani hanno poi trovato nelle dinamiche connesse alle concessioni di credito bancario un veloce canale di trasmissione verso l'economia reale: a partire dall'inizio del 2009 si sono registrati, infatti, forti segnali di irrigidimento degli standard di concessione del credito da parte del sistema bancario europeo. La profonda e prolungata recessione che ha colpito l'economia italiana a seguito della crisi dei debiti sovrani, e la lunghezza delle procedure di recupero dei crediti hanno concorso a determinare un elevato livello di crediti non performanti nel sistema bancario italiano. A partire dal 2009, infatti, i crediti deteriorati (o NPLs) sono diventati uno degli elementi preminenti nei bilanci delle più importanti banche italiane.

Un volume elevato di prestiti underperforming nei sistemi bancari è un forte freno inibitore per la crescita economica dei paesi. Dati i forti riflessi sistemici del problema della valutazione e gestione dei Non-Performing Loans, sono facilmente comprensibili le motivazioni che hanno spinto le Autorità di Vigilanza ad occuparsene attivamente, allo scopo di liberare quanto prima le banche dall’incombenza pressante delle esposizioni creditizie deteriorate: da una riduzione degli NPLs in portafoglio derivano, infatti, molteplici effetti benefici sul sistema bancario.
Le soluzioni strategiche adottabili per un efficiente controllo dei crediti deteriorati possono essere distinte sulla base degli effetti che le stesse producono sui bilanci delle banche. È possibile scegliere tra metodologie on balance, finalizzate alla gestione e al contenimento dello stock di NPLs, off-balance, che mirano alla dismissione delle posizioni e alla relativa cancellazione (derecognition) dal bilancio dell’istituto cedente, oppure strategie miste.
La cartolarizzazione, ossia la cessione a titolo oneroso di un portafoglio di crediti, negli ultimi anni è stata una protagonista del mercato dei crediti NPLs in Italia, poiché il suo utilizzo ha permesso a moltissime banche di ottenere la liquidità economica per combattere gli effetti delle crisi e ripristinare l’erogazione dei servizi finanziari alla clientela. Il trasferimento dei crediti tramite cartolarizzazione ha effetti benefici di trasformazione dell’attivo immobilizzato in liquidità, di riduzione dell’esposizione al rischio dell’istituto bancario cedente, di liberazione di margini di capitalizzazione destinabili a operazioni future, di modifica della struttura di costi e ricavi della banca.
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