La tesi si propone di illustrare il modo in cui Ricœur cerca di spezzare la chiusura del cogito e la sua autoreferenza nelle quali rischiava di rimanere chiuso da una certa interpretazione dell'idealismo trascendentale husserliano, e il modo in cui cerca di superare le filosofie del nulla, come quella sartriana, che concepiscono la negazione come la caratteristica prioritaria dell'uomo che introduce un abisso incolmabile tra il cogito e l'essere. Ricœur, tramite una filosofia rigorosa ma molto attenta a non rovinare la complessità del reale con concetti totalizzanti, perviene a un'ontologia del cogito come ricettività in tensione verso l'alterità dell'essere, in grado di ascoltare le cose e i valori. L'uomo viene descritto come un essere ambiguo e conflittuale, un problema irrisolto, e l'essere come il fondamento in grado di sostenere e di fornire senso a questo conflitto.