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Questa tesi, nello specifico, si focalizza nell’analisi dei collegamenti ferroviari schedulati da e per i terminali ferroviari italiani. Questi collegamenti sono operati dai treni che effettuano trasporto di UTI, quali contenitori, casse mobili e semirimorchi: sono invece esclusi i collegamenti effettuati dal trasporto cosiddetto “a carro singolo” e i treni che pur trasportando UTI non effettuano un servizio schedulato.
Sono stati considerati tre tipologie differenti di terminali ferroviari di trasporto combinato in Italia: terminali ferroviari posti all’interno di strutture logistiche complesse come gli interporti; terminali completamente dedicati al trasporto intermodale strada-ferrovia, che possiamo dire “a sé stanti”, ossia che non hanno sede in interporti; terminali ferroviari che hanno sede nei porti (o in prossimità di essi). I primi due tipi di terminali sono stati chiamati “interporti” in questa tesi; i terminali dell’ultimo tipo sono invece stati chiamati “porti”.