Tesi etd-09102015-102616 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GATTI, MATTEO
URN
etd-09102015-102616
Titolo
Il conflitto (si', ancora il conflitto!) di interessi degli amministratori di s.p.a.: tra la rivendicazione di un ruolo attivo all'amministratore interessato ed il ridimensionamento dell'istanza di collegialita'
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Teti, Raffaele
Parole chiave
- autonomia degli obblighi
- conflitto potenziale
- delimitazione
- determinata operazione
- interesse compatibile
- interesse neutro
- prospettiva ex ante
- trasparenza
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro si volge a considerare alcuni profili della disciplina di cui all’art. 2391 c.c.
Il primo capitolo muove dalla definizione di «maggior rigore» che si rinviene nella Relazione al d.lgs. 6/2003, per evidenziare i profili di criticità della regolamentazione previgente rilevati in dottrina ed approdare infine a considerazioni in ordine al modello di disciplina delineato dalla novella.
Il secondo capitolo considera criticamente il preteso ampliamento quantitativo della fattispecie, per sottolineare la perdurante centralità del conflitto di interessi (non già solo al livello della ratio della disciplina, ma altresì) ai fini dell’individuazione della nozione di interesse rilevante. Quindi, rilevata la necessità di evitare un’eccessiva dilatazione dell’ambito operativo della disciplina, si dà conto di alcuni possibili percorsi che possano guidare l’interprete in tal direzione. Per rimarcare, da ultimo, la sussistenza in capo all’amministratore interessato di un ineliminabile ruolo nel sondare la praticabilità delle anzidette vie.
Il terzo capitolo si appunta sull’obbligo di astensione dell’amministratore delegato, di cui si evidenzia la non operatività nell’ipotesi in cui l’interesse rilevante faccia capo non già al delegato stesso, bensì ad altro amministratore: dal che consegue una significativa erosione della postulata riserva di collegialità delle operazioni interessate.
Il primo capitolo muove dalla definizione di «maggior rigore» che si rinviene nella Relazione al d.lgs. 6/2003, per evidenziare i profili di criticità della regolamentazione previgente rilevati in dottrina ed approdare infine a considerazioni in ordine al modello di disciplina delineato dalla novella.
Il secondo capitolo considera criticamente il preteso ampliamento quantitativo della fattispecie, per sottolineare la perdurante centralità del conflitto di interessi (non già solo al livello della ratio della disciplina, ma altresì) ai fini dell’individuazione della nozione di interesse rilevante. Quindi, rilevata la necessità di evitare un’eccessiva dilatazione dell’ambito operativo della disciplina, si dà conto di alcuni possibili percorsi che possano guidare l’interprete in tal direzione. Per rimarcare, da ultimo, la sussistenza in capo all’amministratore interessato di un ineliminabile ruolo nel sondare la praticabilità delle anzidette vie.
Il terzo capitolo si appunta sull’obbligo di astensione dell’amministratore delegato, di cui si evidenzia la non operatività nell’ipotesi in cui l’interesse rilevante faccia capo non già al delegato stesso, bensì ad altro amministratore: dal che consegue una significativa erosione della postulata riserva di collegialità delle operazioni interessate.
File
Nome file | Dimensione |
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Bibliografia.pdf | 230.11 Kb |
Capitolo.due.pdf | 573.18 Kb |
Capitolo.tre.pdf | 371.81 Kb |
Capitolo.uno.pdf | 422.42 Kb |
Indice.pdf | 119.03 Kb |
Titolo.pdf | 226.10 Kb |
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