Tesi etd-09102015-100024 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
STATZU, FEDERICA
URN
etd-09102015-100024
Titolo
Il Tutor Clinico per la formazione infermieristica nella realtà pisana: definizione di una figura diffusa ma ancora poco visibile
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE
Relatori
relatore Dott. Pagnucci, Nicola
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tirocinio formativo consente allo studente di essere introdotto in un contesto lavorativo che gli permette di potenziare le capacità tecniche, di lavorare in équipe, di sviluppare il pensiero critico e di acquisire gradualmente autonomia nel processo decisionale; è proprio in questo contesto che assume particolare rilevanza il tutor clinico, la cui attività favorisce l’applicazione del sapere teorico nella pratica clinica ed è orientata allo sviluppo della professionalità dei futuri infermieri.
L’obiettivo di fondo di questa tesi è stato quello di definire quali fossero gli aspetti caratterizzanti di questa figura all’interno delle unità operative dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana per quanto riguarda la formazione, le metodologie didattiche, le funzioni e le modalità di reclutamento, per comprendere se, ad oggi, risulti essere un ruolo formalmente riconosciuto e regolamentato. Per ottenere ciò si è ritenuto opportuno effettuare un’indagine all’interno dell’Aoup che prendesse in considerazione il punto di vista e l’esperienza reale del tutor clinico stesso. Attraverso la consultazione della letteratura, della normativa presente e degli articoli reperiti da banche dati biomediche generali e specifiche del settore infermieristico clinico-assistenziale ed educativo, si è voluta dare prima una descrizione dettagliata delle caratteristiche e delle attività specifiche proprie del professionista tutor clinico, al fine di poter poi comparare quanto previsto con quanto emerso dallo studio effettuato sul campo.
Dalla letteratura emerge un chiaro profilo della figura dell’infermiere-tutor clinico, con responsabilità precise e specifiche competenze in ambito pedagogico, comunicazionale, gestionale e decisionale, le quali necessitano di un costante aggiornamento e di una formazione complementare a quella di base.
Nell’espletamento delle sue attività, per prima cosa il tutor clinico deve conoscere in maniera dettagliata il percorso formativo dello studente per poter valutare al meglio gli obiettivi del singolo e le competenze da acquisire nella specifica esperienza clinica; in questo modo il tutor potrà scegliere la metodologia e gli strumenti didattici più idonei e mirati che permetteranno l’elaborazione di un progetto di tirocinio personalizzato finalizzato ad un apprendimento significativo.
La normativa presente delinea in maniera esaustiva il sistema tutoriale in ambito accademico e in particolare nella sfera sanitaria, ma la sua regolamentazione specifica è affidata alle singole realtà regionali, aziendali e universitarie.
Nella realtà pisana non risulta essere presente una regolamentazione specifica della funzione del tutor clinico per la formazione infermieristica in ambito ospedaliero. La mancanza di criteri chiari che definiscono le modalità di reclutamento, le caratteristiche necessarie e le funzioni del personale dipendente dell’Aoup impegnato nella formazione accademica degli studenti all’interno delle unità operative porta a una disomogeneità che si ripercuote sulla formazione dello studente e ha come conseguenza anche una svalutazione professionale.
Questa situazione fa emergere a priori una criticità sul piano organizzativo, confermata poi anche dai risultati ottenuti dalla raccolta dei dati. Il linea generale la situazione appare molto confusa. Escludendo rare e piccole realtà in cui la sensibilità a questo argomento e la forza di volontà di alcuni professionisti hanno permesso la nascita di iniziative positive volte alla ricerca di un miglioramento, anche se circoscritto al loro ambiente, nella maggioranza delle U.O. prese in considerazione non c’è una chiara identificazione di queste figure, alcuni prendono come riferimento il professionista con più anzianità di servizio, altri un professionista per turno e in alcuni casi non se ne sente nemmeno la necessità. La formazione specifica di conseguenza risulta essere un altro punto critico. La quasi totalità degli infermieri che hanno partecipato allo studio non possiede una formazione mirata al tutoraggio degli studenti ma ne sente tuttavia la necessità. Questo dato fa capire come, anche se non ancora ufficializzata come figura, i professionisti che di fatto svolgono tale funzione riconoscano la centralità di questo ruolo nella formazione di uno studente di infermieristica e percepiscano l’esigenza di sviluppare delle competenze specifiche.
La definizione di requisiti minimi per il reclutamento dei tutor clinici e le convenzioni tra Università e Azienda sanitaria potrebbero essere gli ambiti primari sui quali agire per ottenere un riconoscimento del ruolo.
L’obiettivo di fondo di questa tesi è stato quello di definire quali fossero gli aspetti caratterizzanti di questa figura all’interno delle unità operative dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana per quanto riguarda la formazione, le metodologie didattiche, le funzioni e le modalità di reclutamento, per comprendere se, ad oggi, risulti essere un ruolo formalmente riconosciuto e regolamentato. Per ottenere ciò si è ritenuto opportuno effettuare un’indagine all’interno dell’Aoup che prendesse in considerazione il punto di vista e l’esperienza reale del tutor clinico stesso. Attraverso la consultazione della letteratura, della normativa presente e degli articoli reperiti da banche dati biomediche generali e specifiche del settore infermieristico clinico-assistenziale ed educativo, si è voluta dare prima una descrizione dettagliata delle caratteristiche e delle attività specifiche proprie del professionista tutor clinico, al fine di poter poi comparare quanto previsto con quanto emerso dallo studio effettuato sul campo.
Dalla letteratura emerge un chiaro profilo della figura dell’infermiere-tutor clinico, con responsabilità precise e specifiche competenze in ambito pedagogico, comunicazionale, gestionale e decisionale, le quali necessitano di un costante aggiornamento e di una formazione complementare a quella di base.
Nell’espletamento delle sue attività, per prima cosa il tutor clinico deve conoscere in maniera dettagliata il percorso formativo dello studente per poter valutare al meglio gli obiettivi del singolo e le competenze da acquisire nella specifica esperienza clinica; in questo modo il tutor potrà scegliere la metodologia e gli strumenti didattici più idonei e mirati che permetteranno l’elaborazione di un progetto di tirocinio personalizzato finalizzato ad un apprendimento significativo.
La normativa presente delinea in maniera esaustiva il sistema tutoriale in ambito accademico e in particolare nella sfera sanitaria, ma la sua regolamentazione specifica è affidata alle singole realtà regionali, aziendali e universitarie.
Nella realtà pisana non risulta essere presente una regolamentazione specifica della funzione del tutor clinico per la formazione infermieristica in ambito ospedaliero. La mancanza di criteri chiari che definiscono le modalità di reclutamento, le caratteristiche necessarie e le funzioni del personale dipendente dell’Aoup impegnato nella formazione accademica degli studenti all’interno delle unità operative porta a una disomogeneità che si ripercuote sulla formazione dello studente e ha come conseguenza anche una svalutazione professionale.
Questa situazione fa emergere a priori una criticità sul piano organizzativo, confermata poi anche dai risultati ottenuti dalla raccolta dei dati. Il linea generale la situazione appare molto confusa. Escludendo rare e piccole realtà in cui la sensibilità a questo argomento e la forza di volontà di alcuni professionisti hanno permesso la nascita di iniziative positive volte alla ricerca di un miglioramento, anche se circoscritto al loro ambiente, nella maggioranza delle U.O. prese in considerazione non c’è una chiara identificazione di queste figure, alcuni prendono come riferimento il professionista con più anzianità di servizio, altri un professionista per turno e in alcuni casi non se ne sente nemmeno la necessità. La formazione specifica di conseguenza risulta essere un altro punto critico. La quasi totalità degli infermieri che hanno partecipato allo studio non possiede una formazione mirata al tutoraggio degli studenti ma ne sente tuttavia la necessità. Questo dato fa capire come, anche se non ancora ufficializzata come figura, i professionisti che di fatto svolgono tale funzione riconoscano la centralità di questo ruolo nella formazione di uno studente di infermieristica e percepiscano l’esigenza di sviluppare delle competenze specifiche.
La definizione di requisiti minimi per il reclutamento dei tutor clinici e le convenzioni tra Università e Azienda sanitaria potrebbero essere gli ambiti primari sui quali agire per ottenere un riconoscimento del ruolo.
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