Thesis etd-09102013-203726 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BASILEI, GIULIA
URN
etd-09102013-203726
Thesis title
L'influenza sociale della moda. La costruzione dell'identita personale e sociale della donna, attraverso l'abbigliamento, nella seconda meta del Novecento.
Department
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Course of study
STORIA E CIVILTA'
Supervisors
correlatore Niccoli, Bruna
relatore Prof. Banti, Alberto Mario
relatore Prof. Banti, Alberto Mario
Keywords
- fashion
- identità
- identità sociale
- moda
- novecento
- riviste di moda
Graduation session start date
30/09/2013
Availability
Full
Summary
L’INFLUENZA SOCIALE DELLA MODA. LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITA’ DELLA DONNA, ATTRAVERSO L’ABBIGLIAMENTO, NELLA SECONDA META’ DEL NOVECENTO.
La moda è una realtà al tempo stesso concreta e intangibile, che risponde alle esigenze del corpo e della mente. Rispecchia le capacità produttive e commerciali di un paese, ma soprattutto crea cultura. All’interno del fenomeno moda trovano espressione le relazioni di genere, le logiche di potere economico, il gusto e la creatività di uomini e donne.
In particolare il gusto svolge un ruolo importante, in quanto la moda è una macchina estetica, ma si tratta di un gusto costruito e socialmente determinato. Il modo in cui ci abbigliamo comunica stati d’animo: ci vestiamo per dimostrare ciò che siamo, o per attribuirci un’identità diversa. La moda è un fenomeno collettivo che lascia poco spazio all’individualità, eppure in modo contraddittorio, all’interno di essa si possono affermare le proprie differenze e la propria diversità.
La moda è continuamente sollecitata dai caratteri culturali ed economici di ogni singolo paese, è perciò sempre pronta a rinnovarsi. La mutabilità nel tempo e nello spazio è una delle sue caratteristiche principali. Nel corso dei secoli sono cambiati i centri d’irradiazione delle mode: gli impulsi al cambiamento si sono spostati di regione in regione in base all’influenza politica ed economica del paese su aree molto distese. Nel Medioevo è stata l’Italia ad imporre le sue mode all’Europa, da Cinquecento fino alla fine del Seicento, è stata la Spagna ad imporsi, per poi cedere alla Francia che ha dominato il panorama, non solo europeo, della moda fino alla prima metà del Ventesimo secolo.
Dal Tredicesimo secolo in poi, la moda ha influenzato popolazioni intere, attraverso abbigliamenti, talvolta stravaganti, ha permesso agli uomini di riconoscersi in un gruppo, oppure di differenziarsene. Ma è stata a sua volta influenzata dalle persone, che l’hanno sfruttata, come durante l’epoca Moderna, quando il Re Sole, l’ha usata per i suoi scopi di potere sulla corte.
Parlare di moda non sembra più così frivolo, se la questione è posta sull’influenza che essa può avere sulla vita delle presone, e sulla formazione della loro identità; è per questo che ho deciso di indagare come e perché, ancora oggi la moda, in realtà, continui ad influenzare la quotidianità sia delle donne che degli uomini.
Il Capitolo 1 è dedicato alla contestualizzazione storico – economica dell’argomento. Per ragioni pratiche ho racchiuso l’analisi alla sola Italia e precisamente dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Ventesimo secolo. Questo è il periodo in cui l’industri della moda è nata nel Bel Paese, e contemporaneamente è divenuta “ democratica ”, cioè accessibile a tutti, ed inoltre è diventata uno dei motori fondamentali dell’economia italiana.
Con il Capitolo 2 si entra nel vivo della trattazione; infatti per capire meglio il fenomeno sociale della moda, ho analizzato due importanti riviste del settore moda, Annabella e Grazia. Analizzandone il contenuto ho potuto constatare quale tipo di immagine femminile hanno creato e divulgato, e quali conseguenze questo ha avuto sulla formazione dell’identità della donna.
Nel Terzo ed ultimo Capitolo, ho cercato di trovare conferma all’influenza della moda sulla formazione dell’identità dell’individuo, attraverso l’analisi di alcuni testi di importanti autori: psicologi come J. C. Flügel, sociologi come G. Lipovetsky e filosofi come G. Simmel, attivi nel Ventesimo secolo.
Come avrò modo di dire, la moda è allo stesso tempo distinzione da un modello predefinito e identificazione nello stesso; da ciò si deduce che la diversificazione è una proprietà fondamentale della moda, ma perché essa si confermi ha bisogno del cambiamento costante, che si è avviato dalla fine del Medioevo, in concomitanza anche di una maggiore offerta di capi di abbigliamento e di una rinnovata vivacità nelle città comunali d’Italia. Da questo momento, oltre alla distinzione sociale, si inserisce la distinzione di genere nell’abbigliamento, che ha segnato sempre più la società occidentale fino alla rivoluzione apportata dai movimenti femministi dei primi decenni del Ventesimo secolo, che hanno cercato, anche attraverso la moda, di accorciare le distanze, tra uomini e donne. Stabilire se ci siano riusciti o meno, non è lo scopo della ma tesi, che è invece quello di capire come e se la società si sia servita della moda per creare una nuova immagine femminile.
La moda è una realtà al tempo stesso concreta e intangibile, che risponde alle esigenze del corpo e della mente. Rispecchia le capacità produttive e commerciali di un paese, ma soprattutto crea cultura. All’interno del fenomeno moda trovano espressione le relazioni di genere, le logiche di potere economico, il gusto e la creatività di uomini e donne.
In particolare il gusto svolge un ruolo importante, in quanto la moda è una macchina estetica, ma si tratta di un gusto costruito e socialmente determinato. Il modo in cui ci abbigliamo comunica stati d’animo: ci vestiamo per dimostrare ciò che siamo, o per attribuirci un’identità diversa. La moda è un fenomeno collettivo che lascia poco spazio all’individualità, eppure in modo contraddittorio, all’interno di essa si possono affermare le proprie differenze e la propria diversità.
La moda è continuamente sollecitata dai caratteri culturali ed economici di ogni singolo paese, è perciò sempre pronta a rinnovarsi. La mutabilità nel tempo e nello spazio è una delle sue caratteristiche principali. Nel corso dei secoli sono cambiati i centri d’irradiazione delle mode: gli impulsi al cambiamento si sono spostati di regione in regione in base all’influenza politica ed economica del paese su aree molto distese. Nel Medioevo è stata l’Italia ad imporre le sue mode all’Europa, da Cinquecento fino alla fine del Seicento, è stata la Spagna ad imporsi, per poi cedere alla Francia che ha dominato il panorama, non solo europeo, della moda fino alla prima metà del Ventesimo secolo.
Dal Tredicesimo secolo in poi, la moda ha influenzato popolazioni intere, attraverso abbigliamenti, talvolta stravaganti, ha permesso agli uomini di riconoscersi in un gruppo, oppure di differenziarsene. Ma è stata a sua volta influenzata dalle persone, che l’hanno sfruttata, come durante l’epoca Moderna, quando il Re Sole, l’ha usata per i suoi scopi di potere sulla corte.
Parlare di moda non sembra più così frivolo, se la questione è posta sull’influenza che essa può avere sulla vita delle presone, e sulla formazione della loro identità; è per questo che ho deciso di indagare come e perché, ancora oggi la moda, in realtà, continui ad influenzare la quotidianità sia delle donne che degli uomini.
Il Capitolo 1 è dedicato alla contestualizzazione storico – economica dell’argomento. Per ragioni pratiche ho racchiuso l’analisi alla sola Italia e precisamente dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Ventesimo secolo. Questo è il periodo in cui l’industri della moda è nata nel Bel Paese, e contemporaneamente è divenuta “ democratica ”, cioè accessibile a tutti, ed inoltre è diventata uno dei motori fondamentali dell’economia italiana.
Con il Capitolo 2 si entra nel vivo della trattazione; infatti per capire meglio il fenomeno sociale della moda, ho analizzato due importanti riviste del settore moda, Annabella e Grazia. Analizzandone il contenuto ho potuto constatare quale tipo di immagine femminile hanno creato e divulgato, e quali conseguenze questo ha avuto sulla formazione dell’identità della donna.
Nel Terzo ed ultimo Capitolo, ho cercato di trovare conferma all’influenza della moda sulla formazione dell’identità dell’individuo, attraverso l’analisi di alcuni testi di importanti autori: psicologi come J. C. Flügel, sociologi come G. Lipovetsky e filosofi come G. Simmel, attivi nel Ventesimo secolo.
Come avrò modo di dire, la moda è allo stesso tempo distinzione da un modello predefinito e identificazione nello stesso; da ciò si deduce che la diversificazione è una proprietà fondamentale della moda, ma perché essa si confermi ha bisogno del cambiamento costante, che si è avviato dalla fine del Medioevo, in concomitanza anche di una maggiore offerta di capi di abbigliamento e di una rinnovata vivacità nelle città comunali d’Italia. Da questo momento, oltre alla distinzione sociale, si inserisce la distinzione di genere nell’abbigliamento, che ha segnato sempre più la società occidentale fino alla rivoluzione apportata dai movimenti femministi dei primi decenni del Ventesimo secolo, che hanno cercato, anche attraverso la moda, di accorciare le distanze, tra uomini e donne. Stabilire se ci siano riusciti o meno, non è lo scopo della ma tesi, che è invece quello di capire come e se la società si sia servita della moda per creare una nuova immagine femminile.
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