Tesi etd-09092015-191131 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE LUCA, MARIANGELA
URN
etd-09092015-191131
Titolo
La Street Art nell’epoca del multimediale: alcuni esempi
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Lischi, Alessandra
Parole chiave
- arte contemporanea
- Blu
- epoca multimediale
- mapping
- Street art
- video arte
- writing
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/09/2085
Riassunto
Questa tesi nasce da un interesse sviluppatosi già durante il corso della laurea triennale verso la street art. L’idea è di ampliare l’argomento già trattato andando a esaminare gli ambiti che non erano stati presi in considerazione, con uno sguardo specifico alle innovazioni in campo artistico nell’epoca del multimediale.
Pur essendo da sempre appassionata di arte contemporanea e di videoarte, durante la laurea triennale non ho avuto la possibilità di seguire corsi che potessero indirizzarmi verso questa forma artistica che invece ho scoperto essere forse uno dei punti più interessanti del corso di studi magistrale. Anche da questa nuova esperienza nasce l’idea di riprendere un discorso già terminato, per condurre la discussione verso una via che non era stata percorsa e che mi ha permesso di scoprire nuove forme di street art.
La tesi triennale verteva sull’aspetto economico del guerrilla marketing, poiché il mio percorso prevedeva una parte di studi umanistici, nello specifico studi riguardanti il cinema e la storia dell’arte, e una parte di studi economici sulla gestione delle attività culturali. Queste limitazioni hanno permesso di descrivere il fenomeno della Culture Jamming senza riuscire ad affrontare in modo approfondito la parte artistica e la sua conseguente evoluzione nel tempo e senza poter analizzare il fattore antropologico che ha permesso la nascita del fenomeno più generale del Graffitismo.
Una prima parte introduttiva si occuperà della definizione di ‘città’ e dei suoi mutamenti, di come lo sviluppo del capitalismo abbia causato grandi fratture e differenze all’interno della società creando il fenomeno dell’emarginazione della parte più povera della popolazione confinata ai margini appunto della città stessa. Da questo avvenimento nasce la volontà e la necessità di affermazione identitaria di un gruppo di giovani che spinto dal bisogno di riappropriarsi dei propri spazi, si rende visibile, annuncia la propria presenza attraverso il graffiti writing.
Il passo successivo è una personale reinterpretazione del pensiero del situazionista Guy Debord esposto nel celebre saggio intitolato La società dello spettacolo. Visto in un’ottica contemporanea, e dopo aver affrontato le cause che hanno portato alla nascita nel Graffitismo, mi è sembrato necessario invertire la polarità del pensiero debordiano considerando gli effetti positivi che lo spettacolo ha sulla società e sul potere che esso può esercitare sui cittadini.
Per capire le cause e le conseguenze del gesto di ri-scrittura urbana e di ri-appropriazione del territorio, è stato necessario introdurre anche un brevissimo studio sul significato del termine ‘paesaggio’ e sulla sua importanza a livello umano e quindi antropologico considerato che il paesaggio esiste dove lo sguardo lo percepisce e lo rende un simbolo della quotidianità in cui l’uomo vive e in cui si identifica.
La ri-scrittura del paesaggio è quindi qualcosa che a livello umano permette all’individuo di rendere riconoscibile la città che abita, e in un momento in cui tutto è effimero e veloce, in cui camminando per strada si viene bombardati da immagini e simboli sempre nuovi e diversi, la street art diventa un segno concreto e distintivo. All’interno di una società in cui anche l’arte risulta spesso essere un semplice prodotto di mercato, la street art riapre alla libertà di espressione svincolata dal mondo istituzionalizzato dei musei e delle gallerie realizzando opere per la massa fruibili universalmente senza limiti di sorta.
La nascita del processo artistico che ha portato a svincolarsi dai limiti imposti dal mercato è da ricercare nelle avanguardie del Novecento, e in epoca contemporanea nello stesso Graffitismo.
Esistono tuttavia artisti che pur nascendo come writer alla fine si sono avvicinati al mondo istituzionalizzato dell’arte: alcuni esempi sono riportati nel paragrafo riguardante i graffiti dentro ai musei, testimonianza del fatto che nel tempo anche la street art ha raggiunto una valenza artistica notevole, perdendo forse il carattere ribelle e politico che inizialmente aveva ma mantenendo la peculiarità di essere l’occhio critico sulla società contemporanea e sui suoi mutamenti.
Dopo questa prima parte introduttiva, in cui già viene analizzata in parte l’evoluzione del movimento, l’attenzione si sposterà sulle possibilità innovative fornite dal multimediale: il caso specifico di riferimento sarà la produzione di lavori di animazione realizzati da Blu a partire dal 2007.
Il secondo capitolo è quindi interamente dedicato alla presentazione dell’artista, di alcune delle sue opere in Italia e nel mondo, sino ad arrivare alla sua intuizione in merito alla realizzazione di video che ha avvicinato il mondo dei graffiti alla produzione multimediale.
L’intento della tesi, come già si è detto, è quello di considerare le innovazioni che hanno investito il movimento della street art: il capitolo su Blu mi ha permesso di creare un collegamento fra due mondi che sembrano agli antipodi, cioè l’Arte urbana e il digitale.
L’idea di crossover fra mondi così distanti è aiutato dalle potenzialità del multimediale e dall’avvento di internet e del computer che hanno reso labili i confini di comunicazione ma anche di interazione fra più supporti e forme d’arte.
A seguire quindi, nel terzo capitolo, è presentato un breve studio sul concetto di ‘sintesi delle arti’ che partendo dall’idea di Opera d’arte totale di Wagner arriva sino all’avvento del multimediale. L’intento è di ricreare una breve panoramica della storia del digitale e delle sue varie implicazioni. Un paragrafo sarà dedicato anche alla net art, forse uno dei fenomeni più recenti ma allo stesso tempo già estremamente diffuso.
Tutta questa premessa sarà utile per capire quali siano i possibili punti di contatto fra i prodotti artistici digitali e la street art.
L’ipotesi che questo connubio potesse essere effettivamente realizzabile e credibile è nato in me dopo aver frequentato il corso relativo al rapporto fra arte e multimedialità, dove per la prima volta ho potuto ammirare le opere di videomapping del gruppo tedesco URBANSCREEN.
Il videomapping è sostanzialmente una video proiezione su uno spazio architettonico che viene appunto ‘mappato’. L’artista successivamente alla mappatura crea un video che interagisce con le geometrie della superficie prescelta ricreando su di essa uno spettacolo unico che resterà legato per sempre a un luogo specifico e a un evento specifico, come in fondo succede anche per il graffiti writing.
Ho scelto quindi di presentare alcune opere di URBANSCREEN come esempio, forse azzardato, di un nuovo modo di concepire la street art.
Ho provato a mettere in relazione le principali caratteristiche che contraddistinguono il movimento della street art con il videomapping con il fine di descrivere appunto il processo evolutivo della street art nei decenni dalla sua nascita fino all’epoca contemporanea.
La ricerca di materiale mi ha portato a scoprire numerose opere di street art che in un certo senso sono rappresentative di questa evoluzione. Fra tutte ho pensato potessero essere interessanti e pertinenti le opere in 3D realizzate da Alice Pasquini e Stefano C. Montesi che mi hanno permesso una riflessione conclusiva: la street art è un movimento che raccoglie nel suo essere una grande quantità di variabili, spazia dalla pittura al video, dal legale all’illegale, dal gigante al piccolo, è mutevole e sempre in movimento, ma è rimasta nei decenni l’arte rappresentativa della società, del cittadino e della città stessa che assieme a essa si trasforma ed evolve.
Pur essendo da sempre appassionata di arte contemporanea e di videoarte, durante la laurea triennale non ho avuto la possibilità di seguire corsi che potessero indirizzarmi verso questa forma artistica che invece ho scoperto essere forse uno dei punti più interessanti del corso di studi magistrale. Anche da questa nuova esperienza nasce l’idea di riprendere un discorso già terminato, per condurre la discussione verso una via che non era stata percorsa e che mi ha permesso di scoprire nuove forme di street art.
La tesi triennale verteva sull’aspetto economico del guerrilla marketing, poiché il mio percorso prevedeva una parte di studi umanistici, nello specifico studi riguardanti il cinema e la storia dell’arte, e una parte di studi economici sulla gestione delle attività culturali. Queste limitazioni hanno permesso di descrivere il fenomeno della Culture Jamming senza riuscire ad affrontare in modo approfondito la parte artistica e la sua conseguente evoluzione nel tempo e senza poter analizzare il fattore antropologico che ha permesso la nascita del fenomeno più generale del Graffitismo.
Una prima parte introduttiva si occuperà della definizione di ‘città’ e dei suoi mutamenti, di come lo sviluppo del capitalismo abbia causato grandi fratture e differenze all’interno della società creando il fenomeno dell’emarginazione della parte più povera della popolazione confinata ai margini appunto della città stessa. Da questo avvenimento nasce la volontà e la necessità di affermazione identitaria di un gruppo di giovani che spinto dal bisogno di riappropriarsi dei propri spazi, si rende visibile, annuncia la propria presenza attraverso il graffiti writing.
Il passo successivo è una personale reinterpretazione del pensiero del situazionista Guy Debord esposto nel celebre saggio intitolato La società dello spettacolo. Visto in un’ottica contemporanea, e dopo aver affrontato le cause che hanno portato alla nascita nel Graffitismo, mi è sembrato necessario invertire la polarità del pensiero debordiano considerando gli effetti positivi che lo spettacolo ha sulla società e sul potere che esso può esercitare sui cittadini.
Per capire le cause e le conseguenze del gesto di ri-scrittura urbana e di ri-appropriazione del territorio, è stato necessario introdurre anche un brevissimo studio sul significato del termine ‘paesaggio’ e sulla sua importanza a livello umano e quindi antropologico considerato che il paesaggio esiste dove lo sguardo lo percepisce e lo rende un simbolo della quotidianità in cui l’uomo vive e in cui si identifica.
La ri-scrittura del paesaggio è quindi qualcosa che a livello umano permette all’individuo di rendere riconoscibile la città che abita, e in un momento in cui tutto è effimero e veloce, in cui camminando per strada si viene bombardati da immagini e simboli sempre nuovi e diversi, la street art diventa un segno concreto e distintivo. All’interno di una società in cui anche l’arte risulta spesso essere un semplice prodotto di mercato, la street art riapre alla libertà di espressione svincolata dal mondo istituzionalizzato dei musei e delle gallerie realizzando opere per la massa fruibili universalmente senza limiti di sorta.
La nascita del processo artistico che ha portato a svincolarsi dai limiti imposti dal mercato è da ricercare nelle avanguardie del Novecento, e in epoca contemporanea nello stesso Graffitismo.
Esistono tuttavia artisti che pur nascendo come writer alla fine si sono avvicinati al mondo istituzionalizzato dell’arte: alcuni esempi sono riportati nel paragrafo riguardante i graffiti dentro ai musei, testimonianza del fatto che nel tempo anche la street art ha raggiunto una valenza artistica notevole, perdendo forse il carattere ribelle e politico che inizialmente aveva ma mantenendo la peculiarità di essere l’occhio critico sulla società contemporanea e sui suoi mutamenti.
Dopo questa prima parte introduttiva, in cui già viene analizzata in parte l’evoluzione del movimento, l’attenzione si sposterà sulle possibilità innovative fornite dal multimediale: il caso specifico di riferimento sarà la produzione di lavori di animazione realizzati da Blu a partire dal 2007.
Il secondo capitolo è quindi interamente dedicato alla presentazione dell’artista, di alcune delle sue opere in Italia e nel mondo, sino ad arrivare alla sua intuizione in merito alla realizzazione di video che ha avvicinato il mondo dei graffiti alla produzione multimediale.
L’intento della tesi, come già si è detto, è quello di considerare le innovazioni che hanno investito il movimento della street art: il capitolo su Blu mi ha permesso di creare un collegamento fra due mondi che sembrano agli antipodi, cioè l’Arte urbana e il digitale.
L’idea di crossover fra mondi così distanti è aiutato dalle potenzialità del multimediale e dall’avvento di internet e del computer che hanno reso labili i confini di comunicazione ma anche di interazione fra più supporti e forme d’arte.
A seguire quindi, nel terzo capitolo, è presentato un breve studio sul concetto di ‘sintesi delle arti’ che partendo dall’idea di Opera d’arte totale di Wagner arriva sino all’avvento del multimediale. L’intento è di ricreare una breve panoramica della storia del digitale e delle sue varie implicazioni. Un paragrafo sarà dedicato anche alla net art, forse uno dei fenomeni più recenti ma allo stesso tempo già estremamente diffuso.
Tutta questa premessa sarà utile per capire quali siano i possibili punti di contatto fra i prodotti artistici digitali e la street art.
L’ipotesi che questo connubio potesse essere effettivamente realizzabile e credibile è nato in me dopo aver frequentato il corso relativo al rapporto fra arte e multimedialità, dove per la prima volta ho potuto ammirare le opere di videomapping del gruppo tedesco URBANSCREEN.
Il videomapping è sostanzialmente una video proiezione su uno spazio architettonico che viene appunto ‘mappato’. L’artista successivamente alla mappatura crea un video che interagisce con le geometrie della superficie prescelta ricreando su di essa uno spettacolo unico che resterà legato per sempre a un luogo specifico e a un evento specifico, come in fondo succede anche per il graffiti writing.
Ho scelto quindi di presentare alcune opere di URBANSCREEN come esempio, forse azzardato, di un nuovo modo di concepire la street art.
Ho provato a mettere in relazione le principali caratteristiche che contraddistinguono il movimento della street art con il videomapping con il fine di descrivere appunto il processo evolutivo della street art nei decenni dalla sua nascita fino all’epoca contemporanea.
La ricerca di materiale mi ha portato a scoprire numerose opere di street art che in un certo senso sono rappresentative di questa evoluzione. Fra tutte ho pensato potessero essere interessanti e pertinenti le opere in 3D realizzate da Alice Pasquini e Stefano C. Montesi che mi hanno permesso una riflessione conclusiva: la street art è un movimento che raccoglie nel suo essere una grande quantità di variabili, spazia dalla pittura al video, dal legale all’illegale, dal gigante al piccolo, è mutevole e sempre in movimento, ma è rimasta nei decenni l’arte rappresentativa della società, del cittadino e della città stessa che assieme a essa si trasforma ed evolve.
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