Tesi etd-09082021-203509 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VEGNUTI, ELEONORA
URN
etd-09082021-203509
Titolo
Il Casino Colocci-Del Bufalo di Roma: una proposta di dialogo tra il ciclo pittorico e la collezione di sculture.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Prof.ssa Maffei, Sonia
correlatore Prof.ssa Maffei, Sonia
Parole chiave
- Casino
- collezionismo
- Colocci Angelo
- Del Bufalo
- Metamorfosi
- Ovidio
- Polidoro da Caravaggio
- Roma
Data inizio appello
27/09/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/09/2091
Riassunto
La presente ricerca ha come oggetto l’approfondimento iconografico-iconologico dell’apparato decorativo pittorico e scultoreo del Casino Colocci-Del Bufalo di Roma, demolito nel giugno 1885 a seguito del progetto di allargamento di via del Tritone, previsto dal Piano Regolatore del 1883. Il lavoro di tesi si propone una duplice finalità: analizzare, da un lato, il ciclo di affreschi monocromi realizzati da Polidoro da Caravaggio (1499/1500-1543) e Maturino da Firenze (1490-1528) raffiguranti il mito di Perseo, tratto dai libri IV-V delle Metamorfosi ovidiane; dall’altro, ricostruire la collezione scultorea presente in questo esempio di giardino all’antica, indagando il rapporto che intercorreva fra questo allestimento e gli affreschi raffiguranti le storie di Perseo. Nell’ottica di un’analisi che permetta di descrivere il quadro storico-artistico dell’edificio nel suo complesso, tale lavoro di ricerca esamina le due principali ipotesi di committenza sostenute dalla critica: l’umanista jesino Angelo Colocci (1474-1549) e i due esponenti della famiglia Del Bufalo, rispettivamente Antonio e Stefano. La prima parte del lavoro è strutturata in tre capitoli: il primo ha come oggetto lo studio della topografia del luogo, le vicende legate alla demolizione ottocentesca e, infine, l’esame degli atti notarili riguardanti i vari passaggi di proprietà dell’edificio.
Il secondo capitolo riguarda l’analisi iconografica degli affreschi monocromi, mentre nel terzo capitolo sono esaminate le ipotesi di datazione del ciclo.
La seconda parte è suddivisa in due capitoli: il quarto indaga le due principali ipotesi di committenza enunciate dalla critica, ossia l’umanista jesino Angelo Colocci (1424-1549) e i due esponenti della famiglia Del Bufalo, rispettivamente Antonio e il figlio Stefano.
Il quinto capitolo intende concentrarsi sulla ricostruzione della collezione scultorea: dopo aver esaminato le testimonianze letterarie e confrontato i pareri della critica attuale, è studiata la raccolta archeologica e, infine, viene investigato il legame intercorso tra l’apparato pittorico e la collezione di statue.
Il secondo capitolo riguarda l’analisi iconografica degli affreschi monocromi, mentre nel terzo capitolo sono esaminate le ipotesi di datazione del ciclo.
La seconda parte è suddivisa in due capitoli: il quarto indaga le due principali ipotesi di committenza enunciate dalla critica, ossia l’umanista jesino Angelo Colocci (1424-1549) e i due esponenti della famiglia Del Bufalo, rispettivamente Antonio e il figlio Stefano.
Il quinto capitolo intende concentrarsi sulla ricostruzione della collezione scultorea: dopo aver esaminato le testimonianze letterarie e confrontato i pareri della critica attuale, è studiata la raccolta archeologica e, infine, viene investigato il legame intercorso tra l’apparato pittorico e la collezione di statue.
File
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