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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09082020-145519


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
INCERPI, ILARIA
URN
etd-09082020-145519
Titolo
Due spalliere ovidiane di Michele Ciampanti: l'artista, il genere e i miti
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • Euridice
  • Michele Ciampanti
  • Orfeo
  • Ovidio
  • Proserpina
  • spalliere
Data inizio appello
28/09/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/09/2060
Riassunto
La mia ricerca di tesi magistrale si focalizza su due tavole di fine Quattrocento di mano dell’artista lucchese Michele Ciampanti, con raffigurati i miti ovidiani del ratto di Proserpina e di Orfeo ed Euridice. I due dipinti sembrano essere stati pensati ed esposti in coppia e si contraddistinguono per una certa originalità nei dettagli e nello stile.
Oggi le tavole fanno parte di una collezione privata fiorentina, ma all’interno del catalogo della mostra su Francesco di Giorgio e il Rinascimento a Siena (1993) sono contenute due schede, curate da Aldo Galli, con le riproduzioni a colori delle spalliere.
Il mio lavoro parte dall’analisi della vita e del catalogo di Michele Ciampanti, a lungo conosciuto come “Maestro di Stratonice”; ho collocato le due tavole all’interno del percorso creativo dell’artista, in termini cronologici e stilistici. Prima mi sono concentrata brevemente sull’organizzazione governativa e sociale della Lucca quattrocentesca, spiegando le forme e le tipologie di committenza. Successivamente ho ricostruito il catalogo di Ciampanti, andando a collocare le sue opere in tre diversi momenti: il momento delle simpatie senesi, il secondo momento degli aggiornamenti fiorentini e il terzo momento degli scambi lucchesi.
Il secondo e centrale capitolo della mia tesi si focalizza sull’analisi dei due dipinti realizzati da Michele Ciampanti con raffigurati gli episodi mitologici del Ratto di Proserpina e delle Storie di Orfeo ed Euridice.
Le due tavole sono state certamente pensate en pendant e colpiscono per una certa originalità nel rappresentare i due miti. Gli aspetti problematici che ruotano attorno ai due dipinti sono ancora molti: la loro datazione è incerta così come è incerta l’identità del secondo artista che avrebbe contribuito alla realizzazione del pannello con Storie di Orfeo ed Euridice. Gli storici dell’arte hanno portato avanti varie ipotesi sul nome dell’artista che avrebbe concluso la tavola.
La parte centrale della mia tesi riguarda lo studio iconografico delle due tavole a tema mitologico, con l’analisi e l’interpretazione dei dettagli.
Ciò che certamente accomuna i due miti rappresentati è l’avere a che fare con l’Ade: da una parte troviamo Plutone che trascina Proserpina all’Inferno, dall’altra Orfeo che intona un canto per riportare in vita e sulla terra Euridice. Dopo aver descritto e analizzato i due dipinti, un breve excursus sulle fonti letterarie dei due miti permette di ipotizzare a quali fonti Ciampanti potrebbe essersi ispirato, a fine Quattrocento, per la realizzazione delle sue due spalliere.
Successivamente, ho passato in rassegna le rappresentazioni più significative dei due miti, che in qualche modo intrattengono un rapporto iconografico con la coppia di dipinti di Ciampanti, concentrandomi sul XV secolo e dando particolare attenzione alle illustrazioni delle varie versioni del testo ovidiano delle Metamorfosi.
I dipinti, pensati in coppia, con il Ratto di Proserpina e Storie di Orfeo ed Euridice si è soliti classificarli come appartenenti al genere delle spalliere, che nonostante abbia avuto una grande fortuna in Toscana tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, è stato poco studiato.
Nell’ultimo capitolo del mio lavoro ho dato una definizione del genere e ho mostrato perchè i due dipinti a tema mitologico di Ciampanti possono essere considerati spalliere, basandomi sull’analisi delle caratteristiche formali e compositive dei dipinti.
Il Ratto di Proserpina e Storie di Orfeo ed Euridice sono due opere su cui sappiamo davvero poco: non conosciamo il nome del committente, l’occasione e la stanza per la quale sono stati commissionati. Tuttavia, il genere di dipinti a cui appartengono si caratterizza per alcuni elementi unici e precisi, che tornano e che accomunano quasi tutti i cicli di spalliera della fine del Quattrocento. Le spalliere venivano tipicamente commissionate in occasione di matrimoni e questo giustifica la predominanza di temi a carattere mitologico-amoroso. Le storie rappresentate dovevano essere di buon augurio per la coppia o di ammonimento per la novella sposa.
Infine ho passato in rassegna le varie tipologie di spalliere esistenti a partire dalla fine del Quattrocento, cercando di portare alcuni tra i più esaustivi esempi di spalliere toscane, concentrandomi su quelle ovidiane a tema epitalamico.
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