logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09082011-110927


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
VITOLO, EDOARDO
URN
etd-09082011-110927
Titolo
Fenotipi peculiari di nefropatia diabetica e identificazione di markers di malattia tramite analisi metabolomica: lo studio RIACE
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Solini, Anna
Parole chiave
  • alfa-idrossibutirrato
  • linoleoilglicerofosfocolina
Data inizio appello
27/09/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/09/2051
Riassunto
La nefropatia è la più temibile e invalidante complicanza cronica del diabete, considerata la principale causa di ESRD (End Stage of Renal Disease), gravata da un’elevata mortalità, e correlata ad altissimi costi economici. Importanti studi epidemiologici sollevano il problema di un’insufficiente performance sia della escrezione urinaria di albumina (AER) sia del filtrato glomerulare stimato (eGFR) come indicatori clinici precoci di riduzione della funzione renale in corso di diabete tipo 2, soprattutto alla luce del frequente riscontro di un eGFR ridotto in pazienti normoalbuminurici. Questo problema è stato riconosciuto dall’American Society of Nephrology, che di recente ha indicato come prioritario lo sviluppo di biomarcatori e algoritmi predittivi per identificare il rischio di insufficienza renale cronica nei pazienti con diabete di tipo 2, in modo da consentire la realizzazione di efficaci programmi di prevenzione.
Il nostro lavoro fonda le sue basi sui dati dello studio RIACE (Renal Insufficiency and Cardiovascular Events Study). I dati trasversali di questo ampio studio di coorte (15,773 pazienti reclutati), in corso presso alcuni centri diabetologici italiani, tra cui quelli della A.O.U.P., indica che il danno renale non albuminurico è il fenotipo predominante degli stadi III e IV di malattia renale cronica (CKD) nel diabete di tipo 2, e prevale sul fenotipo albuminurico a prescindere dall’età del paziente. Questo potrebbe riflettere un cambiamento nella patogenesi del danno renale nel diabete di tipo 2, probabilmente correlato al cambiamento delle strategie terapeutiche.
Nell’ambito di questo studio, abbiamo selezionato un sottogruppo di pazienti provenienti dai centri di Pisa e di Roma Sapienza. I criteri di esclusione erano: HbA1c >8.2%, eGFR > 30 ml/min/1.73m2, età compresa tra i 45 e i 75 aa; a ciascuno di questi soggetti abbiamo prelevato un campione di sangue e uno di urine sui quali eseguire l’analisi metabolomica, al duplice scopo di: a) validare due marcatori di sensibilità insulinica recentemente identificati in due popolazioni non diabetiche anche nel diabete tipo 2, verificando la possibile variazione delle concentrazioni plasmatiche di questi biomarcatori al variare della funzionalità renale; b) identificare eventuali marcatori ematici ed urinari di ridotta funzione renale complementari o alternativi alla microalbuminuria.
A tale scopo, abbiamo utilizzato una piattaforma tecnologica globale inizialmente fornita dalla Metabolon Inc (Raleigh-Durham, NC, USA), che si serve della combinazione della cromatografia liquida ad ultra pressione (UPLC) e della gas-cromatografia associata alla spettrometria di massa.
I risultati preliminari di questa analisi hanno documentato che α-idrossibutirrato (un prodotto del catabolismo di treonina e metionina e dell’anabolismo del glutatione) e linoleoilglicerofosfocolina (un glicerofosfolipide che sembrerebbe esercitare un effetto protettivo di tipo antiossidante sulle cellule, e fungere da “serbatoio” di colina),
due metaboliti che nella popolazione generale sembrano configurarsi come nuovi marcatori di insulino-resistenza (il primo) e di insulino-sensibilità (il secondo), nei pazienti con diabete tipo 2, pur correlando strettamente con la glicemia, sono indipendenti sia dal filtrato glomerulare sia dalla presenza o meno di albuminuria.
File