Tesi etd-09072022-153214 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SPAGNOLO, FRANCESCA
URN
etd-09072022-153214
Titolo
Il ruolo delle arborizzazioni del dotto tireoglosso negli outcome post-chirurgici dell'intervento di Sistrunk in pazienti pediatrici
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Spinelli, Claudio
Parole chiave
- arborizzazione del dotto tireoglosso
- cisti del dotto tireoglosso
- età pediatrica
- intervento di Sistrunk
- recidiva
Data inizio appello
27/09/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/09/2025
Riassunto
Le cisti del dotto tireoglosso sono la malformazione congenita nella zona mediana del collo più
frequente in età pediatrica. Esse sono dovute alla persistenza di una qualsiasi porzione del dotto
tireoglosso, che normalmente viene riassorbito completamente, sulla linea mediana del collo nella
regione compresa tra la radice della lingua e la fossetta del giugolo. Nella maggior parte dei casi,
sono tumefazioni asintomatiche che giungono all’attenzione del medico per motivi estetici, sebbene
l’exeresi chirurgica di una cisti del dotto tireoglosso venga sempre eseguita per evitare una possibile
degenerazione maligna. Il gold standard per il trattamento di queste lesioni è l’intervento di Sistrunk
che prevede una cistectomia en bloc con una ioidectomia centrale e l’asportazione di una porzione
della radice della lingua di 2-3 mm fino alla mucosa del forame cieco, mantenendo, con tale
procedura, il rischio di recidiva al 4%.
Quando l’intervento chirurgico è eseguito correttamente, il rischio di complicanze maggiori è
minimo. Tra le complicanze minori più frequenti vi sono la recidiva e il risultato estetico della
cicatrice, per il quale sono stati introdotti metodi innovativi per eseguire l’incisione cutanea in un'area
meno evidente, utilizzando anche la chirurgia robotica, o trattamenti alternativi alla chirurgia come
la scleroterapia con etanolo, eseguibile anche in regime ambulatoriale.
Per ridurre ulteriormente il tasso di ricaduta e di reintervento, sono stati presi in considerazione alcuni
possibili fattori di rischio quali la chirurgia eseguita durante la fase infiammatoria, la rottura della
cisti durante la dissezione, i dotti tireoglossi multipli ed errori tecnici come un’insufficiente resezione
o un’inadeguata preparazione del chirurgo operante.
Alcuni autori hanno ipotizzato che la causa delle recidive possa essere legata ad una eventuale
arborizzazione del dotto stesso che ne rende difficile l’identificazione durante l’intervento e concorre
alla non radicale asportazione del tessuto patologico.
L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare un’eventuale correlazione tra la presenza di
multiple arborizzazioni del dotto e il tasso di recidiva post-chirurgica utilizzando i dati ricavati da una
coorte di 30 pazienti che sono stati operati per cisti del dotto tireoglosso. Diciannove pazienti (63.3%)
erano maschi, mentre 11 (36,7%) erano femmine, in una proporzione M:F=1.6:1; venti pazienti
(76,7%) presentavano una massa indolente a livello cervicale, mentre sette pazienti (23,3%)
presentavano segni di flogosi alla diagnosi: questi ultimi sono stati sottoposti ad intervento solo dopo
risoluzione del quadro flogistico attraverso terapia medica. In nessuno dei casi presi in esame è stata
diagnosticata una degenerazione neoplastica della cisti. Venticinque pazienti (83.3%) presentavano
un dotto tireoglosso con arborizzazione all’indagine anatomopatologica.
Dei pazienti operati, in 28 pazienti (93,3%) il decorso post-chirurgico è stato senza sequele, mentre
2 pazienti (6,7%) hanno presentato infezione della ferita chirurgica a un mese dall’operazione,
successivamente trattata con antibiotici con risoluzione del quadro.
Ad oggi, dopo un follow-up medio di 3,5 anni, solo 2 pazienti (6,7%), un maschio e una femmina
rispettivamente di 4 e 6 anni, hanno presentato recidiva a un anno dal primo intervento; entrambi
presentavano una storia di infiammazione ricorrente.
Considerando i dati emersi dal nostro studio, l’arborizzazione del dotto tireoglosso nel trattamento
delle cisti sembra essere irrilevante per l’outcome postoperatorio.
frequente in età pediatrica. Esse sono dovute alla persistenza di una qualsiasi porzione del dotto
tireoglosso, che normalmente viene riassorbito completamente, sulla linea mediana del collo nella
regione compresa tra la radice della lingua e la fossetta del giugolo. Nella maggior parte dei casi,
sono tumefazioni asintomatiche che giungono all’attenzione del medico per motivi estetici, sebbene
l’exeresi chirurgica di una cisti del dotto tireoglosso venga sempre eseguita per evitare una possibile
degenerazione maligna. Il gold standard per il trattamento di queste lesioni è l’intervento di Sistrunk
che prevede una cistectomia en bloc con una ioidectomia centrale e l’asportazione di una porzione
della radice della lingua di 2-3 mm fino alla mucosa del forame cieco, mantenendo, con tale
procedura, il rischio di recidiva al 4%.
Quando l’intervento chirurgico è eseguito correttamente, il rischio di complicanze maggiori è
minimo. Tra le complicanze minori più frequenti vi sono la recidiva e il risultato estetico della
cicatrice, per il quale sono stati introdotti metodi innovativi per eseguire l’incisione cutanea in un'area
meno evidente, utilizzando anche la chirurgia robotica, o trattamenti alternativi alla chirurgia come
la scleroterapia con etanolo, eseguibile anche in regime ambulatoriale.
Per ridurre ulteriormente il tasso di ricaduta e di reintervento, sono stati presi in considerazione alcuni
possibili fattori di rischio quali la chirurgia eseguita durante la fase infiammatoria, la rottura della
cisti durante la dissezione, i dotti tireoglossi multipli ed errori tecnici come un’insufficiente resezione
o un’inadeguata preparazione del chirurgo operante.
Alcuni autori hanno ipotizzato che la causa delle recidive possa essere legata ad una eventuale
arborizzazione del dotto stesso che ne rende difficile l’identificazione durante l’intervento e concorre
alla non radicale asportazione del tessuto patologico.
L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare un’eventuale correlazione tra la presenza di
multiple arborizzazioni del dotto e il tasso di recidiva post-chirurgica utilizzando i dati ricavati da una
coorte di 30 pazienti che sono stati operati per cisti del dotto tireoglosso. Diciannove pazienti (63.3%)
erano maschi, mentre 11 (36,7%) erano femmine, in una proporzione M:F=1.6:1; venti pazienti
(76,7%) presentavano una massa indolente a livello cervicale, mentre sette pazienti (23,3%)
presentavano segni di flogosi alla diagnosi: questi ultimi sono stati sottoposti ad intervento solo dopo
risoluzione del quadro flogistico attraverso terapia medica. In nessuno dei casi presi in esame è stata
diagnosticata una degenerazione neoplastica della cisti. Venticinque pazienti (83.3%) presentavano
un dotto tireoglosso con arborizzazione all’indagine anatomopatologica.
Dei pazienti operati, in 28 pazienti (93,3%) il decorso post-chirurgico è stato senza sequele, mentre
2 pazienti (6,7%) hanno presentato infezione della ferita chirurgica a un mese dall’operazione,
successivamente trattata con antibiotici con risoluzione del quadro.
Ad oggi, dopo un follow-up medio di 3,5 anni, solo 2 pazienti (6,7%), un maschio e una femmina
rispettivamente di 4 e 6 anni, hanno presentato recidiva a un anno dal primo intervento; entrambi
presentavano una storia di infiammazione ricorrente.
Considerando i dati emersi dal nostro studio, l’arborizzazione del dotto tireoglosso nel trattamento
delle cisti sembra essere irrilevante per l’outcome postoperatorio.
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