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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09072022-124335


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ARSENA, GIULIA
URN
etd-09072022-124335
Titolo
Bassa autostima e depressione: effetto buffering della Flessibilità Psicologica
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof.ssa Berrocal Montiel, Carmen
correlatore Dott.ssa Compare, Lisa
Parole chiave
  • Autostima
  • Depressione
  • Flessibilità Psicologica
  • Fusione Cognitiva
  • Accettazione
Data inizio appello
29/09/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/09/2025
Riassunto
In psicologia, diversi modelli teorici hanno considerato la bassa autostima un fattore causativo della depressione. La terapia cognitivo-comportamentale classica, ad esempio, ha ipotizzato che i pensieri autosvalutanti suggestivi di una bassa autostima siano predittori della sintomatologia depressiva. Questi assunti sono coerenti con la letteratura, dove numerosi studi concludono che l’associazione tra bassa autostima e aumento dei sintomi depressivi è significativa. Negli ultimi decenni, tuttavia, nuovi approcci psicologici, mettendo in discussione le teorie precedenti, hanno proposto interpretazioni alternative dell’eziologia psicopatologica. Tra questi, modelli cognitivo-comportamentali di terza generazione, come il modello di Flessibilità Psicologica, suggeriscono che la relazione tra bassa autostima e depressione sia moderata da altri fattori, al punto che non sarebbe tanto la bassa autostima in sé, ma la Flessibilità con cui vi si aderisce a predire i sintomi depressivi. Pertanto, la bassa autostima non sarebbe disfunzionale se non in un contesto di (In)Flessibilità Psicologica come, ad esempio, in condizioni di alta Fusione Cognitiva e bassa Accettazione.
Questo studio si propone di indagare se la Fusione Cognitiva (FC), l’Accettazione (A) e la Flessibilità Psicologica (FP) moderano la relazione tra autostima e depressione. Facendo riferimento al modello dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), è stato ipotizzato che la relazione tra autostima e depressione sia più forte nei soggetti con alti livelli di FC o con bassa FP o con bassa A rispetto ai soggetti con bassa FC o alta FP o alta A.
Hanno preso parte allo studio un totale di 379 studenti universitari (73.9% femmine; M= 22.91 anni; SD= 6.78). I partecipanti hanno completato misure di FC, FP, A, autostima e depressione, rispettivamente la Cognitive Fusion Questionnaire-7, l’Acceptance and Action Questionnaire-II, la Kentucky Inventory of Mindfulness Skills, la Rosenberg Self-Esteem Scale e la Beck Depression Inventory-I.
I risultati dell’analisi di regressione hanno evidenziato che valori inferiori di autostima, A e FP così come valori di FC più elevati si associano a una maggior depressione. Tutti i termini di interazione (autostima x FC/FP/A) sono significativi, suggerendo che l’effetto dell’autostima sulla depressione dipende dai livelli di FC/FP/A. Per indagare la natura di tali interazioni sono state condotte ulteriori analisi di regressione separando i soggetti con valori alti di FC, FP ed A da quelli con valori bassi. I risultati hanno mostrato una significativa associazione negativa tra autostima e depressione, tuttavia, la relazione era più forte nel gruppo “alto” per FC, da una parte, e nel gruppo “basso” per A e FP, dall’altra.
Queste evidenze avvalorano l’ipotesi che FC, FP e A moderino la relazione tra autostima e depressione, e, pertanto, che la Flessibilità Psicologica potrebbe limitare gli effetti dannosi della bassa autostima sull’umore.
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