Tesi etd-09072020-223352 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LUCCHINELLI, FRANCESCA
URN
etd-09072020-223352
Titolo
"UNA VITA DA TRAVETTO": la figura dell'impiegato nella letteratura moderna.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LETTERATURE E FILOLOGIE EUROPEE
Relatori
relatore Prof. Zatti, Sergio
correlatore Prof. Brugnolo, Stefano
correlatore Prof. Brugnolo, Stefano
Parole chiave
- la figura dell'impiegato
- letteratura impiegatizia
- travet
Data inizio appello
28/09/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Con l'avvento della rivoluzione francese che ha modificato gli assetti degli stati europei, della prima rivoluzione industriale e dell'ascesa della borghesia come classe trainante della società, si rende necessario lo sviluppo della burocrazia volta ad organizzare lo Stato in maniera efficiente al fine di soddisfare il bene pubblico.
La nascita e la crescita della burocrazia si sviluppano di pari passo al grande romanzo. Il romanzo, definito la moderna epopea borghese, ha conosciuto nell'Ottocento una grande divulgazione e, pur nella varietà di temi e aspetti legati alle situazioni politiche e sociali dei vari paesi, presenta delle caratteristiche comuni a tutti gli stati: ad esempio la scelta dell'oggettività e del realismo nell'impianto narrativo, l'articolazione della vicenda in una trama, l' intervento di personaggi che costituiscono un vero e proprio quadro di un'epoca storica e sociale.
La tipologia del romanzo si arricchisce di nuove sfaccettature con la crisi di valori che investe la civiltà europea tra la fine dell'Ottocento e l' inizio del Novecento. Questa crisi è causata dal venir meno delle certezze della scienza che conducono ad una riscoperta della nostra interiorità e della nostra coscienza. Sul piano letterario, il distacco dal naturalismo confluisce nel decadentismo (ed in altre correnti come il simbolismo o l'estetismo). Lo scrittore volge l'attenzione verso le proprie percezioni, sensazioni e sentimenti: l' io diventa protagonista della letteratura moderna e il personaggio principale si trasforma in un anti eroe che confluirà nella figura dell'inetto.
Il cambiamento della società e l'avvento della burocratizzazione presuppongono la nascita di una nuova figura letteraria: l'impiegato, lo scrivano che è il portavoce delle trasformazioni della realtà, ma soprattutto diventa l'emblema di un profondo isolamento che la modernità porta con sè. Inoltre, fatto da non trascurare, molti degli autori che hanno scritto opere riconducibili alla letteratura impiegatizia, sono stati assunti negli uffici ricoprendo direttamente questo ruolo; essi hanno trovato una professione remunerata che gli ha permesso di scrivere nei momenti in cui non lavoravano.
Nella figura del travet, gli autori hanno trovato l'ispirazione per raccontare la loro verità, e non meno importante, per raccontare alcuni elementi di sè e della loro professione. Tra gli scrittori che hanno avuto esperienza diretta come impiegati ricordo:
Gogol che lavorò come impiegato presso un Dipartimento Statale a San Pietroburgo; Kafka che fu assunto presso l'Istituto di Assicurazioni contro gli infortuni di Praga; Balzac che fu scrivano presso un avvocato ed un notaio; Melville che fu ispettore della dogana; infine Svevo che fu assunto come impiegato in banca.
Sopra elencati vi sono i punti di partenza del presente elaborato organizzato in sei capitoli.
Prima di addentrarsi nell'analisi di una selezione di romanzi, nel primo capitolo si offrirà una panoramica dello sviluppo della burocrazia, e delle influenze che questa ha avuto, tra Ottocento e Novecento, sulla produzione letteraria in Europa e oltreoceano.
A partire dal secondo capitolo, l’attenzione si concentrerà, nell’ordine:
• sulla presenza della burocrazia nella letteratura francese di metà Ottocento, assumendo come punto focale Gli impiegati e La fisiologia dell’Impiegato di Honoré de Balzac;
• su Il Cappotto di Nikolaj V. Gogol che per primo mise in luce il complesso ed inetto apparato burocratico della Russia zarista di inizio Ottocento;
• su La metamorfosi di Franz Kafka;
• sulla figura dell’impiegato nel panorama italiano tra fine Ottocento e inizio Novecento, analizzando Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi, Una Vita di Italo Svevo, Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi, e Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello;
• sul romanzo d' oltreoceano grazie all’opera Bartleby lo scrivano di Herman Melville.
La nascita e la crescita della burocrazia si sviluppano di pari passo al grande romanzo. Il romanzo, definito la moderna epopea borghese, ha conosciuto nell'Ottocento una grande divulgazione e, pur nella varietà di temi e aspetti legati alle situazioni politiche e sociali dei vari paesi, presenta delle caratteristiche comuni a tutti gli stati: ad esempio la scelta dell'oggettività e del realismo nell'impianto narrativo, l'articolazione della vicenda in una trama, l' intervento di personaggi che costituiscono un vero e proprio quadro di un'epoca storica e sociale.
La tipologia del romanzo si arricchisce di nuove sfaccettature con la crisi di valori che investe la civiltà europea tra la fine dell'Ottocento e l' inizio del Novecento. Questa crisi è causata dal venir meno delle certezze della scienza che conducono ad una riscoperta della nostra interiorità e della nostra coscienza. Sul piano letterario, il distacco dal naturalismo confluisce nel decadentismo (ed in altre correnti come il simbolismo o l'estetismo). Lo scrittore volge l'attenzione verso le proprie percezioni, sensazioni e sentimenti: l' io diventa protagonista della letteratura moderna e il personaggio principale si trasforma in un anti eroe che confluirà nella figura dell'inetto.
Il cambiamento della società e l'avvento della burocratizzazione presuppongono la nascita di una nuova figura letteraria: l'impiegato, lo scrivano che è il portavoce delle trasformazioni della realtà, ma soprattutto diventa l'emblema di un profondo isolamento che la modernità porta con sè. Inoltre, fatto da non trascurare, molti degli autori che hanno scritto opere riconducibili alla letteratura impiegatizia, sono stati assunti negli uffici ricoprendo direttamente questo ruolo; essi hanno trovato una professione remunerata che gli ha permesso di scrivere nei momenti in cui non lavoravano.
Nella figura del travet, gli autori hanno trovato l'ispirazione per raccontare la loro verità, e non meno importante, per raccontare alcuni elementi di sè e della loro professione. Tra gli scrittori che hanno avuto esperienza diretta come impiegati ricordo:
Gogol che lavorò come impiegato presso un Dipartimento Statale a San Pietroburgo; Kafka che fu assunto presso l'Istituto di Assicurazioni contro gli infortuni di Praga; Balzac che fu scrivano presso un avvocato ed un notaio; Melville che fu ispettore della dogana; infine Svevo che fu assunto come impiegato in banca.
Sopra elencati vi sono i punti di partenza del presente elaborato organizzato in sei capitoli.
Prima di addentrarsi nell'analisi di una selezione di romanzi, nel primo capitolo si offrirà una panoramica dello sviluppo della burocrazia, e delle influenze che questa ha avuto, tra Ottocento e Novecento, sulla produzione letteraria in Europa e oltreoceano.
A partire dal secondo capitolo, l’attenzione si concentrerà, nell’ordine:
• sulla presenza della burocrazia nella letteratura francese di metà Ottocento, assumendo come punto focale Gli impiegati e La fisiologia dell’Impiegato di Honoré de Balzac;
• su Il Cappotto di Nikolaj V. Gogol che per primo mise in luce il complesso ed inetto apparato burocratico della Russia zarista di inizio Ottocento;
• su La metamorfosi di Franz Kafka;
• sulla figura dell’impiegato nel panorama italiano tra fine Ottocento e inizio Novecento, analizzando Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi, Una Vita di Italo Svevo, Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi, e Il treno ha fischiato di Luigi Pirandello;
• sul romanzo d' oltreoceano grazie all’opera Bartleby lo scrivano di Herman Melville.
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