Tesi etd-09072018-175748 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PIPITONE, ANTONELLA
URN
etd-09072018-175748
Titolo
LE OPPORTUNITA' DI FINANZIAMENTO ALLE IMPRESE
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Ferretti, Paola
Parole chiave
- credito
- finanziamento
- imprese
Data inizio appello
01/10/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/10/2088
Riassunto
Oggigiorno il bisogno di credito delle imprese è difficile da soddisfare, sia per le imprese di dimensione maggiore che per le piccole-medie imprese.
Principalmente, le imprese di dimensioni minori trovano difficoltà nell’individuare le tipologie di finanziamento affini alle loro necessità di business, per il sostenimento dell’attività imprenditoriale ed il lancio, sia a livello nazionale che in ambito internazionale, di nuovi e sempre più innovativi progetti, al passo con lo sviluppo tecnologico.
L’ottenimento del funding è una problematica nota ed ampiamente discussa nel nostro Paese, alla luce del fatto che il tessuto imprenditoriale della nazione è composto, quasi totalmente, da piccole-medie imprese che, purtroppo, “combattono” quotidianamente per affermarsi sui mercati nazionali, oltre che esteri, a causa dell’incapacità di accedere al credito.
La tesi va ad analizzare in che modo il mercato e i regulator si mobilitano per agevolare le condizioni finanziarie delle nostre imprese e allunga lo sguardo all’impatto sulle PMI, non solo delle consolidate misure di agevolazione del credito, ma anche dei nuovi strumenti alternativi ad esso, studiati per sostenere a pieno la crescita del Paese, agendo, ovviamente, attraverso il comparto imprenditoriale.
Grazie alla capacità di combinare i bisogni delle imprese con i principi europei per il loro sviluppo e per la loro internazionalizzazione, è stato possibile esaminare le modalità che rendono realizzabile il sostegno delle imprese, sia virtuose che piccole, che lavorano per conquistare nuovi spazi di mercato.
A quasi dieci anni dalla grande crisi finanziaria, l’economia stenta a riprendersi a causa di una condizione di sottocapitalizzazione delle imprese, a cui si aggiunge una dipendenza dal canale bancario. In altri termini, si registra una situazione di squilibrio finanziario dettato da una scarsezza di capitale, il che comporta l’aumento del rischio di trovarsi non pronti a fronteggiare una progressiva, e si spera definitiva, ripresa economica, non avendo la capacità e la forza per ripartire.
Le PMI sono il fulcro ed il futuro del sistema economico europeo e la garanzia della competitività del “sistema Europa”. Tuttavia, per avere imprese innovative e concorrenziali è necessario che queste dispongano di risorse finanziarie in grado di sostenere la loro crescita. A livello UE, la mission è quella di individuare e ridurre gli ostacoli che si frappongono alla concessione di finanziamenti per l’attività delle PMI, in modo da incoraggiare l’erogazione di prestiti.
Quale è la condizione attuale e quali sono le prospettive future delle nostre imprese? Siamo consapevoli, purtroppo, che le banche della zona euro pratichino una politica restrittiva quando si tratta di accordare crediti alle imprese e, per far fronte ai problemi di accesso al credito di queste ultime, vari Paesi membri hanno cercato specifiche soluzioni. Nell’obiettivo di perseguire opportunità di sviluppo, le imprese incontrano maggiori difficoltà quando provano ad accedere al credito attraverso i canali tradizionali, ovvero tramite i cosiddetti modelli banco-centrici. A questo si aggiungono poi i tempi di erogazione del credito da parte degli operatori tradizionali, sempre troppo lunghi rispetto alle necessità delle imprese, soprattutto se di piccola-media dimensione che, per definizione, necessitano di processi estremamente rapidi.
Nonostante l’aumento del numero delle PMI, si continua a registrare un calo dei finanziamenti bancari e proprio per questo motivo sempre più aziende ricorrono a canali alternativi per finanziare le attività sfruttando, ove possibile, il web. Si tratta di strumenti che non sono in contrasto con quelli di natura bancaria, ma anzi, possono essere considerati complementari ed addizionali per il supporto del tessuto industriale delle piccole-medie imprese.
Ecco perché dopo una panoramica introduttiva delle dinamiche del credito bancario negli ultimi cinque anni, l’analisi si focalizza sulle misure di agevolazione all’accesso al credito delle PMI e sugli strumenti alternativi per il sostegno del tessuto economico imprenditoriale. L’obiettivo è quello di incoraggiare lo sviluppo delle imprese e per fare ciò, particolare attenzione è rivolta agli strumenti che vengono regolamentati in modo tale da rendere agevole e sempre più semplice il loro accesso al credito.
Il lavoro è quindi stato suddiviso in tre parti.
Nella prima si introducono le dinamiche del credito bancario nei suoi tratti essenziali.
Si approfondiscono i problemi di accesso al credito delle PMI, imprese che caratterizzano l’economia italiana ma che risentono del suo andamento, ed individuiamo il livello dei prestiti erogati dalle banche nell’ultimo quinquennio. Vengono definiti ed analizzati i non performing loans, ovvero i crediti deteriorati, ne esaminiamo le problematiche e le tendenze recenti per poi verificare il loro impatto sull’attività bancaria attraverso un’analisi della redditività per esaminarne lo stato di salute.
Con la seconda parte, invece, entriamo nel cuore della tematica, definendo le opportunità di finanziamento alle imprese.
Oggetto di analisi sono le misure di agevolazione per favorire l’accesso al credito delle piccole-medie imprese. Vengono individuate le leve offerte, a livello nazionale ed internazionale, da parte di istituzioni e mercati per agevolare l’accesso al credito delle PMI, da sempre considerato un ostacolo a causa delle dimensioni ridotte, limitate forme di garanzia da rilasciare agli istituti bancari e delle loro scarse capacità operative. Vengono, dunque, analizzati gli strumenti che aiutano le imprese a superare definitivamente l’irrigidimento delle condizioni di credito quali il Plafond PMI promosso dal gruppo Cassa Depositi e Prestiti e il considerevole successo dei sistemi di garanzia sia di natura pubblica, come il Fondo Centrale di Garanzia destinato anche alle start-up innovative e agli incubatori certificati, sia di natura privata come i Confidi. Infine si verifica come le imprese, per ampliare il loro business sui mercati esteri, ricorrono al sistema Export Banca e ai finanziamenti comunitari per supportare la loro attività.
In un ambiente finanziario in rapida evoluzione le PMI oggi non possono mostrarsi inconsapevoli delle alternative e delle condizioni relative ai finanziamenti a cui possono accedere, il che conferisce un’importanza fondamentale all’evoluzione del loro successo. Ecco perché si conclude con l’analisi degli strumenti alternativi al credito per il sostegno del tessuto economico imprenditoriale quali Crowdfunding, Private Equity e Venture Capital, dopo aver spiegato l’importanza della Capital Market Union, per risaltare come la creazione di un Mercato Unico possa contribuire alla formazione di un’economia forte ed equa realizzata mediante una libera circolazione dei capitali, che consente alle PMI di ottenere un agevole acceso al mercato dei capitali. Infine, viene dato risalto ai nuovi strumenti utilizzati per favorire l’accesso al credito nell’era della digitalizzazione, come Mini-bond, Direct Lending, Supply Chain Finance e Invoice Trading, che oggigiorno permettono alle nostre imprese di ottenere una totale indipendenza dal canale bancario ed una maggiore diversificazione dei canali di raccolta.
Principalmente, le imprese di dimensioni minori trovano difficoltà nell’individuare le tipologie di finanziamento affini alle loro necessità di business, per il sostenimento dell’attività imprenditoriale ed il lancio, sia a livello nazionale che in ambito internazionale, di nuovi e sempre più innovativi progetti, al passo con lo sviluppo tecnologico.
L’ottenimento del funding è una problematica nota ed ampiamente discussa nel nostro Paese, alla luce del fatto che il tessuto imprenditoriale della nazione è composto, quasi totalmente, da piccole-medie imprese che, purtroppo, “combattono” quotidianamente per affermarsi sui mercati nazionali, oltre che esteri, a causa dell’incapacità di accedere al credito.
La tesi va ad analizzare in che modo il mercato e i regulator si mobilitano per agevolare le condizioni finanziarie delle nostre imprese e allunga lo sguardo all’impatto sulle PMI, non solo delle consolidate misure di agevolazione del credito, ma anche dei nuovi strumenti alternativi ad esso, studiati per sostenere a pieno la crescita del Paese, agendo, ovviamente, attraverso il comparto imprenditoriale.
Grazie alla capacità di combinare i bisogni delle imprese con i principi europei per il loro sviluppo e per la loro internazionalizzazione, è stato possibile esaminare le modalità che rendono realizzabile il sostegno delle imprese, sia virtuose che piccole, che lavorano per conquistare nuovi spazi di mercato.
A quasi dieci anni dalla grande crisi finanziaria, l’economia stenta a riprendersi a causa di una condizione di sottocapitalizzazione delle imprese, a cui si aggiunge una dipendenza dal canale bancario. In altri termini, si registra una situazione di squilibrio finanziario dettato da una scarsezza di capitale, il che comporta l’aumento del rischio di trovarsi non pronti a fronteggiare una progressiva, e si spera definitiva, ripresa economica, non avendo la capacità e la forza per ripartire.
Le PMI sono il fulcro ed il futuro del sistema economico europeo e la garanzia della competitività del “sistema Europa”. Tuttavia, per avere imprese innovative e concorrenziali è necessario che queste dispongano di risorse finanziarie in grado di sostenere la loro crescita. A livello UE, la mission è quella di individuare e ridurre gli ostacoli che si frappongono alla concessione di finanziamenti per l’attività delle PMI, in modo da incoraggiare l’erogazione di prestiti.
Quale è la condizione attuale e quali sono le prospettive future delle nostre imprese? Siamo consapevoli, purtroppo, che le banche della zona euro pratichino una politica restrittiva quando si tratta di accordare crediti alle imprese e, per far fronte ai problemi di accesso al credito di queste ultime, vari Paesi membri hanno cercato specifiche soluzioni. Nell’obiettivo di perseguire opportunità di sviluppo, le imprese incontrano maggiori difficoltà quando provano ad accedere al credito attraverso i canali tradizionali, ovvero tramite i cosiddetti modelli banco-centrici. A questo si aggiungono poi i tempi di erogazione del credito da parte degli operatori tradizionali, sempre troppo lunghi rispetto alle necessità delle imprese, soprattutto se di piccola-media dimensione che, per definizione, necessitano di processi estremamente rapidi.
Nonostante l’aumento del numero delle PMI, si continua a registrare un calo dei finanziamenti bancari e proprio per questo motivo sempre più aziende ricorrono a canali alternativi per finanziare le attività sfruttando, ove possibile, il web. Si tratta di strumenti che non sono in contrasto con quelli di natura bancaria, ma anzi, possono essere considerati complementari ed addizionali per il supporto del tessuto industriale delle piccole-medie imprese.
Ecco perché dopo una panoramica introduttiva delle dinamiche del credito bancario negli ultimi cinque anni, l’analisi si focalizza sulle misure di agevolazione all’accesso al credito delle PMI e sugli strumenti alternativi per il sostegno del tessuto economico imprenditoriale. L’obiettivo è quello di incoraggiare lo sviluppo delle imprese e per fare ciò, particolare attenzione è rivolta agli strumenti che vengono regolamentati in modo tale da rendere agevole e sempre più semplice il loro accesso al credito.
Il lavoro è quindi stato suddiviso in tre parti.
Nella prima si introducono le dinamiche del credito bancario nei suoi tratti essenziali.
Si approfondiscono i problemi di accesso al credito delle PMI, imprese che caratterizzano l’economia italiana ma che risentono del suo andamento, ed individuiamo il livello dei prestiti erogati dalle banche nell’ultimo quinquennio. Vengono definiti ed analizzati i non performing loans, ovvero i crediti deteriorati, ne esaminiamo le problematiche e le tendenze recenti per poi verificare il loro impatto sull’attività bancaria attraverso un’analisi della redditività per esaminarne lo stato di salute.
Con la seconda parte, invece, entriamo nel cuore della tematica, definendo le opportunità di finanziamento alle imprese.
Oggetto di analisi sono le misure di agevolazione per favorire l’accesso al credito delle piccole-medie imprese. Vengono individuate le leve offerte, a livello nazionale ed internazionale, da parte di istituzioni e mercati per agevolare l’accesso al credito delle PMI, da sempre considerato un ostacolo a causa delle dimensioni ridotte, limitate forme di garanzia da rilasciare agli istituti bancari e delle loro scarse capacità operative. Vengono, dunque, analizzati gli strumenti che aiutano le imprese a superare definitivamente l’irrigidimento delle condizioni di credito quali il Plafond PMI promosso dal gruppo Cassa Depositi e Prestiti e il considerevole successo dei sistemi di garanzia sia di natura pubblica, come il Fondo Centrale di Garanzia destinato anche alle start-up innovative e agli incubatori certificati, sia di natura privata come i Confidi. Infine si verifica come le imprese, per ampliare il loro business sui mercati esteri, ricorrono al sistema Export Banca e ai finanziamenti comunitari per supportare la loro attività.
In un ambiente finanziario in rapida evoluzione le PMI oggi non possono mostrarsi inconsapevoli delle alternative e delle condizioni relative ai finanziamenti a cui possono accedere, il che conferisce un’importanza fondamentale all’evoluzione del loro successo. Ecco perché si conclude con l’analisi degli strumenti alternativi al credito per il sostegno del tessuto economico imprenditoriale quali Crowdfunding, Private Equity e Venture Capital, dopo aver spiegato l’importanza della Capital Market Union, per risaltare come la creazione di un Mercato Unico possa contribuire alla formazione di un’economia forte ed equa realizzata mediante una libera circolazione dei capitali, che consente alle PMI di ottenere un agevole acceso al mercato dei capitali. Infine, viene dato risalto ai nuovi strumenti utilizzati per favorire l’accesso al credito nell’era della digitalizzazione, come Mini-bond, Direct Lending, Supply Chain Finance e Invoice Trading, che oggigiorno permettono alle nostre imprese di ottenere una totale indipendenza dal canale bancario ed una maggiore diversificazione dei canali di raccolta.
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