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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09072017-105355


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BUSTI, FRANCESCO
URN
etd-09072017-105355
Titolo
Ovidio, Metamorfosi X: il libro nel libro
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof.ssa Piazzi, Lisa
correlatore Prof. Rosati, Gianpiero
Parole chiave
  • epica
  • elegia
  • generi letterari
  • Giacinto
  • Dafne
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel libro decimo delle Metamorfosi di Ovidio entra in scena Orfeo, personaggio particolarmente adatto a fungere da alter ego del narratore principale: a lui è affidata la ‘battuta’ più lunga del poema, un vero e proprio poemetto interno. Orfeo era considerato dalla tradizione il poeta epico per eccellenza, primo per cronologia e merito, figlio della Musa dell’epica, Calliope. Ovidio accentua questa connotazione per ribaltarla completamente: il suo Orfeo, infatti, rinuncia alla produzione «più pesante», la Gigantomachia, per approdare a un genere «più leggero», gli amori pederastici degli dèi. Il percorso letterario di Orfeo ricalca quello di Ovidio, che da giovane aveva abbandonato una Gigantomachia per dedicarsi all’elegia, ma allo stesso tempo è in attrito con esso, perché lo stesso Ovidio era in seguito passato dall’elegia all’epica delle Metamorfosi, che nel libro primo contengono appunto una Gigantomachia. Il canto di Orfeo nel libro decimo, dunque, è pensato come una palinodia del libro primo (e quindi dell’intero poema): precisi riscontri testuali tra le due sezioni lasciano chiaramente intendere che il libro decimo è stato concepito come una riscrittura del primo. In questo modo il poema supera se stesso dal suo stesso interno.
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