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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09072015-124410


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VELLA, LUCIANO
URN
etd-09072015-124410
Titolo
Tra infermità mentale e pericolosità sociale: tecniche di controllo penale
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Gargani, Alberto
Parole chiave
  • imputabilità
  • infermità
  • o.p.g.
  • pericolosità sociale
  • doppio binario
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il trattamento da riservare agli autori di reato non imputabili ha da sempre suscitato un certo interesse nelle riflessioni giuridico – penalistiche. Il presente elaborato si preoccupa di analizzare il tema delle misure di sicurezza personali, attraverso un’analisi completa degli istituti codicistici e delle norme legislative aventi a oggetto il trattamento degli autori di reato socialmente pericolosi.
A tal riguardo, dopo aver individuato le ipotesi tipiche e non tipiche atte a scemare o annullare la capacità di intendere e di volere ai fini del giudizio di imputabilità (artt. 85, 86, 88, 89, 91, 93, 95, 96, 97, 98 c.p.), ci si concentra sul vizio di mente, delineando le caratteristiche della malattia mentale nonché i vari indirizzi giurisprudenziali e dottrinali formatisi in relazione a tal ultimo concetto. Viene esaminata, a proposito, la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 9163 del 2005, con la quale le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno avuto modo di chiarire come anche i disturbi della personalità possano rientrare nel concetto di infermità e quindi essere causa di esclusione dell’imputabilità del reo.
Dovendo evidenziare i nodi critici e le caratteristiche delle misure di sicurezza personali, si pone attenzione, nel presente lavoro, alle modalità di intervento che il sistema penale ha, negli anni, posto in essere ai fini del trattamento sanzionatorio da corrispondere ai soggetti incapaci di intendere e di volere, analizzando, a tal fine, il complesso sistema dualistico (anche detto a “doppio binario”) adottato dal legislatore degli anni 30.
Con riferimento preciso ai criteri d’accertamento della pericolosità sociale, si sottolineano i parametri di valutazione della stessa, facendo caso prima alle presunzioni insite nel codice Rocco e poi alle novità sottese alla legge 10.10.1986, n. 663, c.d. legge Gozzini, che ha imposto il previo accertamento della pericolosità sociale ai fini del trattamento sanzionatorio del reo.
Per quanto riguarda il giudizio di pericolosità, uno spazio è dedicato, nel presente elaborato, ai criteri di valutazione di cui all’art. 133 c.p., nonché ai contributi delle neuroscienze in tema.
Esaminate le singole misure di sicurezza personali, particolare attenzione è riservata all'istituto dell’ospedale psichiatrico giudiziario, che rappresenta, per certo, il sistema di cura e tutela dell’infermità mentale che più di ogni altro ha svolto un ruolo fondamentale nel processo di trattamento della pericolosità sociale. A tal riguardo, l’analisi dell’o.p.g. è stata realizzata mediante una previa indagine storica della stessa, fino ad approdare alle recenti novità sottese alla legge 30.05.2014, n. 81 di conversione del decreto legge 31.03.2014, n. 52, con annessi contributi giurisprudenziali e dottrinali.
Infine, dopo brevi spunti di riforma, si conclude con un confronto con le legislazioni di talune nazioni europee, mostrando i criteri di valutazione dell’imputabilità e le sanzioni previste dalle stesse nei riguardi dei soggetti socialmente pericolosi.
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