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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09072010-153947


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DAL BELLO, MARTINA
URN
etd-09072010-153947
Titolo
Influenza dell'eterogeneità ambientale nella valutazione dell'effetto riserva: il caso dei popolamenti ittici dell'Arcipelago Toscano.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Benedetti Cecchi, Lisandro
Parole chiave
  • Aree Marine Protette (AMP)
  • eterogeneità ambientale
  • Generalized Additive Mixed Models (GAMM)
Data inizio appello
27/09/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
In un pianeta in rapida crescita demografica ed economica la presa di coscienza del progressivo deterioramento degli ecosistemi marini, da un lato, e il crescente interesse per la biodiversità degli ambienti marini ed i processi ecologici ad essi associati, dall’altro, hanno messo in luce l’incapacità dell’uomo di gestire l’immenso patrimonio custodito negli oceani e la totale mancanza di un approccio lungimirante, teso a quantificare l’impatto provocato dall’uso indiscriminato delle risorse marine. Una corretta tutela e una gestione sostenibile dell’ambiente, in particolare quello marino, vengono oggi avvertite, sia dai governi, sia dall’opinione pubblica come una necessità per il presente e un dovere verso le generazioni future. Le Aree Marine Protette (AMP), ad oggi, sono globalmente riconosciute come uno dei migliori strumenti volti alla protezione della biodiversità, la conservazione degli ecosistemi marini e la gestione degli stock ittici. All’interno delle AMP si riscontra, infatti, un generale aumento di densità, taglia e biomassa corporea per specie target della pesca, nonché un notevole miglioramento dell’output riproduttivo di tali specie. Tutto ciò si traduce spesso in un incremento di biodiversità dell’area soggetta a protezione. Le specie maggiormente soggette a prelievo, infatti, occupano spesso i livelli più alti delle reti trofiche e il loro sovrasfruttamento può determinare gravi conseguenze sull’intera comunità attraverso le cosiddette cascate trofiche con una riduzione della diversità complessiva. Le AMP hanno dimostrato di essere in grado di ristabilire le interazioni predatorie perdute e di promuovere il recupero a livello delle comunità.
Nonostante i risultati ottimistici ottenuti in molti studi, le risposte dei popolamenti ittici alla protezione variano sia in direzione, che entità e le basi di questa eterogeneità negli effetti delle AMP sono tuttora in gran parte sconosciuti. Le principali sorgenti di eterogeneità nell’efficacia delle AMP sono: taglia ed età (cioè il tempo trascorso dall’istituzione) della riserva, possibile inclusione in una rete di riserve, ciclo vitale e caratteristiche ecologiche delle diverse specie soggette a protezione ed eterogeneità spaziale nella distribuzione dei popolamenti protetti. In particolare, la frammentazione degli habitat naturali rappresenta un importante fattore di confusione che dovrebbe essere sempre considerato se si vogliono esaminare gli effetti di una AMP; tuttavia, raramente figura negli studi presenti in letteratura.
Il presente lavoro di tesi si inserisce in questo contesto e si propone valutare gli effetti di confusione che processi spaziali legati all’eterogeneità ambientale (riassunti negli indici di eterogeneità del substrato e della costa e dalle coordinate geografiche) possono introdurre nella valutazione dell’effetto riserva, presso alcune isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (Capraia, Giannutri, Montecristo e Pianosa), attraverso un campionamento della fauna ittica (effettuato tramite tecniche non distruttive di visual census) appropriato per comparare la struttura dei popolamenti ittici, le densità e le distribuzioni di taglia di singole specie target all’interno ed all’esterno delle AMP.
L’analisi è stata condotta avvalendosi di GAMM (Generalized Additive Mixed Models), che permettono di modellizzare in maniera flessibile gli effetti delle covariate (in questo caso le variabili predittive relative ai processi spaziali e ambientali) utilizzando come predittore lineare una combinazione additiva di funzioni non parametriche delle covariate ed effetti di fattori casuali (qui il tempo).
I risultati relativi alle modalità di distribuzione delle abbondanze delle specie censite non hanno mostrato significative differenze tra le aree protette e le località esterne alle AMP, mentre è emersa l’importanza degli effetti relativi alle coordinate spaziali e all’indice di eterogeneità della costa.
Nonostante i fattori da considerare siano molteplici, dalle caratteristiche del ciclo vitale proprie di ciascuna specie all’efficacia delle misure di controllo e tutela dell’area, i risultati ottenuti col presente studio suggeriscono l’importanza di includere, negli studi sulla valutazione dell’effetto riserva, indici relativi a processi spaziali legati all’eterogeneità ambientale.
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