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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09072010-130549


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BONDI, ALICE
URN
etd-09072010-130549
Titolo
LUCI ED OMBRE NELLA TEORIA DELLA STRUTTURAZIONE. Una possibile applicazione per la sociologia dei processi migratori?
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA
Relatori
relatore Dott. Tomei, Gabriele
Parole chiave
  • Anthony Giddens
  • teoria della strutturazione
  • teoria morfogenetica
  • Strong Structuration Theory
  • sociologia dei processi migratori
Data inizio appello
04/10/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/10/2050
Riassunto
Il problema d’ogni teoria sociologica è il rapporto tra struttura sociale e l’agire della persona. In che modo i tratti oggettivi della società influenzano le azioni degli esseri umani? Questo problema ha attraversato tutta la teoria sociale moderna, ossia, la questione di come si combinano fra loro le strutture sociali e l’agire libero della persona. “Luci ed ombre nella teoria della strutturazione” presenta la proposta teorica di Anthony Giddens volta al superamento di questo dualismo azione-struttura, la quale è denominata per l’appunto ‘struttur-azione’. Il rapporto azione-struttura secondo Giddens si qualifica in termini dialettici nel senso che la prima crea, produce, modifica, addirittura estingue, la seconda che, a sua volta, condiziona la prima. La struttura, la quale diviene il prodotto dell’uomo, interviene sul suo produttore, in pratica sull’uomo stesso, condizionandolo. Gli individui, infatti, con le loro azioni che si ripetono, s’intrecciano, si stabilizzano, danno vita alla struttura, la quale, una volta prodotta acquista una sua relativa autonomia nel senso che alcune con-seguenze del suo operare non dipendono direttamente, e soltanto, dall’agire degli esseri umani.
Nella seconda parte è presentato il dibattito intellettuale, seguito alla pubblicazione “La costitu-zione della società”, elaborato da diversi autori, inglesi e statunitensi, il quale si è ripartito su valu-tazioni divergenti e contrapposte. Tra coloro che ritengono il modello teorico di Giddens carente, soprattutto nei riguardi d’alcune parti concettuali, sono esposte le argomentazioni riportate da Thompson e Sewell, sull’inefficacia della definizione di struttura come insieme di regole e risorse, e quelle della Archer, la quale ritiene che la teoria della strutturazione non sia riuscita a risolvere l’antagonismo tra azione e struttura. All’opposto Stones elabora la Strong Structuration Theory con l’intento di dimostrare l’efficacia dell’approccio giddensiano per l’analisi dei fenomeni sociali.
Infine nell’ultima parte si descrivono i possibili percorsi e le potenzialità che la teoria della strutturazione fornisce per la ricerca sociale sugli studi inerenti i processi migratori. Al pari di quan-to avvenuto in ogni campo della riflessione sociologica, anche gli studiosi delle migrazioni hanno di volta in volta privilegiato una concezione iper o ipo dell’azione umana dirottando la propria atten-zione o sui condizionamenti di tipo strutturale, o sulle motivazioni e gli interessi degli attori che de-cidono di emigrare. In tal modo, anche la sociologia delle migrazioni ha finito col restare intrappo-lata in un’impasse azione-struttura. Questa fallacia intellettuale, per alcuni ricercatori, può essere arginata applicando la teoria della strutturazione all’analisi dei flussi migratori, infatti, essa sottoli-nea sia la rilevanza dei fattori individuali, inerenti l’azione umana, sia quelli strutturali, nel conde-terminare la costituzione della società.
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