Tesi etd-09072009-122823 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BASTERI, GIULIA
URN
etd-09072009-122823
Titolo
Interazioni mutualistiche della flora entomogama: aspetti agronomici e fitochimici per il ripristino della biodiversita' in agroecosistemi degradati
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
AGRICOLTURA BIOLOGICA E MULTIFUNZIONALE
Relatori
relatore Benvenuti, Stefano
Parole chiave
- biodiversità
- fitochimici.
- insetti impollinatori
- wildflower strips
Data inizio appello
05/10/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/10/2049
Riassunto
La biodiversità dell’agroecosistema ha subito un drastico declino negli ultimi decenni. A ridursi sono state soprattutto le specie spontanee entomogame che per secoli hanno rappresentato una valida e gratuita sopravvivenza per molti insetti impollinatori oggi sempre più rari. La crescente scarsità di api domestiche, api solitarie ed ancor più lepidotteri, un tempo parte integrante del paesaggio rurale, ormai è di dominio pubblico. L’obiettivo della sperimentazione è stato duplice:
1) testare l’attitudine agro-ecologica dell’inserimento di diverse specie spontanee in wildflower strips (prova in campo); 2) rilevare le interazioni fitochimiche pianta-impollinatore per verificare se ed in che misura il rischio di estinzione possa derivare anche da rigide strategie di dipendenza mutualistica flora-fauna (prova in laboratorio).
Prova in campo: nell'autunno 2008 sono state allestite “wildflower strips” in agroecosistemi a diversa intensità di antropizzazione. I siti sono stati selezionati in modo tale da valutare l’effetto delle strips in ambienti a differente livello di degrado: Pisa (elevato), Lavoria (PI, medio) e S.Luce (PI, sostenibile). A tal fine sono stati impiegati appositi miscugli di wildflowers (ad esempio Agrostemma githago e Centaurea cyanus) raccolte presso oasi agro-ecologiche ancora presenti in aree montane. Sono seguiti rilievi invernali sulla dinamica di emergenza delle varie specie e primaverili sul ritmo di fioritura e sulla relativa attività di “visita” da parte dell’entomofauna. Le specie con peso unitario dei semi maggiore si sono dimostrate più adatte ad emergere in quei suoli limo-argillosi (definibili “difficili” sotto un profilo pedologico) tipicamente utilizzati per la coltivazione dei cereali autunno-vernini. Nel mese di maggio si è verificato il picco nelle fioriture, risultate intensamente visitate da api, api solitarie, ditteri (soprattutto bombilidi e sirfidi) e lepidotteri. Parallelamente l'utilizzo di “nest-trapping” ha consentito di monitorare la complessità dell’entomofauna presente.
Prova in laboratorio: Gli impollinatori presenti nell’agroecosistema, analogamente a quanto accade in ecosistemi naturali, sono definibili “generalisti” o “specializzati” a seconda dei rapporti più o meno specifici con le specie entomogame visitate. Pur essendo ben noti molti esempi di specializzazione, tuttavia non sono chiari i meccanismi fitochimici mediante i quali una determinata “wildflower” tenda talvolta ad attrarre solo una parte dell’intera gamma degli impollinatori presenti. E' stato ipotizzato che le sostanze volatili emesse dai fiori possano avere un ruolo attrattivo oppure repellente nei confronti dell’entomofauna presente. Sono state effettuate delle analisi in laboratorio mirate a quantificare ed identificare tali composti allo scopo di attribuire loro un ruolo ecologico nelle interazioni mutualistiche tra “wildflowers” ed impollinatori. La sovrapposizione dei dati fitochimici ottenuti con le osservazioni in campo ha consentito di verificare la rigida o flessibile dipendenza mutualistica flora-entomofauna. Le “wildflowers” utilizzate nelle prove di laboratorio sono state allevate in vaso, i fiori staccati al momento della loro piena fioritura ed immediatamente analizzati con tecnica SPME (Solid Phase Microextraction)-GS/MS (Gas Chromatography /Mass Spectrometer) in modo che non ne venisse alterata la composizione chimica. I principali fitochimici trovati appartengono alle categorie dei monoterpeni, sesquiterpeni, derivati degli acidi grassi e benzenoidi; l'attribuzione dell’effettivo ruolo ecologico di tali composti tuttavia necessita di ulteriori sperimentazioni.
1) testare l’attitudine agro-ecologica dell’inserimento di diverse specie spontanee in wildflower strips (prova in campo); 2) rilevare le interazioni fitochimiche pianta-impollinatore per verificare se ed in che misura il rischio di estinzione possa derivare anche da rigide strategie di dipendenza mutualistica flora-fauna (prova in laboratorio).
Prova in campo: nell'autunno 2008 sono state allestite “wildflower strips” in agroecosistemi a diversa intensità di antropizzazione. I siti sono stati selezionati in modo tale da valutare l’effetto delle strips in ambienti a differente livello di degrado: Pisa (elevato), Lavoria (PI, medio) e S.Luce (PI, sostenibile). A tal fine sono stati impiegati appositi miscugli di wildflowers (ad esempio Agrostemma githago e Centaurea cyanus) raccolte presso oasi agro-ecologiche ancora presenti in aree montane. Sono seguiti rilievi invernali sulla dinamica di emergenza delle varie specie e primaverili sul ritmo di fioritura e sulla relativa attività di “visita” da parte dell’entomofauna. Le specie con peso unitario dei semi maggiore si sono dimostrate più adatte ad emergere in quei suoli limo-argillosi (definibili “difficili” sotto un profilo pedologico) tipicamente utilizzati per la coltivazione dei cereali autunno-vernini. Nel mese di maggio si è verificato il picco nelle fioriture, risultate intensamente visitate da api, api solitarie, ditteri (soprattutto bombilidi e sirfidi) e lepidotteri. Parallelamente l'utilizzo di “nest-trapping” ha consentito di monitorare la complessità dell’entomofauna presente.
Prova in laboratorio: Gli impollinatori presenti nell’agroecosistema, analogamente a quanto accade in ecosistemi naturali, sono definibili “generalisti” o “specializzati” a seconda dei rapporti più o meno specifici con le specie entomogame visitate. Pur essendo ben noti molti esempi di specializzazione, tuttavia non sono chiari i meccanismi fitochimici mediante i quali una determinata “wildflower” tenda talvolta ad attrarre solo una parte dell’intera gamma degli impollinatori presenti. E' stato ipotizzato che le sostanze volatili emesse dai fiori possano avere un ruolo attrattivo oppure repellente nei confronti dell’entomofauna presente. Sono state effettuate delle analisi in laboratorio mirate a quantificare ed identificare tali composti allo scopo di attribuire loro un ruolo ecologico nelle interazioni mutualistiche tra “wildflowers” ed impollinatori. La sovrapposizione dei dati fitochimici ottenuti con le osservazioni in campo ha consentito di verificare la rigida o flessibile dipendenza mutualistica flora-entomofauna. Le “wildflowers” utilizzate nelle prove di laboratorio sono state allevate in vaso, i fiori staccati al momento della loro piena fioritura ed immediatamente analizzati con tecnica SPME (Solid Phase Microextraction)-GS/MS (Gas Chromatography /Mass Spectrometer) in modo che non ne venisse alterata la composizione chimica. I principali fitochimici trovati appartengono alle categorie dei monoterpeni, sesquiterpeni, derivati degli acidi grassi e benzenoidi; l'attribuzione dell’effettivo ruolo ecologico di tali composti tuttavia necessita di ulteriori sperimentazioni.
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