Tesi etd-09072009-113311 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CIRUCCI, ALICE
URN
etd-09072009-113311
Titolo
La percezione ostile degli ebrei: problemi di definizione in sede storiografica
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
STORIA E CIVILTA'
Relatori
relatore Luzzati, Michele
Parole chiave
- antiebraismo
- antigiudaismo
- antisemitismo
- giudeofobia
Data inizio appello
21/09/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/09/2049
Riassunto
La prima parte della tesi propone una esposizione di alcune teorie che hanno caratterizzato il dibattito sull’etnocentrismo e l’analisi della percezione di tre gruppi vulnerabili e della terminologia impiegata in storiografia per descrivere gli atteggiamenti ostili nei loro confronti.
Nella seconda parte è analizzata la terminologia comunemente utilizzata negli studi sull’ostilità nei confronti degli ebrei ed è affrontata la questione dei problemi e dei dubbi che sorgono nell’uso del termine antigiudaismo.
L’analisi terminologica è basata sui numerosi studi riguardanti le discriminazioni subite dagli ebrei e dalle comunità ebraiche che vivevano nei territori dominati dalla cristianità occidentale, di rito romano. I dubbi sull’uso del termine antigiudaismo, tuttavia, permangono anche esaminando le meno cospicue testimonianze sulla condizione dei convertiti dall’ebraismo nella Chiesa orientale, argomento che è stato lasciato ai margini di questa dissertazione, avendo attirato meno gli interessi degli studiosi.
La terza parte propone una analisi di tre casi in cui, seppur comunemente usato, il termine antigiudaismo si rivela del tutto inadeguato: le discriminazioni contro cristiani convertiti dall’ebraismo messe in atto dai monarchi visigoti nella penisola iberica a partire dal 589 d.C., la propaganda contro Anacleto II, fondata principalmente sulle sue origini ebraiche, gli statuti di limpieza de sangre, diffusi in Spagna dal 1449 e diretti contro cristiani convertiti o di origine ebraica.
Nella seconda parte è analizzata la terminologia comunemente utilizzata negli studi sull’ostilità nei confronti degli ebrei ed è affrontata la questione dei problemi e dei dubbi che sorgono nell’uso del termine antigiudaismo.
L’analisi terminologica è basata sui numerosi studi riguardanti le discriminazioni subite dagli ebrei e dalle comunità ebraiche che vivevano nei territori dominati dalla cristianità occidentale, di rito romano. I dubbi sull’uso del termine antigiudaismo, tuttavia, permangono anche esaminando le meno cospicue testimonianze sulla condizione dei convertiti dall’ebraismo nella Chiesa orientale, argomento che è stato lasciato ai margini di questa dissertazione, avendo attirato meno gli interessi degli studiosi.
La terza parte propone una analisi di tre casi in cui, seppur comunemente usato, il termine antigiudaismo si rivela del tutto inadeguato: le discriminazioni contro cristiani convertiti dall’ebraismo messe in atto dai monarchi visigoti nella penisola iberica a partire dal 589 d.C., la propaganda contro Anacleto II, fondata principalmente sulle sue origini ebraiche, gli statuti di limpieza de sangre, diffusi in Spagna dal 1449 e diretti contro cristiani convertiti o di origine ebraica.
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