Tesi etd-09062022-175518 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PALMAS, ELISABETTA
URN
etd-09062022-175518
Titolo
L'arte fantastica e surreale di Enrico Colombotto Rosso.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Cortesini, Sergio
Parole chiave
- Abacuc
- Alessandri
- argento
- arte concreta
- arte dopoguerra
- arte fantastica
- arte macabra
- arte povera
- arte torinese
- assemblaggi
- Brin
- Camino
- Carluccio
- casa museo
- china
- Circolare Sinistra
- colombottiano
- Cottolengo
- Cremona
- Enrico Colombotto Rosso
- Galatea
- gatto
- La Bussola
- La candela
- Leonor Fini
- libellule
- Liberty
- L’Obelisco
- maghe
- metamorfosi
- Nonza
- oro
- Piper
- Pistoletto
- Rama
- rossi sanguigna
- Soffitta Macabra
- Storie di gatti
- Surfanta
- surrealismo
- Tazzoli
- Torino
Data inizio appello
26/09/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/09/2092
Riassunto
In questo mio lavoro di tesi magistrale ho voluto approfondire e comprendere la vita e le opere dell’artista fantastico-surrealista Enrico Colombotto Rosso, focalizzandomi soprattutto sulla sua produzione pittorica dalla metà del Novecento fino al primo decennio degli anni Duemila.
La narrazione segue cronologicamente le tappe fondamentali del suo sviluppo artistico, intersecandosi con l’analisi delle influenze ricevute dal panorama culturale del tempo, in particolar modo quello della città di Torino. Ho deciso di mettere in risalto soprattutto due aspetti fondamentali alla base dell’immaginario colombottiano e delle opere da lui create: la sofferenza del genere umano e il mondo onirico nel quale rifugiarsi. Per quanto l’artista sia stato apprezzato e conosciuto soprattutto per la prima tipologia di creazioni – testimoni del dolore esistenziale, della malattia, del turbamento della mente, il tutto con un approccio macabro e tormentato – vi è anche un’altra parte della sua produzione che, pur mantenendo un’eco di questa matrice inquietante, si è focalizzata su un immaginario più visionario e liberatorio, popolato da creature metamorfiche e incantate. Il mio scopo è quello di mostrare come questi due aspetti, apparentemente opposti, siano in realtà due facce della stessa medaglia, due modi di rappresentare e comprendere intimamente i sentimenti dell’uomo, le difficoltà della vita e il bisogno di trasformare se stessi per evadere da questa condizione di tormento.
La narrazione segue cronologicamente le tappe fondamentali del suo sviluppo artistico, intersecandosi con l’analisi delle influenze ricevute dal panorama culturale del tempo, in particolar modo quello della città di Torino. Ho deciso di mettere in risalto soprattutto due aspetti fondamentali alla base dell’immaginario colombottiano e delle opere da lui create: la sofferenza del genere umano e il mondo onirico nel quale rifugiarsi. Per quanto l’artista sia stato apprezzato e conosciuto soprattutto per la prima tipologia di creazioni – testimoni del dolore esistenziale, della malattia, del turbamento della mente, il tutto con un approccio macabro e tormentato – vi è anche un’altra parte della sua produzione che, pur mantenendo un’eco di questa matrice inquietante, si è focalizzata su un immaginario più visionario e liberatorio, popolato da creature metamorfiche e incantate. Il mio scopo è quello di mostrare come questi due aspetti, apparentemente opposti, siano in realtà due facce della stessa medaglia, due modi di rappresentare e comprendere intimamente i sentimenti dell’uomo, le difficoltà della vita e il bisogno di trasformare se stessi per evadere da questa condizione di tormento.
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