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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09062020-123634


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DISTEFANO, CRISTINA
URN
etd-09062020-123634
Titolo
La condizione della prigioniera di guerra in Andromaca, Ecuba e Troiane di Euripide
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Tulli, Mauro
Parole chiave
  • Andromaca
  • Andromache
  • Ecuba
  • Euripide
  • Euripides
  • guerra
  • Hecuba
  • prigioniera
  • prisoner
  • Troiane
  • Trojan Women
  • war
Data inizio appello
28/09/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questo lavoro ha l’obiettivo di indagare la caratterizzazione di un particolare tipo di personaggio, la prigioniera di guerra all’interno di tre tragedie euripidee, ovvero l’Andromaca, l’Ecuba e le Troiane. Si tratta di tre drammi accomunati dallo stesso contesto: la fine della guerra di Troia e l’immediato destino delle vittime di un conflitto che ha interessato la gente greca e quella troiana con le rispettive alleanze. Il lavoro è organizzato in cinque capitoli e i primi tre si occupano dell’analisi dei passi di ciascuna delle tre tragedie: sono parti selezionate e commentate, in cui emergono elementi relativi alla condizione di prigionia e intorno a cui è possibile individuare le prime linee generali sulle caratterizzazioni di Andromaca, Ecuba, Polissena e Cassandra. Nel quarto e quinto capitolo, invece, viene sviluppata e approfondita la riflessione intorno alla condizione della prigioniera di guerra: tale indagine viene realizzata attraverso il confronto tra le analogie e le differenze, che si possono riscontrare nella costruzione di questi quattro personaggi femminili. Polissena e Cassandra vengono analizzate nel capitolo sulle analogie - il quarto -, perché in loro è stata ravvisata una comunanza nell’azione, conseguenza di una femminilità che riesce ad appropriarsi del codice eroico maschile, cercando e ottenendo un riscatto per la misera e nuova condizione di prigionia: entrambe accettano la morte piuttosto che la degradante situazione in cui si trovano. Nel quinto capitolo sono rilevate le differenze nella creazione della prigioniera di guerra all’interno degli stessi personaggi presenti in due diverse tragedie, ovvero Andromaca ed Ecuba: sono donne, mogli e madri che entrano in contatto con una realtà piena di crepe e lesioni; ma se nelle Troiane la loro caratterizzazione è dominata dal lutto e dalla ricerca del patetismo, invece nell’Andromaca e nell’Ecuba le due donne sono colte da uno slancio diverso, da una dinamicità che le vede reagire e opporsi alle difficoltà attuali in maniera estremamente drammatica. L’indagine, nel corso di questo lavoro, tiene in considerazione due linee guida importanti, ovvero il criterio cronologico - e, di conseguenza, il riferimento al contesto storico in cui opera Euripide - e le dinamiche culturali che hanno influenzato o meno la poetica euripidea: questi criteri hanno un ruolo importante nell’indagine presente nel quinto capitolo, dove si analizza, anche, la questione del binomio greco-barbaro, centrale nel V secolo a.C. Questo contrasto manca nelle tre tragedie prese in esame, poiché Euripide ha collocato sulla scena donne, madri, mogli, figlie, che rappresentano ogni vittima di una possibile guerra: greca o barbara che sia, non ha importanza, perché il poeta è interessato a definire l’immagine degli sconfitti, dei vinti. Dunque, il poeta ha potuto diffondere un messaggio anti-bellicista mediante i personaggi delle prigioniere di guerra, rendendole il veicolo attraverso cui attuare la sua denuncia contro gli orrori della guerra e dei rapporti di forza. Andromaca, Ecuba, Polissena e Cassandra sono donne barbare, troiane, ma questo non interessa al poeta, se non per una loro identificazione con la tradizione: sono donne comuni, le cui esperienze di vita possono fungere da monito per lo spettatore del V secolo a.C.

This work aims to investigate the characterization of a particular type of character, the prisoner of war within three Euripidean tragedies, namely the Andromache, Hecuba and the Trojan women. These are three dramas sharing the same context: the end of the Trojan War and the immediate fate of the victims of a conflict that affected the Greek and Trojan people with their respective alliances. The work is organized in five chapters and the first three deal with the analysis of the steps of each of the three tragedies: the sections are selected and commented, elements relating to the condition of imprisonment emerge and it is possible to identify the first general lines on characterizations of Andromache, Hecuba, Polyxena and Cassandra. In the fourth and fifth chapter, however, the reflection on the condition of the prisoner of war is developed and deepened: this investigation is carried out through the comparison between the similarities and the differences, which can be found in the construction of these four female characters. Polyxena and Cassandra are analyzed in the chapter on analogies - the fourth -, because in them a commonality in action has been recognized, a consequence of a femininity that manages to appropriate the male heroic code, seeking and obtaining a ransom for the miserable and new condition of imprisonment: both accept death rather than the degrading situation in which they find themselves.The fifth chapter reveals the differences in the creation of the prisoner of war within the same characters present in two different tragedies, namely Andromache and Ecuba: they are women, wives and mothers who come into contact with a reality full of cracks and injuries; but if in the Trojan women their characterization is dominated by mourning and the search for pathetism, instead in Andromache and Hecuba the two women are seized by a different momentum, by a dynamism that sees them react and oppose current difficulties in an extremely dramatic way. The investigation, in the course of this work, takes into consideration two important guidelines, namely the chronological criterion - and, consequently, the reference to the historical context in which Euripides lives - and the cultural dynamics that have influenced or not Euripidean poetics: these criteria play an important role in the investigation present in the fifth chapter, where it is analyzed the question of the Greek-barbarian binomial, central in the fifth century B.C. This contrast is lacking in the three tragedies examined, since Euripides has placed women, mothers, wives, daughters, who represent every victim of a possible war: Greek or barbarian, it does not matter, because the poet is interested in defining the image of the defeated, of the vanquished. Thus, the poet was able to spread an anti-war message through the characters of the prisoners of war, making them the vehicle through which to carry out his denunciation against the horrors of war and of power relations. Andromache, Hecuba, Polyxena and Cassandra are barbarian, Trojan women, but this is of no interest to the poet, if not for their identification with tradition: they are ordinary women, whose life experiences can serve as a warning to the spectator of the fifth century B.C.
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