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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09062017-194043


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BERARDI, MARCELLA
URN
etd-09062017-194043
Titolo
Sicurezza, diritti e nuove tecnologie
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Belloni, Ilario
Parole chiave
  • sicurezza
  • controllo
  • sorveglianza
  • diritto all'oblio
  • privacy
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nella presente tesi vengono affrontante alcune questioni che caratterizzano l’odierna società tecnologica1 e che interessano sia gli esperti del sapere tecnico sia i cittadini comuni per le conseguenze che l’utilizzo delle nuove e diffuse tecnologie ha sulla vita delle persone. I concetti principali riguardano la sorveglianza, la libertà e la sicurezza che, all’interno della nuova società invasa da vari strumenti elettronici, assumono un diverso significato e pongono nuovi problemi meritevoli di una riflessione critica da punti di vista differenti (filosofico, sociologico, etico-politico e giuridico). Infatti, per l’effettuazione della trattazione atta ad evidenziare punti positivi e negativi del sistema2, si sono utilizzati gli studi e le riflessioni di autori di diversa formazione come J. Bentham (filosofo), G. Orwell (letterato), D. Lyon (sociologo), S. Rodotà (giurista), oltre che i diversi riferimenti normativi in materia, come sentenze e regolamenti nazionali ed internazionali. Ancora, data l’attualità della tematica, si è ritenuto opportuno riportare sondaggi, notizie e contributi cinematografici apparsi di recente ad essa dedicati. Lo scopo, in questa sede, non è quello di risolvere il panorama, in quanto la tecnologia, che evolve rapidamente, pone ogni volta nuovi interrogativi cui il legislatore tenta di rispondere concretamente, bensì quello di evidenziare e comprendere, sulla base di casi pratici e reali, l’importanza delle questioni che la tecnologia solleva in termini di potenziamento o depotenziamento dei diritti dei cittadini, per vivere in modo consapevole ogni attività.

La tesi è divisa in tre parti.
Nel primo capitolo si analizza da un punto di vista storico il concetto di sorveglianza.
Nelle società pretecnologiche, questa consiste essenzialmente nel controllo diretto di alcuni da parte di altri mediante l’osservazione o le procedure di disciplinamento della condotta, diverse a seconda del contesto e del detentore del potere3. Eppure, già nella teoria benthamiana del Panopticon, risalente alla fine del 1700, è presente quel principio qualificante la nuova sorveglianza: l’invisibilità del potere. Il Panopticon, temine greco che significa ‘luogo dove tutto è visto’, è una prigione il cui edificio ha una struttura circolare con un reparto di ispezione al centro e le celle tutte intorno al perimetro. In tal modo i detenuti risultano sempre visibili e i sorveglianti, grazie ad un gioco di luci ed al posizionamento strategico di persiane di legno, sempre invisibili ai prigionieri. Ciò genera in questi uno stato di insicurezza, dovuto alla sensazione di essere costantemente osservati, che li spinge all’unica alternativa possibile, l’obbedienza e l’adeguamento della condotta ai modelli imposti. Un potere invisibile controlla e genera autocontrollo negli osservati4. L’ombra del potere rimane una costante anche quando questo si sposta dallo spazio chiuso della prigione allo spazio aperto della società: nella teoria foucaultiana il potere che sorveglia la società non è esercitato da un élite ma da tanti centri sparsi all’interno della società mediante pratiche diverse di cui, però, i subordinati hanno poca consapevolezza; nella teoria orwelliana il potere che sorveglia è altrettanto onnipresente ma si serve per agire di un altro strumento, un grande schermo presente dappertutto che guarda chiunque inaspettatamente; schermo che richiama il monitor del computer di oggi.
Nelle società tecnologiche, la sorveglianza diventa elettronica e quindi di gran lunga più efficace. Essa, mediante i vari dispositivi e la Rete, viene esercitata con finalità diverse da privati ed istituzioni. I cittadini che adoperano Internet lasciano tracce che vengono conservate ed utilizzate per una loro profilazione da sfruttare per fini commerciali o politici. Una tale realtà richiede una nuova terminologia e la ‘dataveglianza’ di R. Clarke appare sicuramente l’espressione più adeguata a descrivere il contesto attuale: società sorvegliata mediante il controllo dei dati delle persone. Le informazioni personali reperibili in Rete sono tantissime e si possono acquisire anche indipendentemente dalla volontà dell’interessato di diffonderle: alcune, provenienti dalle grandi compagnie di telecomunicazioni, vengono custodite e comunicate a terzi; altre vengono ottenute mediante intercettazioni o programmi di sorveglianza globale anche contro la legge, oltrepassando il vincolo dell’autorizzazione del magistrato, necessaria per controllare un sospettato. È chiaro che nell’era tecnologica la sorveglianza di massa è un’attività possibile in quanto, per mezzo di strumenti sempre più ricercati, si è in grado di memorizzare e raccogliere, estrarre e selezionare, analizzare ed esaminare una quantità di dati sempre più consistenti, rischiando di minare la privacy dei cittadini.
Il secondo e il terzo capitolo sono dedicati all’approfondimento rispettivamente delle finalità economiche e politiche per le quali la sorveglianza elettronica viene effettuata e giustificata, mettendone in evidenza le relative problematiche: la riduzione della persona ai suoi dati, ossia la riduzione del soggetto in oggetto; l’assottigliamento dei diritti fondamentali, quali libertà, riservatezza, dignità della persona.
Complessi algoritmi e software sofisticati estraggono informazioni per costruire profili e identità con lo scopo di ritagliare dalle persone quel che interessa il mercato e per scegliere i banner pubblicitari in base alle abitudini degli utenti della Rete. Con la costante produzione di dati che riguardano l’individuo, si genera una sorta di doppio corpo: da un lato esiste la persona in carne ed ossa, il corpo fisico; dall’altro la persona virtuale, il corpo elettronico, originatosi da quell’insieme di dati che giorno dopo giorno popolano le infinite banche dati. Questo nuovo corpo funge da strumento di controllo in quanto permette a terzi di osservare e ricavare informazioni utili, reali e sempre più precise sulla vita di chiunque. Anche i governi possono usufruire di tali risorse. L’avvio di una politica consacrata alla sicurezza nazionale, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, ha dato origine ad una più stretta collaborazione con le grandi società e alla creazione di programmi di sorveglianza su vastissima scala5. In un mondo che vede la minaccia reale di possibili attacchi terroristici, la politica si serve delle nuove tecnologie per fronteggiare il fenomeno e proteggere così il cittadino anche a costo di limitarne la libertà.
Non manca uno spazio di riflessione sull’influenza che il Web ha sull’individuo. In Rete la dimensione on line talvolta nasconde quella off line determinando in questo caso il dilemma dell’autenticità della propria identità. L’uso protratto dei dispositivi, soprattutto da parte dei giovanissimi, genera dipendenza o perdita di contatto con la realtà vera.
A completare l’esposizione sono alcune importanti questioni giuridiche che ruotano intorno ai seguenti punti:
liceità dell’attività di controllo, che dovrebbe essere regolamentata nello stesso modo in cui si regolano le intercettazioni telefoniche e seria riflessione sull’effettivo beneficio della stessa per la vita delle persone;
giusto bilanciamento tra diritti tra loro in opposizione: libertà-sicurezza; riservatezza-controllo; privacy-informazione; tutti sacrosanti nelle odierne società;
rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini, che dovrebbero essere reinterpretati alla luce del nuovo contesto e rafforzati con il riconoscimento di nuovi diritti indispensabili per il nuovo uomo tecnologico, quali il diritto di esserci e non esserci o, in altre parole, il diritto di accesso, il diritto di uscita e di oblio, il diritto di autodeterminazione informativa; il diritto al controllo e al giusto trattamento dei propri dati.
Per inquadrare ed indagare con più precisione tali questioni si sono rivelati fondamentali i contributi del giurista S. Rodotà, scomparso di recente, che su questi aspetti è intervenuto più volte, auspicando interventi normativi volti a tutelare in modo sempre più adeguato i diritti delle persone nel rispetto del progresso.
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