ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09062017-112217


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CAPECCHI, CLAUDIA
URN
etd-09062017-112217
Titolo
Sull'imputazione delle condotte dei peacekeepers e il caso Srebrenica
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Calamia, Antonio Marcello
Parole chiave
  • Srebrenica
  • controllo effettivo
  • dual attribution
  • caschi blu
  • peacekeeping
  • attribuibilità
  • Unprofor
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente elaborato affronta il problema dell’attribuzione delle condotte dei peacekeepers, con specifico riguardo a quanto accadde in Ex Jugoslavia nell’enclave di Srebrenica.
Nel primo Capitolo viene fatto un inquadramento generale sulla natura giuridica dei caschi blu e sui soggetti che ruotano attorno a questa organizzazione. Si introduce inoltre, fin da subito, la vicenda della guerra avvenuta negli anni ’90 nella Ex Jugoslavia, esponendo prima quelli che furono i lavori delle conferenze che cercarono invano di trovare una soluzione diplomatica al conflitto; poi ci soffermiamo sui fatti del “genocidio” di Srebrenica.
Nel secondo Capitolo, invece, poniamo l’attenzione sul problema derivante dalla natura ambigua dei peacekeepers e cerchiamo di risolvere la questione della attribuibilità delle condotte dei caschi blu nelle operazioni di mantenimento della pace poste in essere dalle Nazioni Unite. È interessante valutare le diverse teorie elaborate dalla giurisprudenza nel corso del tempo, che, basandosi sulle norme fornite dalla Commissione di diritto internazionale nel progetto di articoli sulla responsabilità delle organizzazioni internazionali e in quello sulla responsabilità dello Stato, ha in vario modo cercato di individuare un soggetto responsabile di tali condotte per far sì che non rimanessero impunite.
Infine il terzo Capitolo riguarda la questione della attribuibilità delle condotte dei peacekeepers con riferimento specifico al caso di Srebrenica. In particolare la scelta è stata quella di analizzare le sentenze emesse dai tribunali olandesi e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, in modo trasversale, cioè senza analizzare ciascuna decisione punto per punto, ma raggruppandole in due sezioni: una dedicata a quelle sentenze che hanno riconosciuto l’immunità dell’ONU, l’altra dedicata a quelle che hanno invece ritenuto responsabile lo Stato olandese. Le sentenze riguardano tre casi differenti: Nuhanović, Mustafić e quello della Associazione “Madri di Srebrenica” e il nostro lavoro analizza i vari elementi di contatto dei tre casi. L’ultima sentenza in merito è quella della Corte d’appello olandese del 27 giugno 2017, che ha riconosciuto (come già prima aveva fatto la Corte distrettuale olandese) la responsabilità civile dello Stato olandese, ma in una percentuale del 30%. Il problema resta quindi aperto, in quanto è possibile un ricorso alla Suprema Corte olandese.
Infine un cenno nella sezione terza viene fatto alla responsabilità penale dei singoli comandanti olandesi nell’ambito della strage di Srebrenica.




File