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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09062013-095904


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
FERRAUTO, PAOLA CRISTINA
URN
etd-09062013-095904
Titolo
Impianto percutaneo della protesi valvolare aortica (CoreValve) in pazienti anziani affetti da stenosi aortica degenerativa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Balbarini, Alberto
Parole chiave
  • anulus aortico
  • CoreValve
  • impianto percutaneo
  • stenosi aortica
  • TAVI
Data inizio appello
24/09/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO
Introduzione.
La stenosi aortica degenerativa è la forma più frequente di restringimento della
valvola aortica nell’adulto.
Questa patologia presenta un’evoluzione lenta ed a lungo asintomatica; tuttavia la
comparsa dei tre sintomi fondamentali -angina, dispnea e sincope- è espressione,
generalmente, di un peggioramento della prognosi del paziente.
Il trattamento chirurgico è indicato nei pazienti sintomatici con stenosi severa. In
aggiunta ad esso, è disponibile oggi una nuova metodica terapeutica: l’impianto
percutaneo di una protesi valvolare aortica.
Materiali e Metodi.
Il presente studio prende in considerazione 267 pazienti trattati mediante l’impianto
percutaneo di una protesi valvolare aortica autoespandibile (CoreValve, Medtronic, Inc.,
Minneapolis, MN), dal settembre 2007 al maggio 2013.
Tutti i pazienti sono stati selezionati in base all’età ( ≥75 anni), al rischio chirurgico
(Logistic EuroSCORE ≥ 15%), o alla presenza di gravi comorbilità in associazione ad
un’età superiore ai 65 anni.
Lo studio ha preso in considerazione i dati clinici prima dell’intervento, quelli a 30
giorni, 12 e 24 mesi dall’operazione; sono stati valutati attentamente la mortalità, la
classe funzionale NYHA e le complicanze che si sono verificate a seguito della
procedura.
Risultati.
La procedura di impianto percutaneo della protesi è stata eseguita sotto anestesia
locale nel 79% dei casi ( i primi casi eseguiti nel primo anno sono stati effettuati in
anestesia generale), mediante un approccio trans-femorale in 210 casi ( 79%), e con un
accesso attraverso l’arteria succlavia e/o trans-aortico nei rimanenti casi.
I tassi di mortalità a 30 giorni risultano dell’8%, mentre la sopravvivenza a 12 e 24
mesi è dell’80,7% e del 77,2% rispettivamente.
Alcune gravi complicanze si sono verificate durante l’intervento, come la morte
procedurale (2%), l’ictus (2%), complicanze vascolari maggiori (5%) e la necessità di
impiantare un Pacemaker nel 27% dei casi.
I dati a 30 giorni, a 12 e 24 mesi dalla procedura dimostrano un netto
miglioramento della sintomatologia per quasi tutti i pazienti trattati, ciò è valutabile
mediante la classe funzionale NYHA della dispnea. Sul totale di 267 pazienti, 152
soggetti (57%) presentavano prima dell’intervento una classe NYHA III/IV, mentre già
a 30 giorni dall’impianto 145 pazienti (78,8%) avevano una classe NYHA I.
Conclusioni.
L’impianto percutaneo della protesi valvolare aortica CoreValve è una nuova
opzione terapeutica per i pazienti ad alto rischio con stenosi aortica severa. I tassi delle
complicanze sembrano accettabili, considerando l'alta frequenza di malattie coesistenti
in tali pazienti.
La TAVI sembra quindi essere una scelta ragionevole in pazienti inoperabili o ad
alto rischio con grave stenosi aortica sintomatica.
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