• dirigenza pubblica
• amministrazione e politica
• ruolo unico
• spoils system
• responsabilità dirigenziale

Da sempre oggetto di interesse da parte del legislatore, la dirigenza pubblica, fondamentale anello di congiunzione tra l’organo politico e la macchina della pubblica amministrazione, è stata al centro di un lungo e tortuoso processo di cambiamento.
Nata fortemente assoggettata al potere politico secondo il modello cavouriano, rimasto in vigore per oltre un secolo, la dirigenza pubblica si è progressivamente ritagliata una consistente autonomia sia in termini di funzioni sia in termini di responsabilità, assumendo nuove sembianze, al fine ultimo di creare un apparato flessibile e funzionale ad una gestione coerente con i principi di efficacia, efficienza, trasparenza ed economicità.
Fondamentale per il conseguimento di tale scopo si è rivelata sia l’introduzione di nuove forme di valutazione dell’operato dei dirigenti, fortemente incentrate sulla verifica dei risultati conseguiti e degli obiettivi raggiunti, sia un nuovo modello di responsabilità dirigenziale, sganciata dall’illegittimità degli atti e dei comportamenti posti in essere e, invece, strettamente legata alla validità e all’efficienza dell’attività di gestione.
Il presente elaborato si occupa, infatti, dopo la trattazione dell’evoluzione del rapporto tra politica e amministrazione dal 1853 fino ai giorni nostri, dell’analisi delle modalità di accesso alla qualifica dirigenziale, del conferimento e della disciplina degli incarichi dirigenziali, del sistema di valutazione dell’azione pubblica, nonché della responsabilità dirigenziale, così come riformati ad opera del D. Lgs. n.150/2009, prima, e della L. n. 124/2015, poi, con un focus sulle novità da ultimo introdotte dal D.L. 9 giugno 2021, n. 80, c.d. “Decreto reclutamento”.