Tesi etd-09052019-142303 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
AHMED, CENAR
Indirizzo email
ranec92@gmail.com
URN
etd-09052019-142303
Titolo
Analisi delle frazioni plasmatiche dell'enzima gamma-glutammiltransferasi in pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Dott.ssa Franzini, Maria
Parole chiave
- ALT
- AST
- GGT
- GVHD
- HLA
- HSC
- HSCT
Data inizio appello
23/09/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (HSCT) è una procedura medica largamente impiegata al giorno d’oggi nel trattamento di molte patologie ematologiche, sia neoplastiche che non neoplastiche. Le due principali tipologie di trapianto vengono definite “allogenico” ed “autologo”, a seconda che le cellule staminali emopoietiche, reinfuse dopo opportune terapie di condizionamento, derivino rispettivamente da un donatore sano o dal paziente stesso.
La GVHD (Graft-versus-host disease, “malattia del trapianto contro l’ospite”) è la principale complicanza immunologica del trapianto allogenico, ed è caratterizzata da una reazione di cellule immunocompetenti del donatore contro tessuti del ricevente. Le manifestazioni di tale affezione possono colpire diversi tessuti e organi, come cute, fegato, intestino, stomaco, occhio e cavo orale. Fino ad oggi sono stati studiati molti biomarcatori diagnostici per la GVHD; lo studio delle isoforme della gamma-glutammiltranferasi (GGT) come potenziale biomarcatore della GVHD è stato l’oggetto di questo studio.
Ho analizzato un totale di 14 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogenico tra Marzo 2017 e Maggio 2018 presso la U.O. Ematologia Universitaria di Pisa, Centro Trapianti di Midollo.
Per ciascun paziente abbiamo raccolto campioni di sangue venoso a tempi prestabiliti, a partire dal giorno d’inizio della chemioterapia di condizionamento fino ai mesi precedenti, qualora ancora in vita.
Confrontando i profili di eluizione dell’attività plasmatica di GGT nei 14 pazienti ho osservato che il volume di eluzione delle frazioni b-GGT ed f-GGT rimane invariato, mentre il profilo della frazione s-GGT appare spostarsi verso un volume di eluizione maggiore e dimensione minore. La forma del picco di eluizione è suggestiva della presenza di due componenti relative alla frazione s-GGT.
Questa categoria di soggetti mi pone di fronte a delle variazioni importanti per quanto riguarda m-GGT, che non sono state ancora descritte in altre condizioni e in più ci fanno osservare questa doppia componente di s-GGT che sembrano muoversi insieme ma con contributo maggiore di s2-GGT.
Le analisi di correlazione tra le transaminasi e le frazioni di GGT mi confermano il possibile diverso significato clinico che hanno le frazione s1-GGT e s2-GGT, con s2-GGT associato agli indici citolitici (ALT e AST) e s1-GGT associato all’indice di funzionalità epatica (bilirubina totale). Inoltre, tali correlazioni sono collocate diversamente dal punto di vista temporale, infatti la correlazione con s1-GGT si colloca nei primi 14 giorni post-trapianto mentre quella con s2-GGT nei 30 giorni post-trapianto. Talvolta, però, la variazione di s1-GGT e s2-GGT avviene in una finestra temporale che non coincide con quella delle classiche variabili indici di funzionalità epatica. Dunque, potrebbe esserci un meccanismo diverso per il rilascio di queste frazioni che, coinvolgerà sempre il fegato, ma non come per le altre varabili.
Gli eventi di GVHD sembrano essere associati alla presenza di m-GGT, ma non è ancora chiaro il motivo di tale associazione. Inoltre, sembrerebbe delinearsi la presenza di due sottogruppi di cui uno presenta un aumento dell’attività totale di GGT in prossimità della manifestazione della GVHD mentre l’altro no. Al primo appartengono i pazienti che hanno sviluppato GVHD intestinale, mentre, al secondo coloro che hanno sviluppato GVHD cutanea o di altro tipo.
Infine, i pazienti in cui il trapianto non ha presentato complicanze sono gli stessi che hanno sviluppato GVHD e questi ultimi sono caratterizzati dalla peculiarità di presentare un picco dell’attività totale di GGT in corrispondenza del giorno T+7.
In conclusione, lo studio delle frazioni della GGT plasmatica nei soggetti sottoposti a HSCT ha rivelato una notevole diversità nel comportamento delle stesse nelle fasi immediatamente precedenti e seguenti alla procedura. Sebbene i risultati siano ancora preliminari a causa della scarsa numerosità dei campioni in studio, è comunque evidente che ciascuna frazione assume, nel tempo di osservazione, andamenti diversi non solo rispetto alle altre frazioni, ma anche rispetto all’esito della procedura ed agli eventi associati alla GVHD.
L’attribuzione di uno specifico significato fisiopatologico alle variazioni di ciascuna frazione di GGT potrebbe essere uno strumento diagnostico e prognostico utile nell’ambito dei trapianti di midollo osseo.
La GVHD (Graft-versus-host disease, “malattia del trapianto contro l’ospite”) è la principale complicanza immunologica del trapianto allogenico, ed è caratterizzata da una reazione di cellule immunocompetenti del donatore contro tessuti del ricevente. Le manifestazioni di tale affezione possono colpire diversi tessuti e organi, come cute, fegato, intestino, stomaco, occhio e cavo orale. Fino ad oggi sono stati studiati molti biomarcatori diagnostici per la GVHD; lo studio delle isoforme della gamma-glutammiltranferasi (GGT) come potenziale biomarcatore della GVHD è stato l’oggetto di questo studio.
Ho analizzato un totale di 14 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogenico tra Marzo 2017 e Maggio 2018 presso la U.O. Ematologia Universitaria di Pisa, Centro Trapianti di Midollo.
Per ciascun paziente abbiamo raccolto campioni di sangue venoso a tempi prestabiliti, a partire dal giorno d’inizio della chemioterapia di condizionamento fino ai mesi precedenti, qualora ancora in vita.
Confrontando i profili di eluizione dell’attività plasmatica di GGT nei 14 pazienti ho osservato che il volume di eluzione delle frazioni b-GGT ed f-GGT rimane invariato, mentre il profilo della frazione s-GGT appare spostarsi verso un volume di eluizione maggiore e dimensione minore. La forma del picco di eluizione è suggestiva della presenza di due componenti relative alla frazione s-GGT.
Questa categoria di soggetti mi pone di fronte a delle variazioni importanti per quanto riguarda m-GGT, che non sono state ancora descritte in altre condizioni e in più ci fanno osservare questa doppia componente di s-GGT che sembrano muoversi insieme ma con contributo maggiore di s2-GGT.
Le analisi di correlazione tra le transaminasi e le frazioni di GGT mi confermano il possibile diverso significato clinico che hanno le frazione s1-GGT e s2-GGT, con s2-GGT associato agli indici citolitici (ALT e AST) e s1-GGT associato all’indice di funzionalità epatica (bilirubina totale). Inoltre, tali correlazioni sono collocate diversamente dal punto di vista temporale, infatti la correlazione con s1-GGT si colloca nei primi 14 giorni post-trapianto mentre quella con s2-GGT nei 30 giorni post-trapianto. Talvolta, però, la variazione di s1-GGT e s2-GGT avviene in una finestra temporale che non coincide con quella delle classiche variabili indici di funzionalità epatica. Dunque, potrebbe esserci un meccanismo diverso per il rilascio di queste frazioni che, coinvolgerà sempre il fegato, ma non come per le altre varabili.
Gli eventi di GVHD sembrano essere associati alla presenza di m-GGT, ma non è ancora chiaro il motivo di tale associazione. Inoltre, sembrerebbe delinearsi la presenza di due sottogruppi di cui uno presenta un aumento dell’attività totale di GGT in prossimità della manifestazione della GVHD mentre l’altro no. Al primo appartengono i pazienti che hanno sviluppato GVHD intestinale, mentre, al secondo coloro che hanno sviluppato GVHD cutanea o di altro tipo.
Infine, i pazienti in cui il trapianto non ha presentato complicanze sono gli stessi che hanno sviluppato GVHD e questi ultimi sono caratterizzati dalla peculiarità di presentare un picco dell’attività totale di GGT in corrispondenza del giorno T+7.
In conclusione, lo studio delle frazioni della GGT plasmatica nei soggetti sottoposti a HSCT ha rivelato una notevole diversità nel comportamento delle stesse nelle fasi immediatamente precedenti e seguenti alla procedura. Sebbene i risultati siano ancora preliminari a causa della scarsa numerosità dei campioni in studio, è comunque evidente che ciascuna frazione assume, nel tempo di osservazione, andamenti diversi non solo rispetto alle altre frazioni, ma anche rispetto all’esito della procedura ed agli eventi associati alla GVHD.
L’attribuzione di uno specifico significato fisiopatologico alle variazioni di ciascuna frazione di GGT potrebbe essere uno strumento diagnostico e prognostico utile nell’ambito dei trapianti di midollo osseo.
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