Ad oggi, sempre più malati critici sopravvivono ad un ricovero in Terapia Intensiva. Tuttavia, un paziente dimesso dalla Terapia Intensiva non sempre si può considerare “guarito” perché potrebbe continuare ad avere una serie di problemi che impatteranno sulla sua qualità di vita e su quella dei familiari. Per identificare questa condizione è recentemente stato coniato dalla SCCM il termine di Post-Intensive Care Syndrome. Lo scopo di questa tesi, dunque, è raccogliere dati preliminari su questa Sindrome, attraverso un doppio follow-up, a 6 mesi e a 1 anno dall’ingresso in Terapia Intensiva, in modo da sensibilizzare riguardo alla sua esistenza sia i pazienti e i familiari, ma anche il personale sanitario non strettamente addetto.
Inoltre, si propongono nell’elaborato spunti per migliorare la qualità e l’utilità del follow-up, sia per l’utenza che per il personale della Terapia Intensiva, potendo gestire il paziente nella sua interezza cercando di prevenire il circolo vizioso che porta all’accumularsi di disabilità, alla progressiva perdita delle autonomie e al peggioramento della qualità di vita.