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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09052014-125312


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ORIOLO, MELISSA
URN
etd-09052014-125312
Titolo
Flavonoidi nel grano saraceno: valutazione dell’effetto dell’epoca di semina e dell’irrigazione attraverso l’applicazione di una nuova metodica analitica in cromatografia elettroforetica zonale (CZE).
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE DELLE PRODUZIONI ANIMALI
Relatori
relatore Prof. Mariotti, Marco
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
24/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Con questo lavoro di tesi, sono state analizzate la concentrazione e il contenuto di rutina nel grano saraceno.
La valutazione quali-quantitativa della rutina, è stata determinata attraverso lo sviluppo di un nuovo metodo analitico, in elettroforesi capillare zonale (CZE) per la determinazione simultanea di flavonoidi.
La validazione è stata determinata anche dal confronto con una metodica HPLC-DAD, evidenziando limiti di determinazione inferiori a quelli descritti per altri metodi cromatografici in fase liquida con rivelatori UV.
La concentrazione e il contenuto del rutoside sono stati valutati effettuando la raccolta del grano saraceno in tre diverse fasi fenologiche, due delle quali per la produzione di foraggio e una per la produzione di granella mettendo a confronto due varietà, in assenza o con il ricorso all’irrigazione. Inoltre il grano saraceno è stato seminato in tre differenti epoche di semina, e cioè nei mesi di Aprile, Maggio e Settembre.
Analizzando la concentrazione di rutina dell’intera parte aerea si è evidenziato che tra le due varietà considerate nel presente studio, la Bambi e la Lileja, non sono state registrate variazioni degne di nota.
Come media di tutti i trattamenti saggiati la concentrazione di rutina dell’intera parte aerea è apparsa più elevata in fase di acheni verdi (2,5%), intermedia in fase di acheni bruni (1,7%) e più ridotta in fase di maturità (0,9%). Risulta quindi chiaro che la concentrazione di rutina nel grano saraceno diminuisce con l’età della pianta.
Fra gli organi componenti l’intera parte aerea, sia nella fase di acheni verdi che in quella di acheni bruni, la concentrazione di rutina è risultata più elevata nelle foglie (5,5%), intermedia nelle infiorescenze (3,5%) e più ridotta negli steli (0,5%). In fase di maturità la concentrazione più elevata si è riscontrata nei residui aerei (1,1%) e quella più ridotta nella granella (0,6%).
Tra le tre epoche di semina, la percentuale di rutina dell’intera parte aerea del grano saraceno è risultata maggiore nella semina di maggio, in corrispondenza della quale sono stati registrati valori medi del 3,2 del 2,5 e del’1,7%, rispettivamente nelle fasi di acheni verdi, acheni bruni e maturità. Rispetto a questi, con la semina di aprile i valori sono diminuiti mediamente del 44% e con la semina di settembre del 59%.
Il trattamento irriguo non ha esercitato sulla concentrazione di rutina un effetto particolarmente marcato in corrispondenza delle epoche di semina di aprile e settembre.
Il contenuto di rutina è stato rilevato per poter valutare la produzione di rutina per unità di superficie ottenibile dalla coltivazione del grano saraceno. Fra le due varietà poste a confronto, nella semina di aprile settembre non si sono verificate differenze nella produzione di rutina dell’intera parte aerea degne di nota. Nella semina di maggio invece, in fase di acheni verdi e di maturità la produzione di rutina per unità di superficie è stata maggiore con la varietà Bambi, mentre in fase di acheni bruni è stata maggiore con la varietà Lileja.
Passando a considerare le differenze fra le fasi, è emerso che il più alto contenuto di rutina si è verificato nella fase degli acheni bruni (61 kg/ha), quello intermedio in fase di acheni verdi (51 kg/ha) e quello più ridotto in fase di maturità (32 kg/ha).
Tra gli organi della pianta da noi studiati, sono state rilevate differenze importanti. Così, in fase di acheni verdi e acheni bruni il contenuto di rutina è risultato maggiore nelle foglie (circa 30 kg/ha, come media delle due fasi), intermedio nelle infiorescenze (circa 19 kg/ha) e minore negli steli (circa 8 kg/ha). In fase di maturità il quantitativo di rutina più elevato si trovava nei residui aerei (28 kg/ha) mentre nella granella era presente un valore di circa 4 volte più ridotto.
Fra le tre epoche di semina, quella nella quale sono stati ottenuti i maggiori quantitativi di rutina è sempre stata quella di maggio, in corrispondenza della quale sono stati ottenuti circa 80 kg/ha di rutina in fase di acheni verdi, circa 90 kg/ha in fase di acheni bruni e circa 60 kg/ha in fase di maturità. Con la semina di aprile i valori si sono ridotti di circa il 45% e con quella di settembre di circa il 70%..
L’irrigazione non ha provocato effetti degni di nota nelle epoche di semina di aprile e settembre, e cioè in corrispondenza dei periodi più piovosi. Invece nella semina di maggio sono stati ottenuti con l’irrigazione quantitativi di rutina nettamente superiori che in sua assenza. In fase di acheni bruni il contenuto di rutina del grano saraceno irrigato è ammontato a ben 125 kg/ha, valore che è risultato di circa il 100% più elevato di quello registrato nella coltura non irrigata.
In definitiva quindi la concentrazioni di rutina riscontrate nella presente tesi sono risultate elevate. Infatti, ipotizzando una razione tipo per una pecora, contenente 0,5 Kg di foraggio di grano saraceno, arriverebbero alla bocca dell’animale da 9 a circa 13 g di rutina, a seconda della fase di raccolta, ovviamente considerando di utilizzare foraggio fresco.
Esistono quindi valide ragioni per approfondire ricerche e sperimentazioni su questa pianta, volte a inserirla nelle filiere agro-zootecniche, in considerazione del suo valore nutritivo, del breve ciclo biologico e dell’elevata ricchezza in flavonoli.

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