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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09052011-154642


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BELCARI, MARIA SIMONA
URN
etd-09052011-154642
Titolo
Una ricerca etnobotanica nel territorio di S.Maria a Monte: primo contributo
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
AGRICOLTURA BIOLOGICA E MULTIFUNZIONALE
Relatori
relatore Prof. Tomei, Paolo Emilio
Parole chiave
  • biodiversità
  • etnobotanica
  • etnomedicina
  • fitoalimurgia
  • S. Maria a Monte
Data inizio appello
03/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/10/2051
Riassunto

Fare la conoscenza di un’antica tradizione potrebbe sembrare, a prima vista, amore per la speculazione scientifica fine a se stessa.
Al contrario, gli ultimi decenni di ricerca etnobotanica mondiale hanno dimostrato la vera natura di questo tipo di indagine; il valore dei lavori eseguiti sull’argomento si misura infatti in innumerevoli ambiti, dal piano meramente antropologico a quello delle scoperte nutraceutiche, dagli aspetti commerciali a quelli ecologico-educativi di conservazione della biodiversità. (Camangi et al., 2009). Ovviamente non si intende svalutare gli aspetti più “teorici”, che non hanno dirette applicazioni pratiche, ma è necessario sottolineare come un’indagine etnobotanica possa avere, oltre ad un valore intrinseco culturale, anche risvolti concreti e attualizzabili. Le popolazioni che nel tempo sono state oggetto di ricerca hanno fornito un materiale veramente ricco, dal quale si è poi attinto per elaborare scritti sulla fitoalimurgia, scritti di etnomedicina, di carattere etnografico, linguistico e non per ultimo, pubblicazioni che valutano gli aspetti applicativi delle conoscenze apprese, e nella farmacologia, e nelle scienze agronomiche. La Toscana, in particolare, si è rivelata essere un grande serbatoio di conoscenza rurale, e nel tempo si sono moltiplicati i lavori che attestano gli usi tradizionali delle erbe e delle piante tra le varie comunità; un territorio però finora inesplorato è il comune di S. Maria a Monte (Pisa), che è dunque stato scelto per una prima ricerca dal profilo etnobotanico.
Il presente lavoro può essere considerato appunto come un primo contributo che si prefigge di delineare un quadro di tali tradizioni. L’indagine in campo è stata svolta nell’arco di sei mesi circa e sono state raccolte informazioni sulle usanze tradizionali riguardanti piante selvatiche e piante coltivate, erbacee, arbustive ed arboree. Per la raccolta delle informazioni, sono stati scelti 14 testimoni residenti nella zona dalla nascita o da un periodo sufficientemente lungo da aver ricevuto le conoscenze etnobotaniche per tradizione orale dalla comunità. Gli informatori sono in maggioranza donne (77%), con basso livello di istruzione (licenza elementare: 61%), e con attività lavorativa attuale o passata in campo agricolo (70%). L’indagine è stata condotta mediante interviste strutturate o meno; in dipendenza dalla disponibilità dell’informatore, sono stati utilizzati i questionari-guida già indicati nei tre volumi editi da Arsia, (Uncini Manganelli et al., 2002), il riconoscimento fotografico e dove possibile, la raccolta e identificazione in campo delle specie. Su indicazione degli intervistati è stata effettuata la raccolta delle piante più significative che alternativamente sono state classificate prima o successivamente l’essiccazione. Lo studio degli usi popolari della flora locale ha portato alla consapevolezza di un patrimonio conoscitivo da preservare e trasmettere; e poiché la strategia vincente del neo-agricoltore è in molti casi la diversificazione delle attività produttive c’è considerare la possibilità di rendere tale patrimonio non solo fruibile ma anche spendibile sul mercato: percorsi didattici, naturalistici, corsi di cucina tradizionale, coltivazione e commercializzazione di specie locali sono solo alcuni dei punti che l’imprenditore agricolo può valutare lungo la strada dell’innovazione.
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