Tesi etd-09052009-161144 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
FRANGIONI, ELENA
URN
etd-09052009-161144
Titolo
Indagine sulla capacita di adattamento del tarassaco (Taraxacum officinale Weber) in suoli urbani degradati
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
AGRICOLTURA BIOLOGICA E MULTIFUNZIONALE
Relatori
relatore Dott.ssa Pistelli, Laura
relatore Dott. Benvenuti, Stefano
relatore Dott. Benvenuti, Stefano
Parole chiave
- metaboliti secondari
- metalli pesanti
- run-off
- Taraxacum officinale
Data inizio appello
05/10/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/10/2049
Riassunto
L’aumento della concentrazione di metalli pesanti nelle città è una delle principali componenti dell’inquinamento urbano. Il monitoraggio di tale inquinamento si svolge grazie a centraline elettroniche che rilevano le concentrazioni nell’atmosfera dei principali contaminanti. Questo tipo di monitoraggio risulta in grado di misurare il livello di inquinamento “istantaneo” piuttosto che “cronico”. Inoltre le informazioni raccolte sono limitate a ridotte superfici, in quanto le centraline sono collocate in determinate aree urbane e sono in grado di misurare solo alcuni parametri (CO, NOX, SO2, ecc.). Per questo motivo negli ultimi anni stanno aumentando le esigenze di messa a punto di sistemi di biomonitoraggio dell’inquinamento urbano in grado di poter valutare il grado di inquinamento cronico. In questo ambito si è ritenuto opportuno poter testare una specie spontanea cosmopolita (confrontabilità dei risultati a diverse latitudini) tipicamente presente in città pressoché tutto l’anno. Grazie alle sue caratteristiche di rusticità, quali resistenza a parassiti e malattie, tolleranza ad un ampio “range” di condizioni climatiche e pedologiche, adattabilità a diversi ambienti di crescita, il tarassaco è infatti una specie interessante per un monitoraggio dell’inquinamento urbano cronico causato da metalli pesanti. Lo scopo della mia tesi è stato quello di analizzare le alterazioni fisiologiche che si possono verificare in seguito allo stato di stress da inquinamento da metalli pesanti (clorofilla, antiossidanti, polifenoli, antociani e gruppi sulfidrilici). Al fine di standardizzare il materiale inquinato da testare biologicamente è stato raccolto del run-off dalla rete di drenaggio situato tra marciapiede e strada. I sedimenti del run-off sono stati raccolti in 3 siti diversi (via Bonanno, via Conte Fazio e piazza Guerrazzi) selezionati in funzione del loro intenso traffico veicolare. I sedimenti sono stati quindi analizzati in laboratorio mediante spettroscopia ad assorbimento atomico per quantificarne il contenuto di inquinanti (Cu, Ni, Pb e Zn). Su tale substrato sono state allevate piante di tarassaco in idroponica mediante il “floating system”. Ciò è stato effettuato sia in cella climatica che in serra. Parallelamente, si è studiata la fisiologia dello stress da metalli pesanti mediante una apposita soluzione inquinante testate con il medesimo sistema idroponico. Oltre alle analisi di ambiente controllato sono stati effettuati rilievi “in sito” sulle medesime aree prima citate in tre diversi periodi dell’anno (aprile, luglio ed ottobre). Al fine di poter confrontare i dati emersi con quelli di aree poco od affatto inquinate sono stati studiati due ulteriori siti di campionamento: viale delle Piagge (area di transizione città-campagna) ed aperta campagna (oltre 1 Km da strade intensamente trafficate).
I risultati delle analisi condotte in ambiente controllato hanno dimostrato che gli antiossidanti ed i polifenoli sono maggiori nei campioni cresciuti su run-off rispetto al controllo. Al contrario i quantitativi di clorofilla, in presenza di inquinanti, sono minori rispetto a quelli del controllo. Gli antociani risultano molto variabili e poco dipendenti dal livello di inquinamento, evidenziando una loro scarsa utilizzabilità come parametro utile alla valutazione del livello di inquinamento urbano. I gruppi sulfidrilici, sono maggiori nelle radici dei campioni cresciuti sul run-off maggiormente inquinato (via Bonanno) anche se tale andamento non risulta confermato a livello fogliare. Conseguentemente è stato ipotizzato che la radice sia l’organo di accumulo dei metalli pesanti. I risultati del campionamento in situ sono invece molto variabili, a causa principalmente delle diverse condizioni micro-pedoclimatiche presenti nello spazio e nel tempo. In conclusione il livello di antiossidanti appare un parametro utile per il biomonitoraggio dell’inquinamento urbano ma solamente “ex situ” (piante allevate su run-off) in quanto il monitoraggio “in situ” ha evidenziato una estrema variabilità che tende a sovrascrivere all’effetto degli inquinanti testati. La scelta del tarassaco appare opportuna anche per poter valutare i gruppi SH che tendono ad accumularsi sul suo apparato radicale di tipo fittonante.
I risultati delle analisi condotte in ambiente controllato hanno dimostrato che gli antiossidanti ed i polifenoli sono maggiori nei campioni cresciuti su run-off rispetto al controllo. Al contrario i quantitativi di clorofilla, in presenza di inquinanti, sono minori rispetto a quelli del controllo. Gli antociani risultano molto variabili e poco dipendenti dal livello di inquinamento, evidenziando una loro scarsa utilizzabilità come parametro utile alla valutazione del livello di inquinamento urbano. I gruppi sulfidrilici, sono maggiori nelle radici dei campioni cresciuti sul run-off maggiormente inquinato (via Bonanno) anche se tale andamento non risulta confermato a livello fogliare. Conseguentemente è stato ipotizzato che la radice sia l’organo di accumulo dei metalli pesanti. I risultati del campionamento in situ sono invece molto variabili, a causa principalmente delle diverse condizioni micro-pedoclimatiche presenti nello spazio e nel tempo. In conclusione il livello di antiossidanti appare un parametro utile per il biomonitoraggio dell’inquinamento urbano ma solamente “ex situ” (piante allevate su run-off) in quanto il monitoraggio “in situ” ha evidenziato una estrema variabilità che tende a sovrascrivere all’effetto degli inquinanti testati. La scelta del tarassaco appare opportuna anche per poter valutare i gruppi SH che tendono ad accumularsi sul suo apparato radicale di tipo fittonante.
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