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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09042021-121157


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANSEVERO, VINCENZO
URN
etd-09042021-121157
Titolo
Dalla finanza comportamentale alla neurofinanza applicata ai mercati finanziari
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Quirici, Maria Cristina
Parole chiave
  • finanza comportamentale
  • neurofinanza
Data inizio appello
04/10/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/10/2091
Riassunto
Secondo la teoria economica classica, le decisioni sono il risultato di un’attività cognitiva sequenziale messa in atto dal cosiddetto “homo oeconomicus”, un individuo perfettamente razionale, tendenzialmente avverso al rischio e poco incline a farsi influenzare da processi di tipo emotivo. Si tratta di soggetti in grado di analizzare e prevedere nel modo migliore le situazioni e i fatti del mondo circostante attraverso una valutazione dei costi, benefici e probabilità di un dato evento, al fine di massimizzare il proprio benessere utilizzando al meglio le risorse a disposizione. Nella prima parte del presente elaborato verrà analizzato come, nella realtà dei fatti, l’assunto della razionalità delle preferenze venga costantemente violato. Tale aspetto rappresenta il fulcro della Finanza Comportamentale, con la quale si cerca di dimostrare che le valutazioni e le decisioni degli individui non sempre rispondono alle regole logiche e razionali teorizzate dai modelli economici classici ma, molto spesso, si basano su un ragionamento intuitivo, fondato sull’esperienza e sulle reazioni emotive che un certo evento provoca: questo deriva da una serie di fattori denominati bias ed euristiche, che mettono in evidenza la fallibilità dell’uomo nel prendere una decisione.
Per comprendere in che modo i processi emotivi influenzino le scelte economiche, l’attenzione verrà successivamente spostata sulla Neuroeconomia, un neonato settore della ricerca neuroscientifica che studia il funzionamento della mente umana in relazione ai processi decisionali nella soluzione di compiti economici. Essa si pone l’obiettivo di determinare, in primo luogo, quali sistemi neurali operino in sintonia al fine di orientare il comportamento e, in secondo luogo, come le differenze individuali possano intervenire ed influenzare scelte e azioni. Vedremo come l’avvento della Neuroeconomia abbia contribuito all’acquisizione di una visione integrata, che considera ragione ed emozione, se non equipollenti, di pari importanza strategica. Dopo una breve disamina della struttura del cervello e delle componenti del sistema nervoso centrale coinvolte nelle decisioni economiche, verranno descritte le principali strumentazioni neuroscientifiche che possono essere utilizzate nell’ambito delle decisioni finanziarie, come ad esempio la risonanza magnetica funzionale (fMRI), l’eye tracking o l’elettrocardiogramma (ECG).
In seguito presenterò un caso di studio sperimentale, nel quale si cerca di analizzare il comportamento del cervello umano durante la quotidiana attività di trading, mediante l’ausilio di tecnologie neuroscientifiche. L’esperimento metterà in risalto come non sempre le scelte finanziarie siano il frutto di processi consapevoli e razionali: ad esempio, verrà mostrato come una maggiore esperienza nell’attività di trading professionale favorisca il ricorso spontaneo a processi automatici, non consapevoli e dunque distanti dal concetto di razionalità, fondati su intuizioni ed euristiche. Inoltre, verranno esaminati ed esposti alcuni casi sperimentali effettuati da note aziende multinazionali che si sono affidate alle tecniche offerte dalle neuroscienze per incrementare le proprie vendite e comprendere al meglio il comportamento dei propri consumatori, cercando di anticiparne le scelte e i desideri, e realizzare una certa connessione a livello emotivo con il proprio pubblico.
Analizzerò quindi il tema dei Trading System, grazie ai quali le negoziazioni dei mercati finanziari vengono affidate a processi automatici, immuni da sensazioni emotive o stati mentali: si tenta così di eliminare dalla decisione finale l’influenza di quelle componenti irrazionali che sono ineliminabili nelle decisioni umane.
La parte finale dell’elaborato sarà dedicata alla descrizione di come le neuroscienze possano contribuire in maniera rilevante al miglioramento del processo che porta alla produzione della disclosure regulation. Le neuroscienze, insieme allo sviluppo dei Big Data, possono infatti aiutare il regolatore a disegnare obblighi informativi ritagliati sulle diverse esigenze dei cittadini, attraverso la loro capacità di cogliere anticipatamente quali disclosure sono lette e quali no, quali effettivamente interessano all’investitore o quali condizioni non è disposto ad accettare.
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