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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09042020-103938


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GRECO, DAVIDE
URN
etd-09042020-103938
Titolo
Meccanismi di resistenza nei rapporti ospite-patogeno: Xylella fastidiosa e olivo come caso studio
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof. Lorenzini, Giacomo
relatore Prof. Luvisi, Andrea
correlatore Prof. Lucchi, Andrea
Parole chiave
  • xylella fastidiosa
  • resistenza
  • olivo
  • metaboliti secondari
  • hplc
Data inizio appello
12/10/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La Puglia è la principale regione olivicola italiana quanto a superficie olivetata, produzione di olive e produzione di olio d’oliva. Da alcuni anni, però, è in corso una forte contrazione produttiva dovuta ad una malattia causata dal batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo “De Donno”. Questo patogeno fu segnalato per la prima volta in Europa nel 2013 in contrada “Li sauli”, vicino Gallipoli, e da li si è diffuso molto rapidamente ricoprendo la totalità della superficie della provincia di Lecce e parzialmente anche le province di Brindisi, Taranto e Bari. Il batterio determina, in olivo, una manifestazione sintomatologica denominata “disseccamento rapido”, caratterizzata da disseccamenti di porzioni più o meno ampie della chioma, portando in molti casi alla morte la pianta ospite. X fastidiosa è un patogeno da quarantena inserito nella lista A2 dell’EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organizzation), con oltre 550 specie appartenenti a più di 80 famiglie vegetali. Sebbene il genere riporti un’unica specie, X. fastidiosa è suddivisa in più subspecie (fastidiosa, pauca, multiplex, sandyi, tashke e morus) con diversa origine geografica e gamma d’ospiti. È un batterio Gram-negativo, aerobico, non flagellato e non sporigeno che si insedia e si moltiplica esclusivamente nei tessuti xilematici attivi delle piante ospiti, causando diverse malattie di rilevante interesse agrario. Il patogeno, per il suo sviluppo, richiede temperature ottimali di crescita fra 25 e 32°C, che ne favoriscono la moltiplicazione. La sensibilità di X. fastidiosa alle basse temperature invernali fa sì che la sua diffusione sia limitata a regioni geografiche caratterizzate da clima temperato. Il batterio producendo biofilm e moltiplicandosi produce delle colonie che se sufficientemente grandi possono occludere i vasi xilematici, rendendo difficoltoso il rifornimento di acqua alle foglie ed inducendo un forte stress idrico. Il batterio viene trasmesso da un ospite infetto a uno sano attraverso insetti vettori xilemomizi capaci di iniettare direttamente le cellule batteriche direttamente nello xilema. A causa della mancanza di una cura efficace, nonostante le misure agronomiche adottate al fine di contenere e rallentare la diffusione del batterio, l’area interessata dall’epidemia si è notevolmente ampliata nel corso degli anni, rendendo impossibile l’eradicazione del batterio dal territorio e provocando un fortissimo impatto ambientale ed economico. Nel corso degli anni la ricerca si è adoperata al fine di elaborare delle soluzioni di controllo e gestione della malattia e una delle tematiche più importanti sembra essere proprio la ricerca di piante resistenti.
Sono state diverse le segnalazioni di piante asintomatiche, o poco sintomatiche, all’interno degli oliveti disseccati. Lo studio di queste piante, appartenenti a cultivar minori, o sviluppate dal seme di genitori locali, può rappresentare una risorsa per il recupero dell’attività olivicola nei territori colpiti. Il presente lavoro di tesi ha come scopo l’indagine e lo studio di possibili alterazioni metaboliche coinvolte nei meccanismi di difesa in accessioni di olivo mostranti caratteri di resistenza (in termini di gravità di sintomi osservati e carica batterica) al patogeno da quarantena X. fastidiosa. Infatti, in piante resistenti o tolleranti ad un’infezione batterica è possibile osservare l’attivazione di meccanismi di difesa che tentano di ostacolare la proliferazione del batterio e la colonizzazione dei vasi della pianta ospite. Anche la manifestazione della tipica sintomatologia indotta da X. fastidiosa dipende dalla capacità delle cellule batteriche di muoversi efficacemente nella rete xilematica e di colonizzare i vasi dell’ospite e dai meccanismi attivati dalla pianta per fronteggiare l’invasione batterica in atto.
In tale contesto, su accessioni potenzialmente resistenti a X. fastidiosa, sono state condotte le seguenti attività:
• Campionamento di materiale vegetale da accessioni di olivo asintomatiche o con ridotta presenza di sintomi di disseccamento che abbiano vissuto più stagioni vegetative in comprensori fortemente compromessi dalla presenza della malattia;
• Osservazioni di campo (attraverso l’applicazione di una scala patometrica) e analisi diagnostiche (mediante real-time PCR) che hanno permesso di quantificare l’estensione e l’entità del danno visibile sulla chioma e la presenza del batterio nei tessuti;
• Studio dei fattori potenzialmente implicati nell’azione di contrasto al patogeno attivati dall’ospite, focalizzando l’attenzione sulle alterazioni metaboliche attraverso la caratterizzazione e quantificazione dei metaboliti secondari presenti nel tessuto vegetale mediante analisi HPLC ESI/MS-TOF.
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