Tesi etd-09042017-214836 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
COCO, MARTA
URN
etd-09042017-214836
Titolo
Il nuovo Codice doganale dell'UE: ripercussioni sui diritti degli individui e sull'integrazione europea.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marinai, Simone
Parole chiave
- Codice doganale europeo
- Dogana
- mercato globale
- semplificazione amministrativa
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
In uno scenario economico critico e complesso come quello attuale l'esigenza di intrecciare rapporti commerciali anche al di fuori del territorio nazionale, accompagnata dall'evoluzione dei modelli di produzione e di consumo e dal volume raggiunto dagli scambi internazionali, rende imprescindibile per le imprese la conoscenza delle regole doganali: difatti una piena cognizione delle implicazioni doganali e la conseguente pianificazione dei relativi oneri, consentono alle imprese di ridurre in maniera significativa i costi aziendali, favorendo la competitività su scala internazionale dei beni dalle stesse prodotti o commercializzati. Inoltre negli ultimi anni stiamo assistendo al fenomeno della c.d. delocalizzazione, ossia alla frammentazione del processo di produttivo a livello internazionale, che genera un intenso flusso di scambi di beni intermedi e semilavorati tra i diversi Paesi coinvolti nello svolgimento delle fasi produttive, poiché un singolo prodotto può attraversare le frontiere più volte nel corso della sua lavorazione geograficamente diversificata. Le opportunità offerte dalla globalizzazione dei traffici commerciali alle imprese che intendano immettere i propri prodotti sul mercato estero o localizzarvi parte del relativo processo produttivo richiedono la piena cognizione delle implicazioni doganali e dell'applicazione dei tributi in oggetto, con la conseguente stima dei relativi oneri, affinché si possa ottenere una riduzione dei costi ed un incremento dei profitti e non si incorra, a causa di violazioni alla normativa, in pesanti condizionamenti alla diffusione commerciale della propria produzione. Dal punto di vista degli organi di vigilanza, tale processo di interdipendenza economica e di unificazione dei mercati a livello mondiale ha determinato una profonda trasformazione del ruolo assunto dalle Amministrazioni doganali nazionali, essendosi affiancati ai compiti tradizionali della riscossione dei dazi e del controllo delle merci di stampo protezionistico: la salvaguardia dello svolgimento ordinato e sicuro del commercio internazionale, affinché i traffici si svolgano in conformità alle normative europea e nazionale; la tutela della salute dei cittadini e la protezione dell'ambiente, a garanzia della sicurezza e della compatibilità ambientale dei prodotti commercializzati; la tutela del patrimonio artistico-culturale degli Stati; la lotta alla diffusione dei prodotti contraffatti, volta ad impedire, per quanto riguarda più da vicino l'Italia, il commercio di beni con certificazione Made in Italy falsificata; il contrasto dei traffici illegali, sia di animali appartenenti a specie protette, sia di sostanze illecite e dannose per la salute umana; la protezione contro atti di terrorismo. Le stesse regole doganali, quali potenziali elementi di complessità tale da rischiare di scoraggiare i progetti di espansione estera degli operatori, sono, altresì, andate incontro ad un graduale ammodernamento: il Codice doganale comunitario (Regolamento CEE n. 2913/1992, del 12 ottobre 1992) e le relative disposizioni di attuazione (Regolamento CEE n. 2454/1993, del 2 luglio 1993), in vigore dal 1° gennaio 1994, sono stati ritenuti inadeguati a seguito della continua evoluzione dell'attività doganale, e sostituiti dal nuovo Codice doganale dell'Unione (Regolamento UE n. 952/2013, del 9 ottobre 2013), che ha come obiettivo la realizzazione di procedure doganali semplificate ed efficienti, tali da assicurare la fluidità dei traffici e la facilità di spostamento dei beni, essendo la rapidità di movimentazione delle merci una delle variabili che condizionano maggiormente la competitività delle imprese: tempi morti e lunghe soste negli spazi di custodia doganale non giustificati dalla durata indispensabile dei controlli potrebbero, difatti, comportare una lievitazione dei costi del commercio con l'estero.
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