Tesi etd-09042017-162749 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PALMISANO, DORIANA
URN
etd-09042017-162749
Titolo
Divieto, prevenzione e repressione della tortura: obblighi internazionali e loro attuazione in Italia.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Romboli, Roberto
Parole chiave
- Art. 3 CEDU
- Convenzione ONU contro la tortura
- L. 110/2017
- tortura
- trattamenti inumani e degradanti
- tutela dignità umana
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nell’epoca di Abu-Ghraib, di Guantanámo, del G8 di Genova e dei soprusi degli apparati di sicurezza di interi Stati, il fenomeno della tortura sembra essere tornato in forze, tanto da rendere straordinariamente attuale una disamina che tenga insieme sia l’aspetto sociologico-politico sia quello giuridico.
Durante la ricerca di una definizione di tortura, si è tenuto conto della sua evoluzione e delle pratiche attuate nei secoli in tutto il mondo, al fine di comprendere la rilevanza che la proibizione di tale pratica - lesiva dei diritti umani più inderogabili - assume per l’intero sistema giuridico internazionale. L’atroce esperienza storica di una pratica inizialmente legittima di sevizie e maltrattamenti ha portato l’intera Comunità internazionale a bandirla in ogni sua forma e a creare strumenti giuridici capaci di proibire, prevenire e reprimere il fenomeno.
La battaglia contro la tortura viene combattuta sia a livello universale che a livello regionale; tutti gli strumenti adottati sono previsti nell’ottica di proteggere la dignità umana quale bene che la tortura per sua stessa natura lede. In una prospettiva anche comparatistica rispetto alle soluzioni adottate da altri Stati europei, un’intera sezione di tale lavoro è in fine dedicata alla tortura in Italia, al suo espresso obbligo di incriminazione contenuto all’Art. 13, comma 4 della Costituzione, all’inadempienza italiana rispetto agli obblighi internazionali assunti, a come esso si sia affermato più nella giurisprudenza che nell’attività legislativa, per giungere alla recentissima introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, il quale fa compiere un primo timido passo verso la fine di una quasi trentennale inadempienza.
Durante la ricerca di una definizione di tortura, si è tenuto conto della sua evoluzione e delle pratiche attuate nei secoli in tutto il mondo, al fine di comprendere la rilevanza che la proibizione di tale pratica - lesiva dei diritti umani più inderogabili - assume per l’intero sistema giuridico internazionale. L’atroce esperienza storica di una pratica inizialmente legittima di sevizie e maltrattamenti ha portato l’intera Comunità internazionale a bandirla in ogni sua forma e a creare strumenti giuridici capaci di proibire, prevenire e reprimere il fenomeno.
La battaglia contro la tortura viene combattuta sia a livello universale che a livello regionale; tutti gli strumenti adottati sono previsti nell’ottica di proteggere la dignità umana quale bene che la tortura per sua stessa natura lede. In una prospettiva anche comparatistica rispetto alle soluzioni adottate da altri Stati europei, un’intera sezione di tale lavoro è in fine dedicata alla tortura in Italia, al suo espresso obbligo di incriminazione contenuto all’Art. 13, comma 4 della Costituzione, all’inadempienza italiana rispetto agli obblighi internazionali assunti, a come esso si sia affermato più nella giurisprudenza che nell’attività legislativa, per giungere alla recentissima introduzione nel nostro ordinamento del reato di tortura, il quale fa compiere un primo timido passo verso la fine di una quasi trentennale inadempienza.
File
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