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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09042008-160256


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CECCARELLI, ALESSIA
URN
etd-09042008-160256
Titolo
RUOLO DELLA RISONANZA MAGNETICA NELLA VALUTAZIONE DELLE LESIONI MAMMARIE DI CONFINE
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof. Caramella, Davide
Parole chiave
  • Mammella
  • lesioni di confine
  • RM
Data inizio appello
25/09/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
Con il diffondersi di test di screening come la mammografia ed il miglioramento di tecniche diagnostiche di supporto ad essa, si è assistito negli ultimi anni ad una diagnosi sempre più frequente di lesioni dette di confine o borderline, caratterizzate da un incerto potenziale maligno, le quali pongono interessanti problematiche di gestione sia diagnostica che terapeutica. Infatti la disponibilità tali strumenti diagnostici, talora non permette una diagnosi preoperatoria conclusiva, ed emerge quindi la necessità di contenere l’errore diagnostico legato al dubbio e al sospetto. La Risonanza Magnetica Mammaria è un indagine strumentale che sta acquisendo sempre maggiore importanza in campo senologico essendo fondamentale in alcune situazioni come lo studio di protesi mammarie e di mammelle con protesi, la valutazione di donne ad alto rischio genetico o elevato rischio familiare per carcinoma mammario e il bilancio pre-operatorio (stadiazione locale). Lo scopo di questo studio è quello di verificare se la RM a contrasto dinamico sia in grado di orientare la scelta tra intervento chirurgico o follow-up clinico-radiologico in presenza di lesioni di confine classificate alla Core Needle Biopsy come “B3”. Sono state indagate retrospettivamente 24 pazienti per in totale di 25 lesioni mammarie di confine, diagnosticate alla Core Needle Biopsy e sottoposte prima a Risonanza Magnetica e successivamente a biopsia escissionale. La RM ha dimostrato una sensibilità, una specificità, un valore predittivo positivo e un valore predittivo negativo rispettivamente del 100%, 55%, 46% e 100%. L’elevato valore predittivo negativo(100%) della RM suggerisce un ruolo potenziale della RM nell’escludere la presenza di malignità in caso di diagnosi percutanea di lesioni borderline. Ciò consentirebbe di indirizzare così pazienti con reperti RMM poco sospetti (assenza di enhacement o reperti suggestivi di benignità) a follow-up clinico-radiologico piuttosto che all’intervento chirurgico.


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