Tesi etd-09032021-155938 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ACHILLI, PAOLO
URN
etd-09032021-155938
Titolo
New York's Lower Citizens - rappresentare e documentare visivamente il Lower East Side e la Bowery (XVIII-XX)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Cortesini, Sergio
Parole chiave
- lower east side bowery
Data inizio appello
27/09/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’elaborato in questione cerca di raccontare, attraverso il lavoro di alcuni artisti e fotografi, le modalità di rappresentazione dei cittadini di una specifica area di New York: il Lower East Side e la Bowery.
Il primo capitolo si concentra su una ricostruzione storica volta a comprendere le radici e gli esordi di quel territorio. Il Lower East Side nel XVIII secolo era un’area soprattutto adibita a spazio agricolo e sfruttata soprattutto per fini coloniali. Nel corso dell’Ottocento subì drastici cambiamenti diventando uno spazio fortemente urbanizzato. In seguito, a causa delle ondate migratorie di fine XIX secolo provenienti dall’Europa, divenne una delle aree più densamente popolate del mondo.
Il secondo capitolo affronta la questione della rappresentazione pittorica dei cittadini di New York, mettendo soprattutto in evidenza il cambiamento del soggetto pittorico. I cosiddetti pittori Ashcan si fanno infatti portatori di molte novità, non tanto nello stile quanto piuttosto nei loro soggetti. Le ambientazioni cittadine smettono di essere spenti palcoscenici con ordinati alberi in fiore e diventano caotiche scene dove si scontrano costantemente vere interazioni umane. In queste rappresentazioni i poveri, gli immigrati, l’emergente classe operaia che andava sempre più consolidandosi, diventano il nuovo motore della vita cittadina. Il lavoro e le opere degli artisti Ashcan, inoltre, acquisiscono maggiore importanza se messe in relazione con le altre modalità di rappresentazione coeve della città e dei suoi cittadini. Nello specifico mi riferisco alla fotografia documentaria e riformista di Jacob Riis, in cui le modalità di rappresentazione di immigrati e poveri diventavano utili per raggiungere obbiettivi specifici.
Il terzo capitolo invece, prendendo in considerazione una coppia di fotografi e una coppia di pittori, cerca di mostrare come si sia evoluto il modo di rappresentare questi soggetti dopo le novità introdotte dai pittori Ashcan. Partendo da artisti come Raphael Soyer e Reginald Marsh attivi nella prima metà del Novecento, si arriva in seguito a fotografi degli anni Quaranta e Cinquanta: Weegee, al secolo Arthur Fellig, e Berenice Abbott. Le quattro prospettive sul Lower East Side che ho cercato di analizzare in questo capitolo partono tutte dalle biografie degli artisti coinvolti. Le loro esperienze di vita, i contesti da cui provengono e in cui lavoravano hanno giocato un ruolo chiave su come poi hanno rappresentato questa parte della città.
Il quarto e ultimo capitolo, si concentra in particolar modo sulla Bowery degli anni Settanta. Dopo alcuni iniziali e doverosi cenni storici sulla situazione economica e finanziaria della città, ho ritenuto rilevante il lavoro di Martha Rosler, che sulla Bowery ha ideato una delle sue opere più importanti. The Bowery in two inadequate descriptive system è un’opera realizzata tra il 1974 e il 1975 che consiste in ventuno fotografie in bianco e nero, gran parte delle quali accostate lateralmente a ventiquattro fotografie di testo contraddistinte da gruppi di diverse parole. Quasi tutte le immagini mostrano facciate e vetrine di vari edifici, negozi e banche, attività commerciali con saracinesche sia aperte che abbassate e serrate. Queste fotografie raffigurano la Bowery, una strada in un’area di New York al tempo conosciuta soprattutto per la massiccia frequentazione da parte di alcolisti e senzatetto che la stessa Rosler descrisse come una zona magnetica per i fotografi documentaristi. Grazie al paragone quindi con il lavoro di altri fotografi documentaristi di quegli anni (in particolar modo il libro fotografico di Micheal Zettler) particolarmente rilevanti diventano anche le questioni legate al diritto della rappresentazione della realtà, al rapporto di potere che si istaura tra l’artista che ritrae e il soggetto ritratto (in special modo quando si a che fare con cittadini poveri, immigrati o classi sociali erroneamente considerate inferiori).
Il primo capitolo si concentra su una ricostruzione storica volta a comprendere le radici e gli esordi di quel territorio. Il Lower East Side nel XVIII secolo era un’area soprattutto adibita a spazio agricolo e sfruttata soprattutto per fini coloniali. Nel corso dell’Ottocento subì drastici cambiamenti diventando uno spazio fortemente urbanizzato. In seguito, a causa delle ondate migratorie di fine XIX secolo provenienti dall’Europa, divenne una delle aree più densamente popolate del mondo.
Il secondo capitolo affronta la questione della rappresentazione pittorica dei cittadini di New York, mettendo soprattutto in evidenza il cambiamento del soggetto pittorico. I cosiddetti pittori Ashcan si fanno infatti portatori di molte novità, non tanto nello stile quanto piuttosto nei loro soggetti. Le ambientazioni cittadine smettono di essere spenti palcoscenici con ordinati alberi in fiore e diventano caotiche scene dove si scontrano costantemente vere interazioni umane. In queste rappresentazioni i poveri, gli immigrati, l’emergente classe operaia che andava sempre più consolidandosi, diventano il nuovo motore della vita cittadina. Il lavoro e le opere degli artisti Ashcan, inoltre, acquisiscono maggiore importanza se messe in relazione con le altre modalità di rappresentazione coeve della città e dei suoi cittadini. Nello specifico mi riferisco alla fotografia documentaria e riformista di Jacob Riis, in cui le modalità di rappresentazione di immigrati e poveri diventavano utili per raggiungere obbiettivi specifici.
Il terzo capitolo invece, prendendo in considerazione una coppia di fotografi e una coppia di pittori, cerca di mostrare come si sia evoluto il modo di rappresentare questi soggetti dopo le novità introdotte dai pittori Ashcan. Partendo da artisti come Raphael Soyer e Reginald Marsh attivi nella prima metà del Novecento, si arriva in seguito a fotografi degli anni Quaranta e Cinquanta: Weegee, al secolo Arthur Fellig, e Berenice Abbott. Le quattro prospettive sul Lower East Side che ho cercato di analizzare in questo capitolo partono tutte dalle biografie degli artisti coinvolti. Le loro esperienze di vita, i contesti da cui provengono e in cui lavoravano hanno giocato un ruolo chiave su come poi hanno rappresentato questa parte della città.
Il quarto e ultimo capitolo, si concentra in particolar modo sulla Bowery degli anni Settanta. Dopo alcuni iniziali e doverosi cenni storici sulla situazione economica e finanziaria della città, ho ritenuto rilevante il lavoro di Martha Rosler, che sulla Bowery ha ideato una delle sue opere più importanti. The Bowery in two inadequate descriptive system è un’opera realizzata tra il 1974 e il 1975 che consiste in ventuno fotografie in bianco e nero, gran parte delle quali accostate lateralmente a ventiquattro fotografie di testo contraddistinte da gruppi di diverse parole. Quasi tutte le immagini mostrano facciate e vetrine di vari edifici, negozi e banche, attività commerciali con saracinesche sia aperte che abbassate e serrate. Queste fotografie raffigurano la Bowery, una strada in un’area di New York al tempo conosciuta soprattutto per la massiccia frequentazione da parte di alcolisti e senzatetto che la stessa Rosler descrisse come una zona magnetica per i fotografi documentaristi. Grazie al paragone quindi con il lavoro di altri fotografi documentaristi di quegli anni (in particolar modo il libro fotografico di Micheal Zettler) particolarmente rilevanti diventano anche le questioni legate al diritto della rappresentazione della realtà, al rapporto di potere che si istaura tra l’artista che ritrae e il soggetto ritratto (in special modo quando si a che fare con cittadini poveri, immigrati o classi sociali erroneamente considerate inferiori).
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