Tesi etd-09032019-221046 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SAVELLA, BARBARA
URN
etd-09032019-221046
Titolo
Morbilità nei bambini con Sindrome di DiGeorge: ruolo del sistema immunitario e delle anomalie anatomiche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Consolini, Rita
correlatore Dott.ssa Legitimo, Annalisa
correlatore Dott.ssa Legitimo, Annalisa
Parole chiave
- anomalie anatomiche
- morbilità
- Sindrome di DiGeorge
- sistema immunitario
Data inizio appello
24/09/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/09/2089
Riassunto
Introduzione
La Sindrome di DiGeorge è una sindrome malformativa congenita, dovuta ad uno sviluppo anomalo della cresta neurale che avviene durante l’embriogenesi.
Questa condizione venne descritta per la prima volta nel 1965 da Angelo DiGeorge, come associazione di immunodeficienza primitiva e assenza congenita del timo. La sindrome, che può manifestarsi con uno spettro fenotipico estremamente eterogeneo, è classicamente definita come una immunodeficienza congenita prevalentemente a carico della linea T-cellulare, secondaria ad aplasia o ipoplasia del timo, associata a malformazioni cardiache congenite ed ipocalcemia, conseguente a un deficit o un’aplasia delle ghiandole paratiroidi.
La causa più comune di questa sindrome è una microdelezione del braccio lungo del cromosoma 22 (regione 22q11.2), che è stata osservata nel 90% dei pazienti.
Scopo dello studio
Lo scopo di questa Tesi è una analisi approfondita dell’immunofenotipo dei pazienti con la Sindrome di DiGeorge, ricercando eventuali associazioni tra i parametri immunologici e il quadro clinico dei pazienti.
L’eventuale concausalità delle alterazioni anatomiche, in particolare quelle del distretto otorinolaringoiatrico, nella patogenesi della morbilità del paziente è oggi oggetto di dibattito nella comunità scientifica.
Pertanto, è stata studiata la correlazione tra l’aumentata suscettibilità alle infezioni di superficie dei pazienti e le alterazioni immunofenotipiche e anatomiche.
È stato inoltre osservato l’andamento nel tempo dei markers immunologici dei pazienti affetti da Sindrome di DiGeorge, creando dei trend allo scopo di evidenziare eventuali deficit o incrementi dei parametri immunologici con l’avanzare dell’età.
Pazienti e metodi
Sono stati studiati 16 pazienti afferenti alla Clinica Pediatrica della Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Tutti i pazienti erano in età pediatrica al momento dello studio, con un range di età di 0-18 anni ed un’età media al momento della diagnosi di 3,12 anni. I pazienti sono 8 maschi e 8 femmine. I pazienti sono stati divisi in gruppi sulla base della clinica.
Sono stati analizzati i valori dei linfociti B, dei linfociti T (CD3+, CD4+ e CD8+, linfociti T naïve, recenti emigranti timici e linfociti T regolatori), delle cellule Natural Killer e delle immunoglobuline (IgA, IgG, IgM), alla diagnosi e all’ultimo controllo. È stato poi studiato l’andamento nel tempo di queste variabili, inserendo nel foglio di calcolo i valori delle analisi effettuate nel corso di ricoveri o di visite di controllo.
Lo studio statistico è stato condotto con il Software GraphPadPrism e in particolare è stato effettuato il test di Mann-Whitney per campioni non appaiati, ritenendo significativi valori di P ≤ 0.05.
Il modello grafico è stato creato con il foglio di calcolo di Microsoft Excel.
Risultati e conclusione
Relativamente al comparto cellulo-mediato, i pazienti con la sindrome mostrano un numero inferiore di linfociti T rispetto ai controlli; è osservata una differenza statisticamente significativa solo nell’ultima determinazione e selettivamente per la sottopopolazione CD3+, per quella relativa ai CD8+ naïve, e per quella relativa ai recenti emigranti timici, suggerendo un deficit di output timico in questi pazienti. Inoltre, nei pazienti arruolati in questo studio, si può osservare un aumento dei linfociti B, di probabile natura compensatoria.
Osservando la suddivisione in gruppi sulla base della morbilità, pur non essendoci differenze significative nel confronto tra pazienti nel Gruppo A (con storia di infezioni ricorrenti) e nel Gruppo B (senza storia di infezioni ricorrenti), si nota una maggior compromissione immunitaria nel Gruppo A, quando confrontato con i controlli, rispetto a quella presente nel Gruppo B. Nel confronto tra i due gruppi non emergono differenze statisticamente significative, pur essendo evidente un maggior deficit immune nel Gruppo A.
Le alterazioni otorinolaringoiatriche sembrano svolgere un ruolo nell’aumentata suscettibilità dei pazienti alle infezioni, in quanto il 66% dei bambini con anomalie anatomiche appartiene al gruppo con storia di infezioni ricorrenti. Tuttavia, se si esclude la variabile delle alterazioni immunofenotipiche suddividendo i pazienti con infezioni ricorrenti in un gruppo con sistema immunitario meno compromesso e uno con sistema immunitario più compromesso, si osserva che il 25% ha alterazioni anatomiche isolate, mentre il 50% presenta sia alterazioni anatomiche che sistema immunitario compromesso.
Conclusivamente né le alterazioni immunologiche, né le alterazioni anatomiche del distretto otorinolaringoiatrico, considerate isolatamente, hanno un ruolo fondamentale nella aumentata suscettibilità di questi pazienti alle infezioni di superficie.
Si può affermare che la causa delle infezioni ricorrenti vada pertanto ricercata in una associazione di queste due variabili, cioè del deficit immunitario e delle alterazioni anatomiche, che spesso si ritrova nei pazienti affetti dalla Sindrome di DiGeorge.
Uno studio su un campione di dati più ampio, preso ad esempio dal database nazionale, potrebbe consentire di effettuare un’analisi multivariata per osservare l’associazione di più variabili con la suscettibilità alle infezioni, e fornire risultati più chiari.
La Sindrome di DiGeorge è una sindrome malformativa congenita, dovuta ad uno sviluppo anomalo della cresta neurale che avviene durante l’embriogenesi.
Questa condizione venne descritta per la prima volta nel 1965 da Angelo DiGeorge, come associazione di immunodeficienza primitiva e assenza congenita del timo. La sindrome, che può manifestarsi con uno spettro fenotipico estremamente eterogeneo, è classicamente definita come una immunodeficienza congenita prevalentemente a carico della linea T-cellulare, secondaria ad aplasia o ipoplasia del timo, associata a malformazioni cardiache congenite ed ipocalcemia, conseguente a un deficit o un’aplasia delle ghiandole paratiroidi.
La causa più comune di questa sindrome è una microdelezione del braccio lungo del cromosoma 22 (regione 22q11.2), che è stata osservata nel 90% dei pazienti.
Scopo dello studio
Lo scopo di questa Tesi è una analisi approfondita dell’immunofenotipo dei pazienti con la Sindrome di DiGeorge, ricercando eventuali associazioni tra i parametri immunologici e il quadro clinico dei pazienti.
L’eventuale concausalità delle alterazioni anatomiche, in particolare quelle del distretto otorinolaringoiatrico, nella patogenesi della morbilità del paziente è oggi oggetto di dibattito nella comunità scientifica.
Pertanto, è stata studiata la correlazione tra l’aumentata suscettibilità alle infezioni di superficie dei pazienti e le alterazioni immunofenotipiche e anatomiche.
È stato inoltre osservato l’andamento nel tempo dei markers immunologici dei pazienti affetti da Sindrome di DiGeorge, creando dei trend allo scopo di evidenziare eventuali deficit o incrementi dei parametri immunologici con l’avanzare dell’età.
Pazienti e metodi
Sono stati studiati 16 pazienti afferenti alla Clinica Pediatrica della Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Tutti i pazienti erano in età pediatrica al momento dello studio, con un range di età di 0-18 anni ed un’età media al momento della diagnosi di 3,12 anni. I pazienti sono 8 maschi e 8 femmine. I pazienti sono stati divisi in gruppi sulla base della clinica.
Sono stati analizzati i valori dei linfociti B, dei linfociti T (CD3+, CD4+ e CD8+, linfociti T naïve, recenti emigranti timici e linfociti T regolatori), delle cellule Natural Killer e delle immunoglobuline (IgA, IgG, IgM), alla diagnosi e all’ultimo controllo. È stato poi studiato l’andamento nel tempo di queste variabili, inserendo nel foglio di calcolo i valori delle analisi effettuate nel corso di ricoveri o di visite di controllo.
Lo studio statistico è stato condotto con il Software GraphPadPrism e in particolare è stato effettuato il test di Mann-Whitney per campioni non appaiati, ritenendo significativi valori di P ≤ 0.05.
Il modello grafico è stato creato con il foglio di calcolo di Microsoft Excel.
Risultati e conclusione
Relativamente al comparto cellulo-mediato, i pazienti con la sindrome mostrano un numero inferiore di linfociti T rispetto ai controlli; è osservata una differenza statisticamente significativa solo nell’ultima determinazione e selettivamente per la sottopopolazione CD3+, per quella relativa ai CD8+ naïve, e per quella relativa ai recenti emigranti timici, suggerendo un deficit di output timico in questi pazienti. Inoltre, nei pazienti arruolati in questo studio, si può osservare un aumento dei linfociti B, di probabile natura compensatoria.
Osservando la suddivisione in gruppi sulla base della morbilità, pur non essendoci differenze significative nel confronto tra pazienti nel Gruppo A (con storia di infezioni ricorrenti) e nel Gruppo B (senza storia di infezioni ricorrenti), si nota una maggior compromissione immunitaria nel Gruppo A, quando confrontato con i controlli, rispetto a quella presente nel Gruppo B. Nel confronto tra i due gruppi non emergono differenze statisticamente significative, pur essendo evidente un maggior deficit immune nel Gruppo A.
Le alterazioni otorinolaringoiatriche sembrano svolgere un ruolo nell’aumentata suscettibilità dei pazienti alle infezioni, in quanto il 66% dei bambini con anomalie anatomiche appartiene al gruppo con storia di infezioni ricorrenti. Tuttavia, se si esclude la variabile delle alterazioni immunofenotipiche suddividendo i pazienti con infezioni ricorrenti in un gruppo con sistema immunitario meno compromesso e uno con sistema immunitario più compromesso, si osserva che il 25% ha alterazioni anatomiche isolate, mentre il 50% presenta sia alterazioni anatomiche che sistema immunitario compromesso.
Conclusivamente né le alterazioni immunologiche, né le alterazioni anatomiche del distretto otorinolaringoiatrico, considerate isolatamente, hanno un ruolo fondamentale nella aumentata suscettibilità di questi pazienti alle infezioni di superficie.
Si può affermare che la causa delle infezioni ricorrenti vada pertanto ricercata in una associazione di queste due variabili, cioè del deficit immunitario e delle alterazioni anatomiche, che spesso si ritrova nei pazienti affetti dalla Sindrome di DiGeorge.
Uno studio su un campione di dati più ampio, preso ad esempio dal database nazionale, potrebbe consentire di effettuare un’analisi multivariata per osservare l’associazione di più variabili con la suscettibilità alle infezioni, e fornire risultati più chiari.
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