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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09032018-125106


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LONGO, ILARIA
URN
etd-09032018-125106
Titolo
RACCONTARE L'ESILIO IN VERSI: IL CERNUDA DELLA MATURITA'
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LETTERATURE E FILOLOGIE EURO - AMERICANE
Relatori
relatore Cappelli, Federica
Parole chiave
  • poesia
  • letteratura dell'esilio
  • Francisco Franco
  • esilio repubblicano
  • Spagna
Data inizio appello
01/10/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro si propone di indagare la scrittura poetica di Luis Cernuda, una delle innumerevoli voci dall'esilio repubblicano. Dall'analisi della sua poesia matura, ossia quella praticata fuori dai confini spagnoli, a partire dal 1938, emerge chiaramente il rapporto di dipendenza di quest'ultima dalla personale vicenda biografica dell'autore.
Ai versi, infatti, Cernuda affida la testimonianza del suo eterno peregrinare tra Gran Bretagna, Stati Uniti e Messico e i contrastanti e più svariati stati d'animo che la lontananza dalla madrepatria inevitabilmente comporta. L'intera produzione poetica cernudiana accoglie il duplice e contrastante atteggiamento che l'autore assume nei confronti del "destierro" . Infatti, se da un lato le sue opere, come uno specchio, riflettono la tragica realtà che vive il poeta - solitudine, mancanza di un pubblico fedele, marginalizzazione-, dall'altro lato si prestano ad ospitare il desiderio utopistico di Cernuda di evadere da un mondo del quale non si è mai sentito parte. Infatti, per fare fronte all'alienazione e allo smarrimento esistenziale Cernuda costruisce, letterariamente, un mondo idealizzato, le cui caratteristiche gli ricordano la Spagna di Cervantes e di Galdós, ossia una patria ideale nella quale vige la tolleranza e la libertà, l’unica nella quale l’autore desidera approdare. La scrittura diventa, così, la via di fuga da una realtà limitante e soffocante, nonché lo strumento che consente di intraprendere un percorso di rinnovamento spirituale e interiore, che porta l'autore ad interrogarsi sul reale senso della vita e sul posto che occupa l'uomo nel mondo. In questo modo l'esilio si rivela una sorta di rinascita, una seconda vita per Cernuda, e non esclusivamente una esperienza traumatica.
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