Tesi etd-09032018-120538 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BIAGIONI, TOMMASO
URN
etd-09032018-120538
Titolo
Ipercalcemia Ipocalciurica Familiare tipo 1 (FHH1): valutazione clinica di diciotto famiglie e studio funzionale in vitro di cinque diverse mutazioni del Calcium-Sensing Receptor (CaSR).
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Marcocci, Claudio
correlatore Dott.ssa Cetani, Filomena
correlatore Dott.ssa Cetani, Filomena
Parole chiave
- Calcio
- CaSR
- Esperimento Funzionale ELISA
- FHH1
- PTH
Data inizio appello
25/09/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’ipercalcemia ipocalciurica familiare di tipo 1 (FHH1) è una condizione rara a trasmissione autosomica dominante, dovuta ad una mutazione inattivante del gene CASR, che codifica per il Calcium-Sensing Receptor (CaSR). La sua prevalenza è stata stimata a circa 1:78000. Rispetto alla forma di FHH tipo 2 e 3, la tipo 1 è la più comune, interessando il 65% circa di pazienti affetti da FHH.
Ad oggi sono state identificate più di 130 mutazioni diverse del gene CASR associate all’FHH1. Gli studi sulle mutazioni del CASR associate all’FHH1 hanno identificato relazioni critiche tra la struttura e la funzione del recettore ed hanno dimostrato la presenza di un hotspot mutazionale nel dominio extracellulare. Questi residui mutati possono essere direttamente coinvolti nel legame con il Ca2+ extracellulare (Ca2+o) e possono alterare gli stati conformazionali del recettore a seguito del legame con il suo ligando.
L’FHH1 è una condizione benigna caratterizza da una ipercalcemia moderata persistente che non influenza le aspettative di vita ed ha un decorso stabile nel tempo, associata a livelli normali o modicamente aumentati di PTH ed a un’escrezione urinaria di calcio inappropriatamente bassa rispetto ai valori di Ca2+o. Tipicamente i pazienti hanno normali livelli di Vitamina D ed inalterata densità minerale ossea.
L’FHH1 è, solitamente, asintomatica anche se questi pazienti possono lamentare fatica, debolezza, sete eccessiva e scarsa concentrazione.
L’FHH è considerabilmente più comune di quanto non si ritenga, e dovrebbe sempre essere esclusa prima di un intervento di chirurgia delle paratiroidi. La diagnosi differenziale con l’iperparatiroidismo primario avviene nella maggior parte dei casi mediante la valutazione dell’escrezione di calcio urinario nelle 24 ore rapportato alla clearance della creatinina (UCCR). Un valore di UCCR <0.01 è suggestivo di FHH.
Per la diagnosi della malattia, quando abbiamo il sospetto clinico, rafforzato anche dal calcolo dell’UCCR compatibile con i valori tipici della malattia, dovrebbe essere valutata la calcemia dei familiari di primo grado. L’identificazione di ipercalcemia in un parente di primo grado rafforza il sospetto diagnostico e pertanto si procede al test genetico, nel quale si cercano eventuali mutazioni a livello del gene CASR, del gene GNA11 per l’FHH tipo 2 ed a livello del gene AP2S1 per l’FHH tipo 3.
La prima parte della nostra tesi ha riguardato la raccolta dati clinici, biochimici e strumentali relativi a 18 probandi affetti da FHH1 e familiari affetti e non affetti di primo grado, la cui diagnosi è stata fatta dall’U.O. Endocrinologia 2 di Pisa dal 2000 ad oggi. Quindi è stata compiuta una valutazione dei dati anche con metodiche statistiche, dove necessario.
La seconda parte della tesi ha raccolto tutti i dati genetici del gene CASR dei probandi e dei familiari affetti ed ha valutato come e quanto queste mutazioni influenzano i loro parametri biochimici. In particolare è stata effettuata una predizione della funzionalità di tutte le 18 mutazioni grazie all’utilizzo di due software di predizione In Silico, il PolyPhen-2 ed il Mutation Taster. I risultati ottenuti sono stati confrontati con gli studi funzionali, già precedentemente realizzati dal gruppo del Prof. Marcocci e della Dott.ssa Cetani o da altri gruppi, di sette mutazioni (Y218C, P55L, I212T, H595Y, P748H, C765W e la mutazione intronica c.185+1G>C). I risultati ottenuti con l’analisi In Silico ha confermato in tutti i casi tranne uno la natura inattivante di tali mutazioni.
Infine, è stato condotto uno studio funzionale in vitro con esperimenti di trasfezione transitoria utilizzando le cellule HEK-93 con i costrutti del recettore WT e dei recettori mutati (non ancora descritti in letteratura: R544X, E671D, P163L, C101W e c.1849_1851dupACC), opportunamente preparati in laboratorio, con la valutazione della produzione di IP1. I risultati ottenuti hanno confermato una perdita di funzione del recettore.
Ad oggi sono state identificate più di 130 mutazioni diverse del gene CASR associate all’FHH1. Gli studi sulle mutazioni del CASR associate all’FHH1 hanno identificato relazioni critiche tra la struttura e la funzione del recettore ed hanno dimostrato la presenza di un hotspot mutazionale nel dominio extracellulare. Questi residui mutati possono essere direttamente coinvolti nel legame con il Ca2+ extracellulare (Ca2+o) e possono alterare gli stati conformazionali del recettore a seguito del legame con il suo ligando.
L’FHH1 è una condizione benigna caratterizza da una ipercalcemia moderata persistente che non influenza le aspettative di vita ed ha un decorso stabile nel tempo, associata a livelli normali o modicamente aumentati di PTH ed a un’escrezione urinaria di calcio inappropriatamente bassa rispetto ai valori di Ca2+o. Tipicamente i pazienti hanno normali livelli di Vitamina D ed inalterata densità minerale ossea.
L’FHH1 è, solitamente, asintomatica anche se questi pazienti possono lamentare fatica, debolezza, sete eccessiva e scarsa concentrazione.
L’FHH è considerabilmente più comune di quanto non si ritenga, e dovrebbe sempre essere esclusa prima di un intervento di chirurgia delle paratiroidi. La diagnosi differenziale con l’iperparatiroidismo primario avviene nella maggior parte dei casi mediante la valutazione dell’escrezione di calcio urinario nelle 24 ore rapportato alla clearance della creatinina (UCCR). Un valore di UCCR <0.01 è suggestivo di FHH.
Per la diagnosi della malattia, quando abbiamo il sospetto clinico, rafforzato anche dal calcolo dell’UCCR compatibile con i valori tipici della malattia, dovrebbe essere valutata la calcemia dei familiari di primo grado. L’identificazione di ipercalcemia in un parente di primo grado rafforza il sospetto diagnostico e pertanto si procede al test genetico, nel quale si cercano eventuali mutazioni a livello del gene CASR, del gene GNA11 per l’FHH tipo 2 ed a livello del gene AP2S1 per l’FHH tipo 3.
La prima parte della nostra tesi ha riguardato la raccolta dati clinici, biochimici e strumentali relativi a 18 probandi affetti da FHH1 e familiari affetti e non affetti di primo grado, la cui diagnosi è stata fatta dall’U.O. Endocrinologia 2 di Pisa dal 2000 ad oggi. Quindi è stata compiuta una valutazione dei dati anche con metodiche statistiche, dove necessario.
La seconda parte della tesi ha raccolto tutti i dati genetici del gene CASR dei probandi e dei familiari affetti ed ha valutato come e quanto queste mutazioni influenzano i loro parametri biochimici. In particolare è stata effettuata una predizione della funzionalità di tutte le 18 mutazioni grazie all’utilizzo di due software di predizione In Silico, il PolyPhen-2 ed il Mutation Taster. I risultati ottenuti sono stati confrontati con gli studi funzionali, già precedentemente realizzati dal gruppo del Prof. Marcocci e della Dott.ssa Cetani o da altri gruppi, di sette mutazioni (Y218C, P55L, I212T, H595Y, P748H, C765W e la mutazione intronica c.185+1G>C). I risultati ottenuti con l’analisi In Silico ha confermato in tutti i casi tranne uno la natura inattivante di tali mutazioni.
Infine, è stato condotto uno studio funzionale in vitro con esperimenti di trasfezione transitoria utilizzando le cellule HEK-93 con i costrutti del recettore WT e dei recettori mutati (non ancora descritti in letteratura: R544X, E671D, P163L, C101W e c.1849_1851dupACC), opportunamente preparati in laboratorio, con la valutazione della produzione di IP1. I risultati ottenuti hanno confermato una perdita di funzione del recettore.
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