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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09032012-232036


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DE FABRITIIS, LETIZIA
URN
etd-09032012-232036
Titolo
Modellamento di un tratto di litorale roccioso toscano a Sud di Livorno: il ruolo dell'ondazione e della degradazione meteorica
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE PER L'AMBIENTE ED IL TERRITORIO
Relatori
relatore Prof. Pappalardo, Marta
relatore Prof. Federici, Paolo Roberto
Parole chiave
  • moto ondoso
  • piattaforma litoranea
  • weathering
Data inizio appello
12/10/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/10/2052
Riassunto
Riassunto:
L’obiettivo di questa Tesi è lo studio dei processi responsabili del
modellamento delle piattaforme litorali individuate tra la località
Maroccone e Cala del Leone (S Livorno).
Le piattaforme litorali sono forme di erosione caratteristiche delle coste rocciose presenti in molte parti del mondo. Tipiche delle aree meso e macrotidali, sono tuttavia state riconosciute lungo le coste del Mediterraneo, anche se sono state raramente studiate.
Le caratteristiche distintive di una piattaforma litorale sono la superficie in roccia a bassa pendenza verso mare (non oltre i 15°) e la presenza di un margine interno verso monte che marca, con un brusco cambio di pendenza, la transizione fra la piattaforma e la falesia retrostante. I meccanismi di formazione di queste morfologie sono ancora oggetto di dibattito tra i diversi Autori che lavorano sulle coste rocciose. Si è concordi sul fatto che si formino in prossimità del livello medio del mare, ma la discussione è ancora aperta sui meccanismi principali della loro creazione e modellamento (preponderanza dell’azione diretta delle onde del mare o dei fenomeni di weathering indotti dalla sua presenza).
In questa tesi si affronta pertanto il tema delle piattaforme litorali in un’unità fisiografica campione: l’area compresa tra la località Maroccone e Cala del Leone. Preliminarmente per mezzo di google earth è stato possibile individuare superfici in roccia lungo la costa che potessero rappresentare spianate a bassa pendenza. Fra di esse sono state successivamente selezionate, attraverso verifiche sul terreno, quelle che possedevano gli elementi morfologici caratteristici di una piattaforma litorale precedentemente descritti.
Ciascuna delle piattaforme così selezionate è stata caratterizzata dal punto di vista morfometrico, attraverso rilievi diretti sul terreno, profili geologico e geomorfologico ed inquadrata nella classificazione geomorfologica di Selby (1980).
Ulteriori osservazioni di dettaglio hanno permesso di identificare pattern ricorrenti come gli honeycomb e le rockpool.
Sono state effettuate misure quantitative di resistenza della roccia attraverso l’uso del martello di Schmidt (sclerometro per rocce), sia su roccia sana, cioè su una superficie fresca, sia su punti di misura, uniformemente distribuiti lungo transetti perpendicolari rispetto alla linea di costa, testando direttamente lo strumento su superfici con diverso grado di alterazione. Questo approccio, applicato su larga scala nello studio delle piattaforme di ambienti macrotidali, ha lo scopo di quantificare il grado di alterazione della roccia. Disponendo di un consistente record di misure è possibile, come risulta dalla letteratura,
utilizzare questo parametro per investigare i processi in atto e per giungere a determinazioni di carattere genetico.
Inoltre in questo lavoro grazie all’utilizzo del programma STWAVE si è potuta trovare la profondità dei frangenti, a partire dai dati sull’ondazione offshore, la batimetria e le caratteristiche delle piattaforme. Con questo dato, si è riusciti a sapere il tipo e la frequenza delle onde che frangono su ognuna delle piattaforme studiate e la loro altezza di frangente (Hb) per
calcolare successivamente le massime pressioni che si possono
potenzialmente esercitare sulla roccia.
Si sono stimate le pressioni massime che possono generare le onde sulle rocce nell’area compresa tra la località Maroccone e Cala del Leone con periodi di ritorno di 1 e 20 anni. Questa stima è stata ulteriormente comparata con i valori di resistenza degli ammassi rocciosi calcolati tramite sclerometro, per valutare le possibilità reali e attuali delle onde di erodere le rocce della costa a S di Livorno.
Le indagini condotte hanno permesso di affermare che attualmente le piattaforme tra la località Maroccone e Cala del Leone subiscono principalmente l’azione dell’alterazione meteorica. L’alterazione è dovuta allo spruzzo salino, quindi alla presenza di cicli umido-secco e alla cristallizzazione di sali; anche l’alterazione meteorica non legata alla presenza di acqua salata agisce sulle piattaforme. In particolare in questa zona le trasformazioni mineralogiche che subisce la componente argillosa sarebbero, secondo McBride et al. (2004) la causa principale dell’origine degli honeycomb.
Dai dati emersi dalla modellizzazione STWAVE si è vista la generale incapacità delle onde ad erodere in maniera diretta le piattaforme.
Tuttavia si sono osservate aree in cui l’abrasione e il plucking sono attivi; infatti la fatica e lo stress prodotti dalla continua azione di compressione d’aria nelle fratture delle piattaforme è un importante effetto del moto ondoso attuale. I pothole indicano che nell’area di Calafuria i fenomeni
abrasivi sono particolarmente spinti.
Tutte le piattaforme studiate mostrano un margine interno sopraelevato rispetto al livello medio del mare si ritiene, dunque, siano forme in smantellamento, ereditate da una precedente fase climatica durante la quale il livello del mare era superiore di alcuni metri rispetto all’attuale.
La maggior parte delle piattaforme naturali, infatti, si trova alla base di un terrazzo marino. Le relazioni possibili tra queste due morfologie possono essere che la piattaforma sia il prodotto dello smantellamento di un terrazzo marino o che queste superfici appartengano a ordini gerarchici indipendenti da essi.
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